.

.

mercoledì 28 settembre 2011

ATTACCO FRONTALE AL 25 APRILE,PDL VERGOGNOSO



Il PDL propone di sostituire la festa del 25 aprile, la Liberazione,con il 18 aprile,giorno della vittoria della Dc del 1948.

Semplicemente VERGOGNOSE le ragioni addotte:

" Le motivazioni con cui i partigiani combatterono il nazifascismo non erano per la libertà, ma per la creazione di un regime comunista che fu appunto evitato grazie alla vittoria della Dc nel 1948".
L'ordine del giorno è stato accolto come "raccomandazione" dal governo, dicendo che "questa è "la vera data unificante".



ANCORA SOTTO ATTACCO IL 25 APRILE




Non c'è pace per la festa della Liberazione. Dopo aver rischiato di finire sotto la mannaia della manovra economica 1, il 25 aprile finisce nuovamente nel mirino. Il governo ha accolto "come raccomandazione" l'ordine del giorno presentato dal parlamentare bolognese del Pdl, Fabio Garagnani, contenente la proposta di sostituire il 25 aprile con il 18 aprile 1948, giorno delle elezioni politiche vinte dall'allora democrazia Cristiana guidata da Alcide De Gasperi. Una proposta che ha ricevuto subito la netta risposta negativa del presidente dell'Anpi (l'Associazione Nazionale dei partigiani) Carlo Smuraglia: "Una provocazione dell'on. Garagnani e una follia del governo che l'accoglie come raccomandazione. Penso che non se ne farà nulla. Ma se ci provassero troverebbero la ferma opposizione di tanti italiani che li farebbero rapidamente desistere".

Proprio oggi, si legge in una nota, "ho ricevuto dal servizio di controllo parlamentare la conferma scritta dell'accoglimento 'come raccomandazione' da parte del Governo del mio ordine del giorno che, in sede di discussione della manovra finanziaria del 14 settembre, impegnava ed impegna il Governo a sostituire la festività del 25 aprile con il 18 aprile 1948 che, a parere mio, è la vera data fondante ed unificante della democrazia italiana".

Immediata, si diceva, la replica dell'Anpi. Il presidente Smuraglia è
letteralmente allibito: "Questo parlamentare, evidentemente, cerca la provocazione. Mi domando come davanti ai problemi economici gravissimi di questo Paese gli possa essere venuta in mente un'idea così assurda. Il 25 aprile è una festività consolidata nella mente e nel cuore di tanti italiani. Come si può pensare di sostituirla con il ricordo di un'elezione politica vinta da una parte. Non ha nessun senso e nessuno la prenderà in considerazione". Ma Smuraglia ce l'ha anche di più con l'esecutivo che ha accettato di riceverla addirittura come "raccomandazione": "Bastava un minimo di senso per capire che si trattava di una proposta irricevibile, anzi, neppure formulabile. Questa doveva essere la risposta di un governo serio... Invece... Evidentemente sono confusi... Comunque, se a qualcuno venisse l'idea di prendere sul serio questa cosa, l'Anpi fa sapere fin d'ora che ci saranno risposte adeguate, immediate e fermissime".

tratto da La Repubblica

IL PDL IN GITA A SALO' PER FESTEGGIARE IL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA




Gita di gruppo (Pdl) a Salò. E non perché ci siano buoni ristoranti, ma perché Salò è stata la “capitale” dell'omonima repubblica fascista sul finire della Seconda Guerra mondiale. Piccola e feroce, quella marionetta nera installata accanto alle rive del lago di Garda con il placet dei nazisti, fece a pezzi ebrei e partigiani; e lì metteranno il naso, l’uno e il due ottobre, i partecipanti pidiellini all'iniziativa turistico - politica messa a punto con scrupolo e passione dal partito di Trento.

Ieri ci ha pensato Gasparri a presentare l'evento, con orgoglio. Parole d'ordine toccanti: «Rilanciare l'attività del partito suggellata dalla nomina di Alfano », «celebrare il Pdl come forza politica nazionale che si richiama a valori importanti quali la libertà e le tradizioni». A Salò.

L'appuntamento ha una sua giocosa andatura: in realtà, stanno tutti a bordo di una motonave e con questa toccano i luoghi che garbano agli organizzatori. Tra questi, Salò. Per esempio, qui ci vanno perché proprio a Salò «si è svolta la vicenda di Salò».

