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martedì 31 maggio 2011

VITTORIA DI PISAPIA, LE PAROLE DI CARLO SMURAGLIA



C'è un entusiasmo, un'emozione diffusa, a fronte dei dati che ci provengono da tutta Italia, che non è possibile non condividere. Da queste amministrative esce un' indicazione fortissima e chiara, una volontà di cambiamento, che non riguarda solo la gestione delle città e delle provincie in cui si è votato, ma va molto al di là ed esprime un sentimento popolare lungamente atteso e che ora finalmente si manifesta. Ho scritto pochi giorni fa che il degrado e la deriva in cui sta precipitando il nostro Paese, avevano superato ormai il livello di guardia; e sottolineavo il fatto che, a fronte dell'indifferenza e della rassegnazione di molti, stavano emergendo molti segnali di volontà di riscossa. Ecco, oggi, essi si sono manifestati, con una presa di posizione collettiva e popolare che non può non essere raccolta. C'è un forte desiderio di buona amministrazione, di correttezza, di moralità; ma c'è anche una forte volontà di ritorno ai valori di fondo, su cui si basa la nostra convivenza civile ed attorno ai quali è costruita la nostra Costituzione. Ce lo dice il fatto che questo anelito non si esprime solo a Milano o a Napoli, ma anche in tante città, con lo stesso segno e la stessa indicazione politica. C'è una manifestazione che viene dal profondo della società civile, preme nella direzione della politica buona, della pulizia, della democrazia. E questo che ci rende partecipi dell'entusiasmo con cui vengono accolte le notizie trasmesse dalle radio e dalle televisioni, è per questo che si batte l'ANPI, nell'aspirazione ad un Paese, civile, democratico, antifascista, un Paese in cui trionfino il rispetto delle istituzioni, la tolleranza reciproca, l'uguaglianza, i diritti. Un Paese nel quale non ci sia posto per il disprezzo delle regole, per il razzismo, per la sopraffazione e nel quale davvero la legalità, il lavoro e la dignità costituiscano il fondamento della Repubblica. Tutto questo ci dicono i risultati di oggi, che spero vengano colti da tutti nella loro interezza e nei loro più profondi significati. E' chiaro che non possiamo fermarci su questo successo della ragione e della democrazia; dobbiamo impegnarci tutti perché il Paese assuma un volto nuovo, corrisponda alle attese, ai sogni, alle speranze di chi ha combattuto per la libertà, spesso sacrificando la propria vita. Insomma, non fermiamoci qui, sugli allori; ma andiamo avanti, difendiamo ed attuiamo la Costituzione, ridiamo il loro posto ai valori, ai princìpi che davvero devono regolare la vita di un Paese democratico e civile.

Carlo Smuraglia, Presidente nazionale Anpi

Qui sotto la piazza canta Bella ciao quando Smuraglia sale sul palco

IL PDL CI RIPROVA, I REPUBBLICHINI COME I PARTIGIANI. ENNESIMA PROPOSTA VERGOGNOSA!

Le Associazioni degli ex combattenti della Repubblica sociale di Salò potrebbero avere lo stesso riconoscimento dell'Anpi e delle altre associazioni ex combattentistiche, ricevendo anche contributi statali: l'apertura è prevista da una proposta di legge del Pdl al voto della commissione Difesa della Camera. Ma è scontro con le opposizioni.

La proposta di legge, di cui Gregorio Fontana è il primo firmatario, nasce dalla volontà di dotare le associazioni ex combattentistiche di una personalità giuridica, visto che tra l'altro ricevono dei fondi dal ministero della Difesa (tra il 2009 e il 2011 hanno ricevuto 1,5 milioni annui complessivamente). Il provvedimento stabilisce i requisiti perché queste associazioni ricevano il riconoscimento di Associazioni di interesse delle Forze Armate: tra i requisiti ci deve essere la loro apoliticità e che i loro statuti rispettino i principi di democrazia interna. I problemi cominciano perché la proposta assegna al Ministero un compito di vigilanza non solo sulla legittimità dei loro statuti, ma sulle attività stesse delle associazioni. E qui il centrosinistra vi ha visto la volontà di sottoporre a controllo l'Anpi, cioe' l'Associazione nazionale partigiani.

