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lunedì 1 febbraio 2010

FOIBE, LETTERA DI ROSELLA STUCCHI AL SINDACO DI MONZA

La tragedia delle foibe e la storia

Lettera aperta al sindaco di Rosella Stucchi, presidente dell'ANPI

La celebrazione della giornata del Ricordo nei due anni trascorsi è stata caratterizzata da una impostazione unilaterale, dando spazio e voce esclusivamente alla ADES (Associazione amici e discendenti degli esuli giuliani istriani fiumani e dalmati) con dibattiti e mostre documentarie che, nel denunciare – giustamente – l'orrore delle foibe e l'infinita tristezza dell'esodo, ignoravano totalmente il ventennio fascista con le gravissime angherie nei confronti della popolazione slava ed i crimini perpetrati dai fascisti assieme ai nazisti durante l'invasione e l'occupazione della Slovenia.

Quest'anno, su una proposta di ANPI e ANED, già fatta in passato, l'amministrazione aveva deciso di affiancare alla mostra dell'ADES una breve mostra predisposta dalla fondazione “Memoria della deportazione” che inserisce la tragedia delle foibe e dell'esodo nel più complesso quadro della situazione del confine orientale, illustrando appunto anche le malefatte del fascismo con l'italianizzazione forzata, il divieto di insegnamento dello sloveno, la chiusura delle scuole e delle associazioni slave nonché i veri e propri crimini di guerra commessi dai fascisti dopo l'aggressione alla Iugoslavia.

La compresenza delle due mostre, complementari e non contrapposte, in cui la seconda non sminuisce certamente l'orrore delle foibe e la tragedia dell'esodo, avrebbe consentito ai monzesi di formarsi una opinione più completa di questi tragici momenti della nostra storia.

L'ADES non ha accettato e l'amministrazione ha fatto marcia indietro decidendo di esporre separatamente le due mostre, quella dell'ADES alla Biblioteca Civica, quella della fondazione “Memoria della deportazione” nel più decentrato Binario 7 e soltanto per quattro giorni.
Non dimentichiamo che l'ADES in passato si è distinta per le sue manifestazioni revansciste fino ad arrivare l'anno scorso alla conclusione di uno spettacolo con il grido di “Eia, eia, alalà”.

L'ANPI protesta vivamente per questo comportamento dell'amministrazione che, trascurando l'inquadratura storica degli avvenimenti, ne deforma di fatto la realtà.
Anche quest'anno si è persa l'occasione di celebrare in modo unitario questa triste ricorrenza, certamente condivisa da tutti. L'ANPI invita, per la completezza dell'informazione, i cittadini monzesi, i rappresentanti le istituzioni e la stampa a visitare entrambe le mostre, l'inaugurazione al Binario 7 avverrà giovedì 4 febbraio alle ore 18 con la presenza degli autori Bruno Enriotti e Angelo Ferranti.

Rosella Stucchi

LA RISPOSTA DELL'ANPI CIRCA L'INTITOLAZIONE DI UNA VIA A GIORGIO ALMIRANTE

Coordinamento ANPI zona 6. Milano.
Cortese attenzione Presidente e consiglieri tutti. Comune di Milano, Circoscrizione zona 6.
A seguito mozione, presentata in data 25/01/2010 presso la soprascritta Istituzione, “Una strada intitolata a Giorgio Almirante”; il Coordinamento delle sezioni ANPI di zona, e l’assemblea tutta sezione ANPI Barona, riunita in data odierna per i lavori congressuali annuali, esprime rammarico e preoccupazione per simile proposta avanzata proprio nella stretta vicinanza della giornata della Memoria, ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano. Pensiamo che tale proposta sia da non prendere in considerazione, come molte città e paesi d’Italia hanno già fatto. Ricordiamo che Almirante fu firmatario nel 1938 del Manifesto della razza, e che dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione. Ricordiamo che Almirante con il ruolo di tenente della brigata nera si impegnò nella lotta ai partigiani in particolare in Val d' Ossola e nel Grossetano; qui, il 10 aprile 1944, apparve un manifesto da lui firmato, in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani (definiti "sbandati", all'interno del manifesto) che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi, suscitando feroci repressioni compiute dai fascisti in quelle zone; a titolo di esempio basti ricordare che nella sola frazione di Niccioleta, a Massa Marittima, tra il 13 ed il 14 giugno 1944 vennero passati per le armi 83 minatori. Chiediamo dunque il ritiro della mozione o la non approvazione. Comunichiamo inoltre che questa nostra richiesta, chiederà immediatamente sostegno ed adesione a tutti i partiti politici, le associazioni, i movimenti, i sindacati della zona e di Milano, portando a conoscenza di tale mozione la Comunità Ebraica e l’ANED Milanese. Certi di un vostro pronto riscontro in merito. Porgiamo distinti saluti.
Il coordinatore ANPI zona 6. - Ivano Tajetti.
Il presidente Assemblea ANPI Barona. - Massimo Camerini

MILANO, MOZIONE PER INTITOLARE UNA VIA A GIORGIO ALMIRANTE

FANNULLONI, QUANDO IL DUCE FACEVA COME IL MINISTRO BRUNETTA

PIAZZA 25 APRILE DI PECORARA E' SALVA


Il Sindaco di Pecorara (PC), Franco Albertini, ha ritirato il provvedimento che cancellava Piazza 25 aprile.
Una vittoria importante, frutto del lavoro appassionato di tanti, e voglio qui ricordare il contributo generoso e prezioso di Articolo 21. Una vittoria che, però, sarebbe stata irraggiungibile senza il supporto di migliaia di cittadini sensibili e responsabili i quali, rispondendo all’appello dell’Anpi, hanno lanciato un messaggio ben preciso: la memoria della Liberazione non si tocca. Non si toccano la giustizia, la libertà, la pace, valori per cui partigiani, antifascisti, deportati, militari, patrioti, gente comune hanno sacrificato la vita. 25 aprile non è un nome qualsiasi per una piazza, è il loro nome, la loro coscienza, la loro ansia di futuro. E’ rivivere una storia, sentire i nervi di una lotta sacrosanta, fissare il senso di una responsabilità collettiva. Un patrimonio incomparabile per tutti gli italiani, per lo stesso Sindaco di Pecorara e la sua giunta che invitiamo a valorizzarlo, da domani. Li sorprenderà il suo potere di presa civile, di entusiasmo, di spinta ad un cammino “costituzionale”, verrebbe da dire, l’unico possibile se vogliamo vivere in un sistema realmente democratico.
Sì, signor Sindaco, la invitiamo a farlo. Tra l’altro, è un suo dovere.

Tratto da Articolo 21