Con devozione, visiteranno il centro di documentazione della Repubblica sociale. E secondo i pidiellini trentini, non c'era modo migliore per celebrare il 150esimo dell'unità d'Italia. Conviene sapere chi sono gli organizzatori della scampagnata. Il primo è Cristiano De Eccher, magnifico sessantenne, senatore del Pdl, leader del partito in Trentino. Passato brillante: da ragazzo, responsabile di Avanguardia nazionale, movimento politico della destra eversiva, fondato da Stefano Delle Chiaie nel 1960 e liquidato nel '76 dopo aver attraversato quasi per intero la stagione stragista. Poi, De Eccher – rampollo di una famiglia ricca di mezzi e di gonfaloni – travasò la sua esperienza nel Movimento Sociale e da qui in Alleanza nazionale. Divenne quindi senatore Pdl nel 2008 ed è dal suo scranno che, alla fine di marzo del 2011, promosse un disegno di riforma costituzionale per abolire la dodicesima norma costituzionale che vieta «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Il primo amore non si scorda mai. Ma sul suo passato innamorato si stendono ombre inquietanti.

Secondo il giudice Guido Salvini, alcune fonti «nere» avevano sostenuto che proprio De Eccher fosse stato il custode del timer della bomba di Piazza Fontana, diciassette vittime innocenti, il 12 dicembre 1969. Il secondo Gentil Organisateur è Giacomo Santini, intelligenza certamente non fascista ma rancorosa. Parlamentare anche lui, nel 2010 si distinse per questa dichiarazione: «Sono l'unico parlamentare del centrodestra che negli ultimi quindici anni ha partecipato spesso alle celebrazioni del 25 aprile»; lo disse per motivare il suo rifiuto a prendere parte alle celebrazioni per la Liberazione di quell'anno trasformate, a suo dire, da un partigiano «in un festival dell'odio cieco». Così vanno a Salò.

Avevano annunciato anche la probabile presenza di Alfano. Pareva strano che il nuovo leader del partito si lasciasse triturare in modo così fesso e infatti: abbiamo telefonato al Pdl di Trento e ci hanno assicurato che Alfano a Salò non ci sarà, semmai, e forse, a Desenzano incrocerà la combriccola. Imbarazzo nello stesso Pdl bolzanino: il presidente nazionale degli studenti del Pdl, Alessandro Bertoldi, ammette che lui «non avrebbe scelto Salò come tappa del giro» e si augura che nessuno abbia «intenzione di trasformare la gita in una apologia del fascismo». Giura che non accadrà. Ma è già successo proprio sotto il suo naso.

tratto da L'Unità

martedì 27 settembre 2011

MARCIA DELLA PACE, LA MOZIONE FINALE

Domenica 25 settembre 2011: Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli

Mozione finale

A conclusione della Perugia-Assisi, che abbiamo convocato a cinquant'anni dalla prima Marcia organizzata il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, vogliamo lanciare un nuovo appello per la pace e la fratellanza dei popoli.

Lo facciamo richiamando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che proclama: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".

La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l'agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare "tutti i diritti umani per tutti" a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica il principio dell'interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani - civili, politici, economici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel segno dell'inclusione. L'agenda politica dei diritti umani comporta che nei programmi dei partiti e dei governi ciascun diritto umano deve costituire il capoverso di un capitolo articolato concretamente in politiche pubbliche e misure positive.

Il nostro appello per la pace e la fratellanza dei popoli contiene alcuni principi, proposte e impegni:

