.

.

mercoledì 11 dicembre 2013

PIAZZA FONTANA

44° anniversario della strage di Piazza Fontana

12 Dicembre 1969 – 12 dicembre 2013.

Programma di giovedì 12 dicembre 2013

Ore 16,30 - Piazza Fontana appuntamento con le bandiere delle Associazioni Partigiane.

Ore 16,37 - Piazza Fontana deposizione delle corone alla presenza delle Autorità;

Ore 17,30 - Piazza della Scala, concentramento dei gonfaloni, delle bandiere delle Associazioni Partigiane e del corteo che confluirà in piazza Fontana.

Ore 18,00  in piazza Fontana interventi di:
Carlo Arnoldi, presidente Associazione Vittime di Piazza Fontana. Iacopo Lanza Rete degli studenti,
Graziano Gorla, segretario generale camera del Lavoro di Milano.
Prof. Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’A.N.P.I.
Presenta Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano.

Palazzo Castiglioni dell’Unione Commercianti, Sala Orlando Corso Venezia 47.
Ore 19,30  concerto dedicato al 44° anniversario della strage di Piazza Fontana.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

FERMATEVI !

Significativamente è' "Fermatevi!" il titolo-appello del documento dell’Associazione “Salviamo la Costituzione – aggiornarla, non demolirla” contro il disegno di legge costituzionale per l’istituzione del comitato per le riforme costituzionali ed elettorali.
E si spiega: "Col documento del 25 settembre relativo alla manifestazione del 12 ottobre a Roma, l’ANPI aveva proposto che l’unità delle forze che si battono per la Costituzione si ricompattasse a seguito di un’iniziativa della Associazione “Salviamo la Costituzione – aggiornarla, non demolirla”."
"Di fatto, questa gloriosa Associazione ha convocato per l’11 novembre il proprio Comitato direttivo, nel quale sono rappresentate molte associazioni e alcune anche di particolare rilievo. La riunione si è conclusa con un voto unanime; pubblichiamo, dunque, di seguito, il comunicato emesso dalla Presidenza dell’associazione, che è, di per sé, significativo, per il contenuto e per l’unanimità della decisione. Altrettanto significative le firme, di cui riportiamo qui le prime (oltre, naturalmente a “Salviamo la Costituzione”), che hanno un particolare significato unitario, ma a cui fanno seguito le firme di altre 20 Associazioni, di varie località del Paese".
“Il disegno di legge costituzionale per l’istituzione del comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali, trasmesso dal Senato alla Camera il 23 ottobre 2013 per l’ultima lettura, contraddice la lettera e lo spirito dell’articolo 138 della Costituzione, l’unico attraverso cui puntuali riforme della Costituzione sono state possibili in passato e sarebbero possibili oggi, se non si fosse imboccata questa strada. A ciò si aggiunga che l’emendamento del Senato ha aperto la strada a veri e propri stravolgimenti dell’impianto costituzionale, avendo reso possibile da un lato la modifica degli interi Titoli I, II, III e V e dall’altro il coinvolgimento anche delle disposizioni connesse dei titoli IV e VI.
Per questi motivi, dopo ampia discussione, il Consiglio Direttivo dell’associazione “Salviamo la Costituzione – aggiornarla, non demolirla”, riunito l’11 novembre sotto la presidenza del professor Alessandro Pace, ha espresso all’unanimità un giudizio radicalmente negativo sul disegno di legge costituzionale per l’istituzione del comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali trasmesso dal Senato alla Camera il 23 ottobre 2013 per l’ultima lettura”.

