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domenica 5 settembre 2010

8 SETTEMBRE 1943 RIGENERAZIONE DELLA PATRIA

Quando la radio annunciò l’avvenuto armistizio dell’Italia con le forze alleate anglo-americane, il Re era già fuggito e la mancanza di ordini superiori crearono lo sbandamento dell’esercito italiano.
I tedeschi, che già dal 25 luglio avevano iniziato a far arrivare alcune divisioni dalla Germania, presidiando i punti strategici dell’Italia riuscirono a catturare oltre 600 mila soldati, sottufficiali ed ufficiali che furono tradotti nei campi di concentramento in Germania: 45 mila di questi non sono più tornati.
Molti resistettero ingaggiando veri e propri scontri: per la difesa di Roma nella battaglia di Porta San Paolo granatieri, paracadutisti e schiere di popolani combatterono con eroismo.
In Grecia, sull’isola di Cefalonia, la divisione Acqui resistette alle forze tedesche fino alla fine. Dopo i combattimenti coloro che si arresero non furono fatti prigionieri ma tutti massacrati: i morti furono 9500 soldati su 11500 e 390 ufficiali su 525.
Quelli che riuscirono a salvarsi si unirono alla Resistenza Greca.
A Piombino, dopo furiosi combattimenti, venne vanificato un tentativo di sbarco tedesco proveniente dalla Corsica: nello scontro vi furono 500 morti e 200 prigionieri.
Dopo l’8 settembre, diversi sfuggirono alla cattura, nascondendosi e dandosi alla macchia; gruppi numerosi, organizzati soprattutto dagli antifascisti che operavano nella clandestinità, andarono in montagna e divennero Partigiani. Tra questi si distinsero i nostri Gianni Citterio e Gian Battista Stucchi.
Il 9 settembre a Roma nacque il C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) che chiamò gli italiani alla lotta e alla resistenza.
La guerra di liberazione durò 20 mesi: iniziò subito con le quattro giornate di Napoli, durante le quali la popolazione insorta costrinse i tedeschi ad abbandonare la città.
Il porto, che era stato minato, venne salvato.
In Italia Centrale e al Nord sorsero numerose brigate partigiane di ogni tendenza politica, ma con un unico scopo: far finire la guerra e dare la libertà al popolo italiano, creando un sistema democratico, riscattando l’Italia dal fango in cui il fascismo l’aveva trascinata.

NON DIMENTICHIAMO, TENIAMO VIVA LA MEMORIA STORICA.
L’8 SETTEMBRE NON FU LA FINE DELLA PATRIA, MA LA SUA RIGENERAZIONE

ANPI Provinciale Monza e Brianza

N.B. Domenica 3 ottobre è prevista la visita a Marzabotto, in ricordo delle tante vittime.