Principi

Primo. Il mondo sta diventando sempre più insicuro. Se continuiamo a spendere 1.6 trilioni di dollari all'anno per fare la guerra non riusciremo a risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo: la miseria e la morte per fame, il cambio climatico, la disoccupazione, le mafie, la criminalità organizzata e la corruzione. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra e passare dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune.
Secondo. Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorità della politica e dell'economia. Dobbiamo mettere al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti.
Terzo. La nonviolenza è per l'Italia, per l'Europa e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, metodo e stile di vita, strumento di liberazione, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia e costruire persone, società e realtà migliori.
Quarto. Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarietà e sulla cooperazione a tutti i livelli, a livello personale, nelle nostre comunità come nelle relazioni tra i popoli e gli stati. La logica perversa dei cosiddetti "interessi nazionali", del mercato, del profitto e della competizione globale sta impoverendo e distruggendo il mondo. La solidarietà tra le persone, i popoli e le generazioni, se prima era auspicabile, oggi è diventata indispensabile.
Quinto. Non c'è pace senza una politica di pace e di giustizia. L'Italia, l'Europa e il mondo hanno bisogno urgente di una politica nuova e di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. Quanto più si aggrava la crisi della politica, tanto più è necessario sviluppare la consapevolezza delle responsabilità condivise. Serve un nuovo coraggio civico e politico.
Sesto. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo costruire e diffondere la cultura della pace positiva. Una cultura che rimetta al centro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare comportamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, è necessario educare alla pace. Educare alla pace è responsabilità di tutti ma la scuola ha una responsabilità e un compito speciali.

Proposte e impegni

1. Garantire a tutti il diritto al cibo e all'acqua.
E' intollerabile che ancora oggi più di un miliardo di persone sia privato del cibo e dell'acqua necessaria per sopravvivere mentre abbiamo tutte le risorse per evitarlo. Ed è ancora più intollerabile che queste atroci sofferenze siano aumentate dalla speculazione finanziaria sul cibo, dall'accaparramento delle terre fertili, dalla devastazione dell'agricoltura e dalla privatizzazione dell'acqua.

2. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti.
Un miliardo e duecento milioni di persone lavorano in condizioni di sfruttamento. Altri 250 milioni non hanno un lavoro. 200 milioni devono emigrare per cercarne uno. Oltre 12 milioni sono vittime della criminalità e sono costrette a lavorare in condizioni disumane. 158 milioni di bambine e di bambini sono costretti a lavorare. Occorre ridare dignità al lavoro e ai lavoratori, giovani e anziani, di tutto il mondo.

3. Investire sui giovani, sull'educazione e la cultura.
Un paese che non investe, non valorizza e non dà spazio ai giovani è un paese senza futuro. La lotta alla disoccupazione giovanile deve diventare una priorità nazionale. Investire sulla scuola, sull'università, sulla ricerca e sulla cultura vuol dire investire sulla crescita sociale, politica ed economica del proprio paese.

4. Disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia.
La finanza, priva di ogni controllo internazionale, sta mettendo in crisi l'Europa politica e provoca un drammatico aumento della povertà. Bisogna togliere alla finanza il potere che ha acquisito e ripristinare il primato della politica sulla finanza. Occorre tassare le transazioni finanziarie, lottare contro la corruzione e l'evasione fiscale e ridistribuire la ricchezza per ridurre le disuguaglianze sociali.

5. Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari.
La guerra è sempre un'inutile strage e va messa al bando come abbiamo fatto con la schiavitù. Anche quando la chiamiamo con un altro nome è incapace di risolvere i problemi che dice di voler risolvere e finisce per moltiplicarli. Promuovere e difendere sistematicamente i diritti umani, investire sulla prevenzione dei conflitti e sulla loro soluzione nonviolenta, promuovere il disarmo, contrastare i traffici e il commercio delle armi, tagliare le spese militari e riconvertire l'industria bellica è il miglior modo per aumentare la nostra sicurezza.

6. Difendere i beni comuni e il pianeta.
Se non impariamo a difendere e gestire correttamente i beni comuni globali di cui disponiamo, beni come l'aria, l'acqua, l'energia e la terra, non ci sarà né pace né sicurezza per nessuno. Nessuno si deve più appropriare di questi beni che devono essere tutelati e condivisi con tutti. Urgono istituzioni, politiche nazionali e internazionali democratiche capaci di operare in tal senso. Occorre ridurre la dipendenza dai fossili, introdurre nuove tecnologie verdi e nuovi stili di vita non più basati sull'individualismo, la mercificazione e il consumismo.

7. Promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista.
Un'informazione obiettiva, completa, imparziale, plurale che mette al centro la vita delle persone e dei popoli è condizione indispensabile per la libertà e la democrazia. Sollecita la partecipazione alla vita e alle scelte della collettività; favorisce la comprensione dei fenomeni più complessi che attraversano il nostro tempo, promuovere il dialogo e il confronto, costruisce ponti fra le civiltà, avvicina culture diverse, diffonde e consolida la cultura della pace e dei diritti umani.