SOTTOSCRIVONO (fra gli altri):

ANPI
ANPPIA
CGIL
Comitati Dossetti per la Costituzione
Libertà e Giustizia

FORCONI, C'E' IL PERICOLO DI UNO SBOCCO A DESTRA

Il movimento dei “forconi” è tornato nelle strade e nelle piazze d’Italia, ancora più deciso ed agguerrito. In sé, potrebbe apparire una delle tante manifestazioni di protesta; ma c’è qualcosa di più, su cui occorre riflettere. Da mesi sto scrivendo e dicendo che bisogna fare attenzione e adottare provvedimenti seri contro l’emergenza sociale e la crisi, anche per evitare che la protesta si trasformi in forme esasperate e pericolose. Ed ho scritto più volte che, nelle grandi crisi, c’è sempre il grande pericolo dello sbocco a destra.
Ma la situazione è peggiorata e l’indignazione dei singoli si è trasformata spesso in manifestazioni al limite dell’esasperazione. Finora non è accaduto nulla di veramente preoccupante, anche se chiunque abbia buon senso non può restare indifferente di fronte alla grave situazione del Paese, con tutti gli effetti che ne derivano, per i singoli e per le categoria.
In questo caso, però, sembra che si stia andando ancora più in là; e i sintomi della rivolta eversiva sono piuttosto evidenti (i blocchi, il tentativo di “fermare” tutto il Paese, i comportamenti e gli atteggiamenti violenti, ecc.) così come è sintomatico il rapido allineamento col movimento, da parte di forze dichiaratamente di destra e alcune, decisamente fasciste.
E’ vero che alcuni dei promotori sembrano rifiutare certe logiche e certe alleanze; ma lo stesso proposito di bloccare tutto il Paese per “mandare tutti a casa” costituisce, di per sé, un sintomo davvero allarmante. Tanto più che la violenza, insita in queste forme esasperate di protesta, si manifesta talora in modo inconcepibile, come è avvenuto a Torino ed altrove. Quando la “protesta” degenera, bisogna porre un limite alla tolleranza; e lo Stato deve garantire, così come la libertà di manifestazione del pensiero, anche la libertà di circolazione.
In più, mi ha molto colpito ciò che è accaduto a Torino, dove – nonostante le smentite ufficiali – giornalisti accreditati confermano che alcuni agenti di polizia avrebbero solidarizzato con i manifestanti, togliendosi l’elmetto. Se ciò fosse vero, il fatto apparirebbe veramente intollerabile, perché il dovere di chi rappresenta lo Stato è di essere giusto e non esercitare violenze preventive, ma anche di non aderire a comportamenti violenti, di vera e propria rivolta. Lo Stato, in qualunque sua componente deve essere imparziale e occuparsi dei diritti di tutti i cittadini, nello stesso modo.
Altrimenti, dove andremmo a finire? Si può, dunque, comprendere tutto, anche l’indignazione e la protesta di chi lotta per il suo lavoro, la sua famiglia, la sua piccola impresa; ma non cessando di garantire la sicurezza, la tranquillità ed i diritti di tutti e non assumendo atteggiamenti benevoli nei confronti di chi sembra rievocare il fantasma dell’Abbasso tutti, di qualunquistica memoria.
Ho visto anche un comunicato stampa del Comitato provinciale dell’ANPI di Torino che, oltre ai blocchi che si sono verificati nei giorni scorsi, denuncia anche carenze e addirittura assenze delle forze dell’ordine.
E’ necessario che anche su questi aspetti e sulle eventuali responsabilità, il Ministero degli interni faccia i necessari accertamenti, anche per evitare che situazioni e fatti del genere, possano ancora verificarsi in futuro.
Insomma e per concludere, diciamo no ad ogni tipo di violenza diffusa e di sopruso, organizzato, sui diritti altrui; e soprattutto diciamo no a quelle forme di protesta e di “rivolta” che finiscono per avvicinarsi troppo a quel colore nero che non vogliamo più vedere nella nostra Italia e in nessun Paese.
Diciamo sì, invece, a quei governi che finalmente si decidano a mettere in campo tutte le risorse e tutte le misure possibili per risolvere la gravissima situazione economica e sociale in cui versa il Paese.