Ma l'elemento deflagrante è l'apertura al riconoscimento delle associazioni dei combattenti di Salò. Il testo infatti prevede che possano essere riconosciute dal ministero tutte le associazioni di ex ''belligeranti'', senza limitazioni di sorta.
Immediata la replica preoccupata dell'Anpi per bocca del presidente Carlo Smuraglia: "L'Anpi ha manifestato più volte netta e ferma opposizione a un'operazione del genere inammissibile sotto ogni profilo, storico e politico". "Continueremo ad opporci con ogni mezzo - prosegue Smuraglia - , anche chiamando alla mobilitazione iscritti e cittadini contro manovre di questo tipo che negano la storia e la realtà".

Il braccio di ferro in Parlamento si è protratto nelle scorse sedute della Commissione Difesa, dopo che gli emendamenti delle opposizioni che correggevano questi elementi sono stati tutti bocciati. Per bloccare l'iter il Pd ha presentato oggi una propria proposta, a prima firma Antonello Giacomelli, che è stato abbinato al testo Fontana. Questa proposta di legge prevede il riconoscimento solo per le associazioni di quanti sono stati ''legittimamente belligeranti'', il che escluderebbe i reduci della Repubblica sociale; in secondo luogo la vigilanza del Ministero non è sulle attività, ma unicamente sullo statuto delle Associazioni; infine le Associazioni sono sotto l'Alto patronato della Presidenza della Repubblica, per ''sottrarle alla maggioranza di turno''. ''Capisco che qualcuno possa dire - commenta Giacomelli - che l'omissione della dicitura 'legittimamente belligeranti' sia solo una dimenticanza, ma ultimamente queste coincidenza si moltiplicano: solo poche settimane fa era stata presentata proprio dal Pdl una proposta che abrogava il divieto di ricostituire il Partito fascista, ed oggi si strizza l'occhiolino ai reduci di Salò. Alla vigilia del 2 giugno è meglio mettere dei punti fermi''. "In una giornata come questa mancava la proposta di dare soldi ai reduci di Salò. Veramente qui dentro c'è chi lavora per il re di Prussia" è stato il commento del parlamentare del Pdl Franco De Luca, vicino alle posizioni del ministro Rotondi.

tratto da repubblica.it

La risposta dell'ANPI:

Immediata la replica preoccupata dell'Anpi per bocca del presidente Carlo Smuraglia: "L'Anpi ha manifestato più volte netta e ferma opposizione a un'operazione del genere inammissibile sotto ogni profilo, storico e politico". "Continueremo ad opporci con ogni mezzo - prosegue Smuraglia - , anche chiamando alla mobilitazione iscritti e cittadini contro manovre di questo tipo che negano la storia e la realtà"

TESSERA AD HONOREM AL PRESIDENTE NAPOLITANO

La sezione ANPI AME Agnoletti, dal 12 maggio, ha tra i suoi iscritti il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Questa la motivazione: "Al Presidente della Repubblica, per l'impegno profuso ogni giorno nella difesa dei principi
costituzionali e nella rappresentanza dell'unità nazionale, nata da risorgimento e salvata dalla Resistenza. Mirabile esempio di abnegazione".

La consegna è avvenuta grazie al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che ha materialmente consegnato la tessera ad honorem durante il pranzo con il prefetto della Provincia di Firenze, Paolo Padoin.

Al mattino il Presidente ha risposto, nel Salone de' 500, alle domande poste dagli studenti della facoltà di Scienze Politiche e Sociologia "Cesare Alfieri" dell'Università