8. Fare dell'Onu la casa comune dell'umanità.
Tutti nelle Nazioni Unite, le Nazioni Unite per tutti. Se vogliamo costruire un argine al disordine internazionale, i governi devono accettare di democratizzare e rafforzare le Nazioni Unite mettendo in comune le risorse e le conoscenze per fronteggiare le grandi emergenze sociali e ambientali mondiali.

9. Investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa.
Senza una società civile attiva e responsabile e lo sviluppo della cooperazione tra la società civile e le istituzioni a tutti i livelli non sarà possibile risolvere nessuno dei grandi problemi del nostro tempo. Rafforzare la società civile responsabile e promuovere la democrazia partecipativa è uno dei modi più concreti per superare la crisi della politica, della democrazia e delle istituzioni.

10. Costruire società aperte e inclusive.
Il futuro non è nella chiusura in comunità sempre più piccole, isolate e intolleranti che perseguono ciecamente i propri interessi ma nell'apertura all'incontro con gli altri e nella costruzione di relazioni improntate ai principi dell'uguaglianza e alla promozione del bene comune. Praticare il rispetto e il dialogo tra le fedi e le culture arricchisce e accresce la coesione delle nostre comunità. I rifugiati e i migranti sono persone e come tali devono vedere riconosciuti e rispettati i diritti fondamentali.

Queste priorità devono essere portate avanti da ogni persona, a livello locale, nazionale e globale, in Europa come nel Mediterraneo.

Per realizzarle abbiamo innanzitutto bisogno di agire insieme con una strategia comune e la consapevolezza di avere un obiettivo comune.

Per realizzarle abbiamo bisogno di dare all'Italia un governo di pace e una nuova politica, coerente in ogni ambito, e di investire con grande determinazione sulla costruzione di un'Europa dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolenta e di una Comunità del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domanda di libertà e di giustizia della primavera araba, trasformi finalmente quest'area di grandi crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti.

Assisi, Rocca Maggiore, 25 settembre 2011

mercoledì 21 settembre 2011

I NEONAZISTI DI LEALTA' AZIONE APRONO UNA SEDE A MONZA


I NEONAZISTI DI "LEALTA'AZIONE" APRONO UNA SEDE IN VIA DANTE 5 A MONZA.

L’apertura della sede monzese di Lealtà e Azione (preannunciato da un improbabile video di lancio http://www.youtube.com/watch?v=xfliVqfRAAA&feature=player_embedded) rende indispensabile fare un po’ di chiarezza su chi si nasconda dietro a questa fantomatica associazione, il cui nome suona enigmatico e la cui storia necessita di essere conosciuta a fondo, meritando i cinque minuti necessari alla lettura di questo testo.

Sul loro sito si presentano come una libera associazione di promozione culturale e sociale che vuole costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale, unendo uomini e donne in una comunione di intenti, d’ideali e d’azione, che agiscono volontariamente nella società con spirito Militante, ovvero con fede, senso del sacrificio, disciplina e senza ricercare utili materiali o profitti personali, perché animati da una concezione etica della vita che si riassume nel rispetto dei Valori tradizionali, nel senso dell’onore e nel rifiuto del compromesso sistematico.

Un fiume di parole e retorica che cela una realtà ben nota a chi a Milano (e non solo) già ha dovuto confrontarsi con questa “associazione” e si è impegnato in un’opera di informazione circa l’identità e la pericolosità degli individui che vi operano all’interno. La strategia con cui questi soggetti provano a insinuarsi nel tessuto sociale e a raccogliere consenso si basa sulla promozione sporadica di iniziative contro la pedofilia o la droga, iniziative animaliste, etc… tematiche attraverso le quali cercano una breccia per recuperare nuovi adepti per l’associazione. In verità a Milano la loro sede di viale Brianza 20 (dagli associati definito “avamposto contro l’immigrazione e gli zingari”) è stata inaugurata il 28 ottobre 2010 con una conferenza in onore dell’ex generale belga delle SS Lèon Degrelle, condannato da un tribunale del proprio Paese come criminale di guerra. Questo episodio smaschera già da solo la matrice neonazista dell’associazione, ma approfondendo l’inchiesta si percepisce molto meglio lo strettissimo legame tra Lealtà e Azione e l’anima più violenta, razzista e pericolosa della galassia della destra estrema e xenofoba internazionale: gli Hammerskin (http://www.hammerskins.net/).

