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lunedì 4 ottobre 2010

SCONCERTO...

L'ex ufficiale delle Ss Erich Priebke va a fare la spesa, a messa e dal medico: da oltre un anno può lasciare gli arresti domiciliari "per provvedere alle sue indispensabili esigenze di vita, come spiega il suo avvocato Paolo Giachini citando l’articolo 284 del codice di procedura penale.

Così Preibke, 97 anni, "da circa un anno per decisione del tribunale, così come previsto dal nostro codice di procedura penale, ha la possibilità di uscire, ed esce per andare a messa, dal medico, in farmacia. Usufruisce di questa possibilità come tanti altri che ne hanno diritto. E’ ormai da molto tempo che lo fa e le stesse persone del quartiere lo conoscono e alcune gli hanno anche espresso solidarietà", spiega Giachini.

La storia - Ex capitano delle Ss, Priebke fu tra i principali responsabili della pianificazione della strage delle Fosse Ardeatine a Roma, dove furono fucilate 335 persone. La rappresaglia, nell'ordine di 10 italiani per ogni morto tedesco, scaturì dopo l'assalto dei partigiani al comando dei tedeschi in via Rasella, dove furono uccisi 33 tedeschi e due civili. Si tratta di uno degli episodi più cruenti della fase di occupazione di Roma ad opera delle forze tedesche.

La condanna - Nel maggio 1994 il giornalista statunitense Sam Donaldson intervistò Priebke in Argentina. Le autorità italiane inoltrarono la richiesta di estradizione a quelle argentine. Estradato nel novembre 1995, Priebke venne rinchiuso nel carcere militare "Forte Boccea" di Roma. La Procura militare chiese ed ottenne il rinvio a giudizio di Priebke per crimini di guerra. Il primo agosto 1996 il Tribunale militare dichiarò di non doversi procedere ...omissis... essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione e ordinò l'immediata scarcerazione dell'imputato. La sentenza non fu mai eseguita per un tumulto immediatamente scoppiato nell'aula giudiziaria, placatosi solo quando arrivarono da parte del governo italiano precise rassicurazioni sul fatto che Priebke non sarebbe stato liberato nonostante la sentenza del Tribunale Militare. La Corte di Cassazione annullò quella sentenza, disponendo così un nuovo processo a carico di Priebke. Egli fu prima condannato a 15 anni, poi ridotti a 10 per motivi di età e di salute; poi, nel 1998, la Corte d'appello militare lo condannò all'ergastolo insieme all'altro ex membro delle Ss Karl Hass. Sentenza confermata dalla Cassazione nello stesso anno. Per via dell'avanzata età, sia a Priebke che ad Hass fu concessa la detenzione domiciliare.

Tratto da libero.it

AGGUATO FASCISTA A GALLARATE


Varese, 2 ott. - Armati di manganello riportante le scritte 'Boia chi molla', 'Dux Mussolini' e l'immagine del Duce, sono entrati al Circolo Ricreativo Juventus situato in via Montenero nel quartiere Sciare' di Gallarate, in provincia di Varese, aggredendo cinque uomini del Bangladeh impegnati in una tranquilla partita a carte. Secondo gli agenti del Commissariato di Polizia gallaratese sarebbe stato un attacco a sfondo razziale e i due gruppetti non si sarebbero mai incontrati prima anche se sul punto sono in corso approfondimenti investigativi. Il brutale episodio e' avvenuto nella serata di ieri, attorno alle 18.30 e stando a quanto riferito oggi, i tre giovani protagonisti del pestaggio avrebbero organizzato una spedizione 'a freddo' solo per "colpire indiscriminatamente degli stranieri" colpendo "il primo che capitava". Uno dei tre aggressori (Renato D.G. 37 anni, estremista di destra, gia' denunciato lo scorso giugno per un'aggressione nei confronti di un nordafricano, dopo la quale si era dichiarato un militante del gruppo di Forza Nuova) e' stato individuato da una pattuglia della 'Volanti' non lontano dal Circolo e sotto il sellino del suo scooter e' stato sequestrato il manganello mentre degli altri due, dei quali si ha solo una sommaria descrizione, per ora non v'e' traccia. Il 37enne ha negato di aver preso parte al pestaggio sostenendo che si trovava da quelle parti solo per caso. Tuttavia, stando al racconto degli aggrediti e di altri testimoni italiani, sarebbe invece entrato nel Circolo dirigendosi senza perdere tempo verso il tavolo dove erano seduti i cinque stranieri insultandoli. Quindi sarebbero comparsi gli altri due e sarebbe cominciato il pestaggio anche con calci e pugni. Tre dei cinque bengalesi sono stati accompagnati all'ospedale di Gallarate per le cure del caso e giudicati guaribili in tre giorni. il 37enne, invece, e' finito in manette con l'accusa di percosse aggravate con l'aggravante dell'odio razziale prevista dalla Legge Mancino. (AGI) Cli/Car