venerdì 27 maggio 2011

STRAGE DI FUCECCHIO, ERGASTOLO A 3 EX NAZISTI NOVANTENNI

Ergastolo a tre ex nazisti oggi novantenni e maxi-risarcimento del danno - circa 14 milioni, solo di provvisionale - anche a carico della Repubblica federale di Germania, ritenuta ''responsabile civile''. E' la sentenza con cui, a 67 anni dai fatti, il tribunale militare di Roma mette la parola fine all'inchiesta per la strage del Padule di Fucecchio, in Toscana, dove nell'agosto '44 vennero trucidati 184 civili, in gran parte anziani, donne e bambini. Uno dei peggiori eccidi compiuti dai nazisti in Italia durante la seconda guerra mondiale. Gli imputati - tutti contumaci - sono l'ex capitano Ernst Pistor, di 91 anni; l'ex maresciallo Fritz Jauss, di 94, e l'ex sergente Johan Robert Riss, di 88, all'epoca appartenenti a diversi reparti della 26/a divisione corazzata dell'esercito tedesco (un quarto, l'ex tenente Gherard Deissmann, e' morto a cento anni nelle more del processo). Secondo l'accusa - sostenuta dal procuratore militare di Roma Marco De Paolis, il magistrato che sei anni fa avvio' le indagini quando era capo della procura della Spezia - i quattro avrebbero ''contribuito a causare la morte'' di 184 persone ''che non prendevano parte ad operazioni belliche'': 94 uomini (soprattutto anziani), 63 donne e 27 bambini, tra cui anche alcuni neonati. Come ha sottolineato il pm, richiamando quanto detto nel corso del processo dallo storico Paolo Pezzino, non fu una semplice rappresaglia, ma ''un'operazione di desertificazione totale''. Tra le 5 del mattino e le 2 del pomeriggio del 23 agosto 1944, undici giorni dopo la strage di Sant'Anna di Stazzema, soldati della 26/a divisione corazzata dell'esercito tedesco, in particolare gli 'esploratori' del 26/o Reparto agli ordini del capitano Josef Strauch, batterono uno per uno i casolari della zona, a cavallo tra le province di Firenze e Pistoia, sembra alla ricerca di partigiani, trovandovi pero' solo famiglie di contadini e numerosi sfollati in fuga dai bombardamenti. I nazisti uccisero senza pieta' tutte le persone che trovarono, in una carneficina che non risparmio' nessuno. I quattro imputati, in concorso con altri ex militari delle forze armate tedesche non identificati o gia' morti, sono accusati di aver compiuto l'eccidio, con le aggravanti, tra l'altro, dei motivi abietti, della premeditazione e di aver compiuto il fatto con sevizie e crudelta'. Aggravanti tutte riconosciute oggi dal Tribunale. A comandare la squadra che si sarebbe macchiata di gran parte dei crimini, in particolare, sarebbe stato il maresciallo Jauss. Tutte le uccisioni sono avvenute ''a sangue freddo, non in combattimento, guardando negli occhi donne e bambini innocenti'', ha detto il procuratore De Paolis nel corso della requisitoria, sottolineando che gli imputati hanno ''sempre mostrato totale disinteresse per le vittime: l'occasione poteva essere questo processo, ma da parte loro mai una parola. Nulla, solo un vergognoso silenzio''. ''Speriamo solo - ha aggiunto De Paolis, subito dopo la condanna - che se la sentenza verra' confermata in Cassazione, ci sia la possibilita' di far scontare la pena, almeno in Germania''. Il magistrato, che conosce bene i precedenti di altre condanne, non si fa comunque troppe illusioni. Cosi' come non se le fanno i parenti delle vittime: ''sapevamo fin dall'inizio che non avrebbero mai fatto neanche mezz'ora di carcere. Ma questo non importa'', dice Rinaldo Vanni, sindaco di Monsummano Terme, una delle 9 amministrazioni comunali della zona che si sono costituite parti civili, stasera nell'aula del tribunale indossando la fascia tricolore. ''Oggi finalmente e' stata fatta giustizia e anche se la sentenza arriva a 67 anni dai fatti, c'e' comunque la soddisfazione di vedere riconosciuta l'affermazione di una precisa responsabilita' penale in capo agli imputati e allo stesso esercito tedesco''. E proprio in questo senso va la decisione del Tribunale di condannare al risarcimento del danno, ''in solido'', sia i tre ex militari sia la Repubblica federale di Germania. Un risarcimento che verra' liquidato ''in separata sede'', ma che gia' prevede una provvisionale ''immediatamente esecutiva'' milionaria: 13 milioni e mezzo di euro ai 32 parenti delle vittime (da un minimo di 80 mila euro a un massimo di 710 mila a parente) e circa mezzo milione alle amministrazioni comunali, alla Regione Toscana e alla Provincia di Pistoia costuitesi parti civili, insieme alla presidenza del Consiglio. ''Individuare la Repubblica Federale di Germania quale responsabile civile in questi processi - osserva il procuratore De Paolis - e' un principio che si sta affermando e, a nostro avviso, e' un fatto positivo''.