La setta neonazista degli Hammer è nata a livello internazionale a metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan. Sul territorio milanese, oltre ad avere aperto la sede di viale Brianza, gestisce la Skinhouse (http://www.skinhouse.info/) a Bollate, punto di riferimento dei militanti di Lealtà e Azione prima dell’apertura della loro sede indipendente (http://destrapermilano.blogspot.com/2011/01/milano-lealta-e-azione.html). Gli Hammerskin si considerano l’elité del mondo neonazista, per la loro “fedeltà ai valori” e “l’amore per le tradizioni”. Sono i più decisi fautori della “supremazia della razza bianca”. Simbolo, tatuato sul corpo dopo un lungo percorso iniziatico, i due martelli in marcia tratti dal film The Wall, in cui Alan Parker veste d’immagini le musiche dei Pink Floyd. Ma gli Hammerskin ne rovesciano il senso e le intenzioni: il loro doppio martello rappresenta la forza irresistibile in marcia per abbattere i muri che proteggerebbero le minoranze etniche e religiose che minano la Tradizione e la supremazia della Nazione bianca. L’innumerevole elenco di aggressioni (anche mortali) di cui si sono resi protagonisti in America e in Europa (inclusa Milano) è facilmente reperibile sul web e non lascia spazio a fraintendimenti (http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2970&Class_ID=1004).

Per la cronaca, il Consiglio Regionale della Lombardia (che certamente non fa dell’antifascismo una delle proprie principali bandiere) ha votato ad aprile una mozione che richiede la revoca dell’assegnazione da parte dell’ALER a Lealtà e Azione dei locali della sede milanese di viale Brianza. Questa circostanza fa riflettere sulla pericolosità di questo tipo di luoghi di aggregazione e degli ideali proposti (per i quali, a marzo, a Magenta, l’amministrazione comunale ha negato l’utilizzo delle sale pubbliche per lo svolgimento di iniziative promosse da Lealtà e Azione).

Anche a Monza metteremo in campo un percorso di sensibilizzazione (a partire dal quartiere in cui hanno provato a insediarsi) finalizzato a bloccare quanto prima le attività di uno spazio concesso a chi si ispira all’ideologia nazista, condannata dalla Storia, e che a Monza non ha mai trovato cittadinanza: invitiamo tutti a mobilitarsi per un’immediata chiusura della sede di Lealtà e Azione seguendo le iniziative che saranno a breve messe in campo da chi rigetta il riemergere di ideali fascisti e nazisti.

A.N.P.I Monza sezione “Gianni Citterio”

F.O.A. BOCCACCIO 003, Monza, boccaccio.noblogs.org boccaccio@autistici.org

PARTIGIANI IN OGNI QUARTIERE, Milano, poq.noblogs.org

venerdì 16 settembre 2011

NIENTE TARGA ALLA FERIDA !

MILANO - Niente targa per la diva del cinema Luisa Ferida. La Zona 8, presidente il giovane Simone Zambelli (Sel), revoca la delibera con la quale, appena sei mesi fa, un'altra maggioranza chiedeva al sindaco l'istituzione di una «lapide alla memoria» in via Poliziano, dove l'attrice il 30 aprile del '45 fu fucilata. La motivazione? «Luisa Ferida non può e non deve essere considerata né un'eroina, né una patriota, né tantomeno un modello così positivo e straordinario da essere rammentato dalla cittadinanza tramite una targa commemorativa», si legge nella nuova delibera discussa e votata ieri sera in via Uruguay. «Solo chi mettendo a rischio la propria vita ha incarnato i valori etici che dobbiamo difendere sopra ogni cosa ha diritto di essere ricordato pubblicamente e di essere esempio per noi tutti».

