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venerdì 27 novembre 2009

I VIDEO DELLA GIORNATA DI CELEBRAZIONE DI LONGONI

Qui sotto trovate i video girati in occasione della cerimonia organizzata dall' amministrazione comunale caratese per il rientro in patria della salma dell'aviatore Mario Longoni.

n.1 - onore al caduto

n.2 - l' intervento del generale Enrico Camerotto

n.3 - le parole del prevosto Magni

n.4 - il discorso del cappellano militare

n.5 - la preghiera dell'aviatore

n.6 - l'uscita dalla chiesa

n.7 - il corteo

n.8 - l'arrivo al cimitero























LONGONI : ARTICOLO TRATTO DAL GIORNALE "INCONTRO"

Ancora una volta l’amministrazione comunale caratese si trova al centro delle polemiche. L’ultima occasione è scaturita dalla recente iniziativa organizzata dalla stessa con la collaborazione del presidente della locale sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, generale Umberto Raza. Dopo 68 anni dalla morte rientrano a Carate le spoglie dell’aviatore Mario Longoni, classe 1914, caduto sul fronte di guerra russo il 28 agosto 1941. Longoni conseguì a soli 19 anni il brevetto di pilota civile subito sostituito l’anno successivo con quello militare. Tre anni dopo, nel 1936, si trovò già in guerra. Mussolini lo chiamò lungo la litoranea libica, poi in Grecia e in Jugoslavia. Cadde con il suo velivolo durante un combattimento con gli aerei russi divenendo il primo pilota della Regia Aeronautica a perire in Russia. I resti vennero custoditi, anche per precise diposizioni di Mussolini, in un piccolo mausoleo nei pressi di Bucarest. Venne conferita al caratese la medaglia d’argento al valor militare alla memoria, oltre a quella di bronzo già conseguita nella guerra in Albania.
La motivazione della ricompensa al valor militare così recita: “Pilota da caccia abilissimo, già distintosi in brillanti e intense attività in combattimenti e mitragliamenti, partecipava con mirabile slancio ad una serie di attacchi alle basi aeree nemiche, nel mitragliamento n.8 sito nel cuore del territorio avversario infliggeva al nemico decisive e durissime perdite. Cielo di Grecia-Jugoslavia 8 marzo-21 aprile 1941”.
Questo fino a pochi giorni fa. Infatti venerdì 18 settembre la salma di Longoni è rientrata in Italia. L’urna è arrivata all’aeroporto di Linate dove si è svolta una cerimonia ufficiale. Ad accoglierla i familiari, autorità civili e militari e la bandiera di guerra del 51° Stormo di Istrana con la scorta armata. Il giorno successivo l’urna è giunta a Carate. In piazza IV novembre ad accoglierla la fanfara della prima Regione Aerea, il picchetto dell’Aeronautica Militare per la resa degli onori, rappresentanze militari di esercito, carabinieri, bersaglieri, finanzieri ed associazioni d’arma. Grande assente, dopo la morte di altri sei soldati a Kabul, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sostituito dal fratello Romano.
A seguire la Messa celebrata nella chiesa prepositurale. Diverse autorità sono salite sul pulpito ad omaggiare il caduto. Il generale di brigata aerea Enrico Camerotto così ha aperto la cerimonia: “ Siamo felici di poter riabbracciare oggi un eroe che ha reso grande il nome dell’Italia”. Il prevosto Magni, che ha voluto chiedere per Longoni quella “pace che l’aviatore caratese e tutti i caduti nel servizio della pace e della libertà non hanno conosciuto in vita”. E’ stata poi la volta del cappellano militare: “Tutti noi sappiamo di essere debitori a questo giovane e a tutti quelli che come lui si sono sacrificati per la patria. A questa di schiera eroi e di vittime che hanno accompagnato il nostro Mario, da giovedì aggiungiamo i sei paracadutisti caduti a Kabul a causa della barbarie del terrore integralista. Questo pilota e questi parà sono uniti nella morte dall’entusiasmo di aver compiuto la propria missione lontano
dall’ Italia eppure sempre per l’ Italia. Sono usciti dalle nostre case. Le loro vicende hanno cambiato i destini delle nostre famiglie. Il loro eroismo costituisce l’onore del nostro Paese. Con le armi detestabili eppure inevitabili secondo il metro umano e a rischio della vita hanno consentito quella sicurezza che è la condizione indispensabile della nostra prosperità. Tutto questo è grande ma anche tremendo. Tutti preferiscono la pace ma poi non tutti ci mettono qualcosa di importante per costruirla… Rinnovare la sepoltura di questo giovane vicino ai suoi genitori al cimitero significa proclamare di nuovo a gente incerta, ma anche meritevole, che la vita spesa per gli altri è spesa per il regno di Dio. La nostra patria è nei cieli ma le nostre patrie che su questa terra difendiamo a costo della vita sono famiglie e case di un popolo quando c’è giustizia, solidarietà, verità da parte di gente che liberamente dedica la vita ai fratelli”.
Dopo la lettura della preghiera dell’aviatore e la conclusione della celebrazione eucaristica il nipote di Mario Longoni ha letto un messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Un ringraziamento indirizzato al generale Raza e ai parenti dell’aviatore che esprime riconoscenza e gratitudine a nome “ di tutto il Paese per la giovane vita immolata in nome della libertà e della democrazia, valori fondanti della nostra nazione”.
Ho ritenuto necessario riportare le parole precise e più significative dei vari interventi per dare la possibilità al lettore di elaborare una propria opinione.
Per quanto mi riguarda avrei molte cose da dire, tuttavia ritengo più utile che ognuno di voi mediti attentamente sul significato della cerimonia del 19 settembre scorso.
Vorrei concludere con una citazione dal libro “ Se vi sembra poco” di Luciano Scarlini:
“ Si dice che i morti non hanno voce e i vecchi ne hanno una flebile. Diventa ancora più importante, allora, restituire loro la parola e la possibilità di raccontarci com’era la vita durante la dittatura fascista, e quali prove hanno dovuto superare quanti hanno deciso di dedicare la propria esistenza alla causa di libertà”.
Alla vera causa di libertà…