tratto da ansa.it

FESTA DELLA REPUBBLICA E DELLA COSTITUZIONE

domenica 22 maggio 2011

GIULIANO PISAPIA RISPONDE AD ANPI E ANED

Cari amici, ho ricevuto e ho letto con intensa partecipazione il vostro documento. Potete immaginare quanto io sia legato – per formazione, per continuità nell’impegno sociale e politico – al grande patrimonio storico e civile della Resistenza. Milano è città Medaglia d’Oro, capitale della Resistenza, alcune tra le più importanti figure dell’antifascismo italiano qui hanno lavorato ed operato, da Giovanni Pesce a Francesco Scotti, da Sandro Pertini ai tanti eroici combattenti cui la storia non ha dato il risalto che pure avrebbero meritato. Ricordo di aver conosciuto in anni ormai abbastanza lontani Pietro Francini – forse il vero organizzatore degli straordinari scioperi del 1943 e del 1944 – e l’indimenticabile Gisella Floreanini. Il contributo di Milano ha avuto il peso enorme dei caduti il cui nome ancora oggi onoriamo come meritano, e citerò per tutti Gina Bianchi, l’indimenticabile Lia, e Filippo Beltrami. E la memoria così difficle della deportazione, di cui – senza fare ingiustizia ad altri – voglio ricordare la testimonianza umanamente e politicamente essenziale giorno dopo giorno di Nedo Fiano e di Gianfranco Maris. La Costituzione, nata dalla Resistenza come la Repubblica, è la mia guida. L’articolo 3 è il più potente fattore di cambiamento nella nostra democrazia. “E’ compito della Repubblica”, dice, non dello Stato, perché la Repubblica siamo noi, ciascuno di noi: è il riconoscimento dell’impegno personale, della partecipazione. La lezione della Resistenza è proprio essere autori del proprio destino, senza uomini della Provvidenza, senza il comodo obbedire agli ordini, respingendo intimidazione, violenza, discriminazione, persecuzione razziale, sociale, sessuale. Valeva per ieri, vale per oggi. E per mantenere il patto tra gli italiani occorre avere la cura dei luoghi, della memoria materiale della città. Per questo condivido per intero l’appello e il richiamo che mi avete mandato. Che sia un appello è evidente ma io lo vivo anche come un richiamo, perché da troppi anni Milano è stata allontanata e spesso è apparsa quasi distratta dalla sua viva storia. Non vale per le grandi manifestazioni: il 25 aprile continua ad essere un riferimento per decine di migliaia di milanesi, giovani e meno giovani. Ma poi c’è la più complessa quotidianità, in cui si vedono segni e guasti prodotti dalle tesi – permettetemi: sciagurate – che facendo leva su concetti che quando va bene sono ambigui, più spesso apertamente da combattere, e hanno percorso il corpo vivo della città. Vi posso assicurare che la mia Amministrazione – se i milanesi con il loro voto ne permetteranno la nascita – non sarà più oscillante, ambigua, o accomodante verso le tesi cosiddette “pacificatorie”: la differenza mi è e ci sarà ben chiara, è e sarà un tratto distintivo del nostro modo di rapportarsi alla città. Il restauro della Loggia dei Mercanti avrà un senso particolare. Con il Duomo e il Castello, la Loggia e Palazzo Marino sono il segno dei tre poteri storici e in particolare quello del potere civile. Affermano la continuità della storia di Milano, della sua tradizione civica, del suo essere luogo non tanto di accoglienza quanto di emancipazione, sviluppo civile, progresso: l’aria della città rende liberi, come ha detto uno dei più grandi milanesi. Non ho bisogno di entrare in ulteriori particolari, credo: faccio mie le vostre proposte perché corriuspondono al bisogno di costruire una nuova prospettiva per Milano a partire dalle sue solide radici. Queste cose le ho dette già nel corso della campagna elettorale e – soprattutto – fanno parte della mia formazione di uomo e di cittadino. Caro Smuraglia, caro Venegoni, a voi che – per storia personale e per nobilissima storia familiare – rappresentate e dirigete A.N.P.I. e A.N.E.D. giunga il mio cordialissimo abbraccio.