Inevitabile la polemica: «Viene data la priorità a discorsi ideologici rispetto alle più urgenti esigenze della cittadinanza. È il vento nuovo di Pisapia», commenta Luca Bianchi (Pdl). Ma dall'Anpi di Zona 8, dove nelle scorse settimane la questione è stata ripetutamente all'ordine del giorno, respirano sollevati: «Lo scorso marzo, in questa stessa aula, una mozione che proponeva la targa alla Ferida e che era stata tenuta per un anno e mezzo in un cassetto è diventata delibera, con una sorta di colpo di mano - dice Antonella Barranca, coordinatrice Anpi -. Ci era parsa l'ennesima provocazione, dato che sempre in questa Zona, prima in viale Certosa, poi in via Pareto, si era insediata l'associazione Cuore nero». Il presidente nazionale Anpi, Carlo Smuraglia, allora aveva scritto all'ex sindaco chiedendo, piuttosto, che qualcosa fosse fatto per «collocare a Villa Triste qualcosa di più della attuale targhetta, praticamente invisibile, per ricordare le atrocità che vi furono commesse».

Villa Triste, in via Paolo Uccello, a cento metri da piazzale Lotto, oggi sede di un istituto di suore, fu il covo di torture dei partigiani da parte della banda di Pietro Koch. «La Ferida negli ultimi anni della sua vita fu coinvolta dal compagno Osvaldo Valenti, tenente della decima flottiglia Mas nella Repubblica sociale - ricorda Mattia Tarelli, presidente commissione Cultura -, e i due attori diventarono poi frequentatori di Villa Triste». Da anni è aperto un contenzioso storico sulla diretta partecipazione della Ferida alle torture perpetrate a «Villa Triste». E questa fu la ragione che sei mesi fa portò la maggioranza uscente di centrodestra a proporre la targa: «Un monito contro tutti quei movimenti e quei regimi totalitari e antidemocratici - aveva detto l'ex presidente Claudio Consolini - che hanno compiuto tante nefandezze. Nella nostra Zona ci sono molte targhe ai partigiani uccisi: credo non ci sia nulla di male se una lapide ricorderà anche un'attrice che, nonostante fosse incinta, fu fucilata in strada senza processo».
Alla storia della diva è stata recentemente dedicata la fiction «Sanguepazzo» per la regia di Marco Tullio Giordana. E un libro (Laura Ferida e Osvaldo Valenti. Ascesa e caduta di due stelle del cinema) di Odoardo Reggiani. Ma in un commovente video online, realizzato dall'Anpi di Quarto Oggiaro, è Antonietta Romano, figlia di Gaetano Romano, archivista capo della Questura di Milano nel 1944, a testimoniare il coinvolgimento diretto dell'attrice nelle torture praticate dalla Banda Koch a Villa Triste.

Paola D'Amico

sabato 10 settembre 2011

NESSUNO TOCCHI IL 25 APRILE







L'Anpi di Carate Brianza ha raccolto l'appello dell'Anpi nazionale ad organizzare presidi di raccolta firme a difesa del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno.
Sabato 10 settembre la nostra sezione caratese ha allestito un banchetto in piazza Battisti. Numerose le persone che si sono avvicinate sia per chiedere delucidazioni in merito sia per firmare l'appello "Nessuno tocchi il 25 aprile".
In due ore raccolte circa 60 firme. Avanti così!

venerdì 9 settembre 2011

NO ALLE SFILATE DI MODA SOTTO LA LOGGIA DEI MARCANTI

La settimana della moda che si svolgerà a Milano dal 21 al 27 settembre 2011, promossa dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, in accordo con l'Amministrazione Comunale di Milano, prevede ben sei sfilate nella Loggia dei Mercanti, sotto la quale sorge il sacrario dei Caduti per la Libertà e dei deportati milanesi scomparsi nei lager nazisti.

"Questo sacrario - sottolinea l'Anpi in un comunicato - ha un grande significato per Milano, città Medaglia d''Oro della Resistenza.
Milano rende sempre omaggio, nelle date fondanti della nostra democrazia, e nei momenti difficili che la nostra città ha attraversato a seguito del ripetersi di preoccupanti rigurgiti neofascisti e neonazisti, al sacrario della Loggia dei Mercanti".

"L'ANPI milanese - si ricorda - che si è recentemente opposta al progetto della Giunta Moratti di realizzare un city-center all'interno della Loggia, ha lanciato un appello per impedire che venga snaturato il sacrario dei Caduti di piazza dei Mercanti, sottoscritto da centinaia e centinaia di cittadini, i cui primi firmatari sono rappresentanti autorevoli della società e della cultura milanese. Per queste ragioni l'ANPI di Milano denuncia con fermezza l'iniziativa della sfilata della moda femminile che avrà luogo proprio all'interno della Loggia, violando apertamente la sacralità del luogo".