Paola Pozzoli

IL RIENTRO DELLE SPOGLIE DELL' AVIERE CARATESE MARIO LONGONI

Comunicato stampa dell' Anpi di Carate Brianza

L’Anpi di Carate Brianza ritiene doveroso rendere noto alla cittadinanza tutta e alle istituzioni le motivazioni per cui non ritiene opportuno partecipare alle celebrazioni per il rientro delle spoglie dell’aviatore caratese Mario Longoni.
Dopo sessantotto anni dalla morte avvenuta sul fronte di guerra rumeno-russo la salma di Longoni torna nel paese natio. Un atto dovuto soprattutto per i familiari. Siamo fermamente convinti che la morte debba essere rispettata. Tuttavia riteniamo che sia ancor più doveroso rispettare la pace che, sia i caduti sia i familiari, hanno diritto ad avere. Proprio per tal motivo pensiamo che la giornata di celebrazione così come è stata concepita dall’Amministrazione comunale non colga il reale significato del rientro in patria del caduto. L’invito a partecipare giunge dopo che la complessa organizzazione della cerimonia non ha visto il coinvolgimento di altri organismi oltre alla giunta comunale con la collaborazione del generale Raza. Tali iniziative, intrise di retorica patriottica, rischiano addirittura di indirizzare alla cittadinanza ed in particolare alle giovani generazioni un messaggio errato: l’esaltazione della guerra. Una guerra sanguinosa che vide l’Italia fascista schierarsi a fianco della Germania nazista e che condannò a morte centinaia di migliaia di italiani fra cui Longoni.
Anche in questa occasione l’amministrazione comunale ha fatto un uso strumentale della patria e del patriottismo, legandoli a doppio filo all’esaltazione della guerra.
Siamo fortemente dispiaciuti di non poter rendere omaggio al caduto caratese, tuttavia riteniamo indegno della dignità umana l’impiego strumentale del dolore, della morte e delle vite sacrificate in guerra.