Giuliano Pisapia

martedì 17 maggio 2011

APPELLO PER IL 2 GIUGNO

La festa del 2 giugno? Una grande manifestazione per la Repubblica e la Costituzione. Questo il significato dell'appello che il Comitato promotore lancia in vista delle celebrazioni per il 2 giugno.

Questo il testo dell'appello.

"Noi, lo scorso anno a Milano, abbiamo festeggiato il 2 giugno con una grande manifestazione che affermava il legame indissolubile fra la Repubblica e la Costituzione, riconoscendo le loro comuni radici nella Resistenza, quale moto popolare di donne e di uomini che ha liberato il Paese dall’occupazione tedesca, dalla dittatura fascista e riunificato l’Italia.
La guerra di Liberazione e poi la proclamazione della Repubblica pongono un suggello al Risorgimento ed a una rinnovata unificazione del Paese, facendo riconoscere gli Italiani, non più e non solo in confini geografici, ma in valori e precetti comuni: quelli della Carta Costituzionale!

La Costituzione è base della nostra libertà e del nostro vivere civile. In essa sono scolpiti i pilastri della nostra democrazia:

i diritti umani e sociali, la partecipazione della cittadinanza alla vita sociale e politica;

la passione egualitaria, cioè la passione verso i diritti di cittadinanza, egualmente riconosciuti a tutti. A partire dal diritto al lavoro e alla formazione, eliminando gli impedimenti e gli ostacoli e creando le condizioni al suo esercizio effettivo;

l’autonomia e la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), compreso quello dell’informazione; e la loro indipendenza, la loro laicità e l’equilibrio tra di essi.

La Costituzione è come un albero, radicato nella terra in cui nasce e cresce. Si può potarlo o innestarlo, ma non si può sradicarlo dalla sua terra, senza farlo morire. Oggi questi pilastri e questi principi sono a rischio. E dunque la stessa democrazia può entrare in crisi e correre rischi di svuotamento e di involuzione.

Gli attacchi del Governo e della sua maggioranza parlamentare alla Costituzione e alle Istituzioni di garanzia, finiscono per delegittimare le regole fondamentali su cui si basa la civile convivenza e sulle quali si può costruire, per i giovani, una vita serena e dignitosa ed una speranza per il futuro.

Noi non possiamo più tollerare gli insulti alla Corte Costituzionale ed alla Magistratura, le surrettizie proposte di modifica all’articolo 1 della Costituzione, così come quella di abolire il divieto di ricostituzione del Partito Fascista. Non casuali, crediamo altresì, sono i tentativi tardivi del Governo di artificiose modifiche di legge sui temi posti all’attenzione della popolazione dai prossimi referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento; questi escamotage legislativi tendono esclusivamente a vanificare il diritto al voto delle elettrici e
degli elettori.

Noi non ci rassegniamo!

PER QUESTI MOTIVI CHIEDIAMO ANCORA UNA VOLTA A TUTTI COLORO CHE SI RICONOSCONO NEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA
CARTA COSTITUZIONALE E NEI SUOI FINI, DI DARE LUOGO IL PROSSIMO 2 GIUGNO A MILANO AD UNA GRANDE MANIFESTAZIONE
CONTRO OGNI TENTATIVO DI MODIFICARE I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE E IL SIGNIFICATO STORICO E SOCIALE DELLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA.