"Nelle linee programmatiche approvate dall'Amministrazione Comunale di centro-sinistra - si sottolinea - viene riaffermato un punto molto importante: il riconoscimento di Milano come capitale dell'Antifascismo e della Resistenza. Iniziative come le sfilate di moda nel sacrario dei Caduti vanno nella direzione opposta. Una città che dimentica, cancella e non rispetta il proprio passato, è una città senza futuro".

"L'ANPI provinciale di Milano chiama, fin d?ora, gli antifascisti, i democratici, i cittadini di Milano alla mobilitazione perché la sacralità della Loggia sia rispettata e questo superstite angolo della Milano medioevale non sia violato".

FUMETTI RESISTENTI



giovedì 8 settembre 2011

L'ANPI PARTECIPA ALLA MARCIA DELLA PACE PERUGIA - ASSISI

L'ANPI provinciale di Monza e Brianza parteciperà alla marcia della pace Perugia - Assisi che si terrà il prossimo 25 settembre.

Anche l'ANPI di Carate Brianza sarà presente. Sono aperte le iscrizioni !

Inviateci le richieste di iscrizione alla mail : anpicaratebrianza@libero.it


L'ANPI IN CORTEO A MONZA


martedì 6 settembre 2011

RACCOLTA FIRME PER SALVARE IL 25 APRILE




L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Carate Brianza partecipa alla mobilitazione nazionale volta a salvare le festività civili del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno.
L'ANPI, portatrice e sostenitrice dei valori che queste festività rappresentano, non può che manifestare la propria vivissima preoccupazione per le scelte fatte dal governo e ribadire il grande significato storico e la notevolissima valenza politica e sociale delle festività laiche.
A seguito dell’indignata mobilitazione di protesta che ha visto l’Anpi a fianco delle parti sociali, delle forze democratiche del Paese e di migliaia e migliaia di semplici cittadini, in commissione bilancio la maggioranza ha fatto marcia indietro e le tre feste laiche sono tornate ad essere tali.
Una vittoria di tutti democratici e gli antifascisti che subito si erano opposti a una decisione assurda e immotivata.
Nonostante il confortante ripensamento, la mobilitazione continua. Dobbiamo restare vigili perché ci stiamo abituando alle sorprese più impensate ed ai cambiamenti di rotta: l'iter parlamentare del provvedimento non è ancora ultimato.

L’Anpi di Carate Brianza invita perciò tutta la cittadinanza democratica alla raccolta firme “Nessuno tocchi il 25 aprile” che si terrà sabato 10 settembre in piazza Battisti dalle ore 9,30 alle ore 12,30.

Vi aspettiamo numerosi !

venerdì 2 settembre 2011

MONZA, 6 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE


L'Anpi sostiene le ragioni dello sciopero generale indetto dalla Cgil ed invita i propri iscritti e simpatizzanti a partecipare alle manifestazioni nelle varie città.

L'Anpi di Carate Brianza sarà presente alla manifestazione che si terrà a Monza.

Ritrovo e partenza da Carate Brianza alle ore 9,00 in piazza C.Battisti.

Concentramento in piazza Castello alle 9,30.

Corteo e arrivo in piazza S.Paolo dove l'Anpi provinciale di Monza e Brianza sarà presente con un banchetto di raccolta firme contro l'attacco alle festività civili del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno.

Partecipate numerosi!

GLI ITALIANI SI MOBILITINO PER SALVARE 25 APRILE, 1° MAGGIO E 2 GIUGNO

La Segreteria Nazionale ANPI, nel denunciare il rischio altissimo che la norma di fatto soppressiva del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno venga varata - in un clima di confusione e di preoccupante sottovalutazione politica - fa appello ai Comitati Provinciali, a tutti i cittadini, agli iscritti, agli antifascisti, ai partigiani, affinché si mobilitino sul territorio, assumano iniziative di sensibilizzazione e protesta e trasmettano telegrammi e messaggi al Presidente del Senato che dicano in modo chiaro e appassionato: «Non possiamo tollerare una norma che cancella i fondamenti della Repubblica e della democrazia, quindi l’identità civile del Paese, di tutto il Paese».

La mobilitazione deve proseguire durante il dibattito al Senato e alla Camera, fino al raggiungimento del risultato positivo (la soppressione del comma 24 dell’art. 1 del decreto).