IL COMITATO PROMOTORE:
- ACLI
- ANPI Nazionale
- ARCI
- Associazione Adesso Basta
- Associazione Culturale Punto Rosso
- Casa della Carità
- Casa della Cultura
- CGIL
- Il Popolo Viola Milano
- Libera. Associazione, nomi e numeri contro le mafie.
- Libertà e Giustizia

mercoledì 11 maggio 2011

APPELLO DI ANPI E ANED AI CANDIDATI SINDACO MILANESI



A Milano un appello di Anpi e Aned ai candidati sindaci e, in particolare, a Letizia Moratti per il Pdl e Giuliano Pisapia per il centrosinistra, che rappresentano i due principali schieramenti.
Questo il testo:
"Le prossime elezioni amministrative milanesi costituiscono un momento importante per la definizione di un progetto per la città, basato sul consolidamento e sullo sviluppo dei diritti di cittadinanza civile, politica e sociale e di piena applicazione del dettato costituzionale. Nel progetto di chi governerà Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, dovranno perciò essere previsti interventi volti a consolidare una memoria storica che renda merito ai tantissimi cittadini e cittadine milanesi che hanno lottato contro il fascismo e il nazifascismo e reso possibile lo sviluppo della città e dell’intera nazione nella libertà e nella democrazia.
Per queste ragioni, le presenti Associazioni sottopongono ai candidati sindaci di Milano alcuni obiettivi da inserire nel progetto di governo, sui quali chiedono un chiaro pronunciamento: Costruzione della Casa della Memoria nei termini e nei modi di cui alle determinazioni originarie quale Casa delle associazioni partigiane, dei deportati, delle vittime del terrorismo, dei famigliari della strage di piazza Fontana, e dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione, per portare avanti e sviluppare iniziative politiche, culturali, didattiche e di ricerca per ricordare la storia della Resistenza di Milano, affinché il passato non ritorni; impegno a reperire le risorse economiche necessarie.
Nello stesso tempo vanno mantenuti gli impegni assunti con i cittadini dell’Isola e il consiglio di zona per la sede civica di quartiere da tempo richiesta, senza che la stessa sia messa in alternativa alla casa della Memoria.
Memoriale della Shoah al binario 21 Il binario 21 è un patrimonio di Milano, della Comunità ebraica, dei partigiani e degli operai deportati e massacrati nei campi nazisti, insomma di tutti coloro che da quel binario sono partiti per la deportazione. E fondamentale, nell’interesse della collettività milanese che il memoriale venga condotto rapidamente a termine.
Restauro della Loggia del Mercanti La Loggia dei Mercanti deve essere sistemata in modo adeguato, consolidando e valorizzando la sua caratteristica di sacrario dei caduti. Va assolutamente evitato un suo stravolgimento, che la prevista trasformazione della stessa in un centro di informazione per l’Expo 2015 determinerebbe.
Programma di manutenzione delle lapidi e dei monumenti di zona e di quartiere Impegno per la predisposizione di un programma specifico per la ricollocazione e il mantenimento delle lapidi apposte sui muri di fabbriche dismesse o in via di dismissione.
Mostra permanente sulla deportazione. Impegno per la realizzazione, in concorso con gli altri comuni interessati, di una mostra permanente sulla deportazione nei rifugi antiaerei che sorgono vicino al Monumento del deportato al Parco Nord.

Pubblicazione sulle lapidi e sui monumenti della Resistenza. Impegno per la realizzazione, da parte dell’Amministrazione Comunale di Milano, di un libro che raccolga le informazioni sulle lapidi dedicate ai partigiani milanesi (con relativa breve biografia) e sui monumenti dedicati alla Resistenza. Rispetto e coerenza del ruolo avuto da Milano nella Resistenza L’ANPI e l’ANED di Milano chiedono che vi sia un chiaro impegno perché non ci siano decisioni, concessioni, tolleranza, sostegno a iniziative ad associazioni o soggetti comunque denominati che si rifacciano a fascismo, nazismo e altre forme di intolleranza politica e di razzismo".

venerdì 6 maggio 2011

COMBATTERE IL NEOFASCISMO

Contro il moltiplicarsi delle manifestazioni neofasciste avviare una grande campagna di riflessione e informazione. Questa l'indicazione che il presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia, lancia attraverso una lettera ai presidenti dei Comitati provinciali dell'Associazione, ai fiduciari e alle Sezioni all’estero.

Questo il testo della lettera.

Cari amici e compagni,
abbiamo raccolto notizie da tutta Italia circa una ripresa ed una intensificazione delle iniziative di tipo nazi-fascista, e riteniamo necessaria una reazione forte. Indirizzeremo un appello, alle più alte cariche dello Stato. Ma intanto riteniamo necessario avviare una grande campagna, di riflessione, di informazione e di impegno su questi temi, alla quale chiederemo di concorrere e partecipare anche alle altre Associazioni partigiane.

Una campagna che deve risolversi, da parte delle nostre organizzazioni, in iniziative di buon respiro, di forte impegno e di grande partecipazione, oltreché di collaborazione con tutte le forze democratiche che si richiamano ai valori dell’antifascismo e con le istituzioni, innanzitutto a livello locale. Noi pensiamo che la campagna debba articolarsi attorno a queste tematiche:

1. Osservazione e raccolta di dati sulle iniziative di tipo fascista, anche per individuare collegamenti e
finalità;

2. Denuncia di protezioni e connivenze (ovviamente, dimostrate e dimostrabili);

3. Particolare attenzione alle recenti iniziative parlamentari (abrogazione della XII disposizione transitoria della Costituzione, ecc.), al loro significato anche in concreto (in riferimento, ad esempio, alle leggi più note in tema di antifascismo); ma anche alla iniziativa di creazione di una commissione di inchiesta sulla “violenza politica” (naturalmente, dei partigiani, secondo i promotori), negli anni tra il 1944 e il 1948;

4. Che cosa è stato il fascismo, in realtà, e quali effetti disastrosi ha prodotto (messa a disposizione di dati, riflessioni sulle varie manifestazioni di autoritarismo e di dittatura, dalle leggi razziali alla repressione del dissenso, alla guerra);

5. Riflessioni sulle nuove forme di “fascismo”, in Italia e in Europa;

6. Riflessioni sull’antifascismo, vecchio e nuovo.

Raccomandiamo di privilegiare la riflessione e l’informazione rispetto ad iniziative puramente propagandistiche. Bisogna informare e far conoscere (molto anche nelle scuole), ma in modo serio e documentato, e possibilmente avanzare proposte concrete. Raccomandiamo altresì di coinvolgere nelle nostre iniziative intellettuali, democratici, antifascisti, perché rechino il loro contributo di approfondimento e di informazione ed in particolare gli istituti storici.

Saremo lieti di essere informati almeno delle maggiori iniziative che in ogni sede verranno intraprese.

Con i migliori saluti.

Il Presidente Nazionale
Prof. Carlo Smuraglia

lunedì 2 maggio 2011

RICCI ACCANTO A SMURAGLIA

Qui di seguito la risposta di Raimondo Ricci, presidente nazionale uscente dell'Anpi alla lettera di Carlo Smuraglia, suo successore.

Caro Carlo,

Ti ringrazio di cuore per le parole che hai voluto indirizzarmi nel momento in cui hai assunto il ruolo di presidente nazionale dell’Anpi. Le tue sono state per me espressioni di grande stima, umana frequentazione e collaborazione professionale.

Non credo comunque di meritare elogi particolari in quanto i comportamenti che hanno caratterizzato l’intera mia esistenza sono stati semplicemente dettati da un’esigenza di coerenza con gli ideali della Resistenza e con la memoria dei tanti caduti che mi hanno accompagnato lungo la strada che il destino mi ha tracciato. Quindi per me un semplice dovere. Adempiuto nelle forme e nei limiti delle mie capacità.

Leggendo il tuo messaggio avverto che tu hai compreso la natura del mio impegno politico nell’Anpi e ciò profondamente mi conforta. In nome di questo tuo sentimento sono pienamente disponibile a collaborare, particolarmente con te nel tuo nuovo compito di presidente nazionale, accettando di buon grado l’impegno di costituire un Comitato d’Onore per la cui nascita e funzionamento desidero avere soltanto la tua persona quale interlocutore.

Un fraterno abbraccio

Raimondo Ricci