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martedì 6 marzo 2012

LE DONNE DELLA RESISTENZA, NORI BRAMBILLA PESCE

Nell'ambito delle celebrazioni del 9 marzo e in occasione dell'8 marzo giornata della donna, proponiamo la presentazione del libro di Onorina Brambilla Pesce, partigiana recentemente scomparsa.


LE RADICI DELL'8 MARZO NELLA LIBERTA' DELLA DONNA

"Raramente si ricorda quando e come nasce in Italia la festa dell’8 marzo: festa che, più precisamente, rinasce, dopo che il fascismo e la prima guerra mondiale l’avevano cancellata", inizia così una nota del Comitato nazionale Anpi. Che così prosegue:

"La prima volta , si svolge in una Roma da pochi mesi tornata alla libertà e alla pace, mentre metà Paese è ancora impegnato in una feroce guerra contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò sua alleata e complice. Molte donne, rompendo tradizioni e costumi millenari, sono con i partigiani, in montagna e ovunque nelle città e nei piccoli paesi. Partecipano a scioperi contro la guerra, la fame, la mancanza di combustibili. Clandestinamente, sfidano gli occupanti portando mimose sulle tombe dei Caduti per la libertà.

Vogliamo ricordare questo atto di nascita perché lì stanno le radici di quei movimenti che lungo gli anni sono riusciti a conquistare la piena cittadinanza e tutti quei diritti civili che hanno portato le donne ad entrare nella vita, almeno formalmente, con le stesse opportunità degli uomini. Sottolineiamo “formalmente”, perché nella realtà quotidiana trovare lavoro, percorrere una carriera, crescere i figli (e in molti casi persino decidere di metterli al mondo), sono tornati ad essere ostacoli durissimi mentre i salari molto distanti da quelli ricevuti dagli uomini .

E mentre è di buon augurio il fatto che per la prima volta tre donne siano entrate nel nuovo governo per ricoprire incarichi di primo livello, tante donne competenti e appassionate al loro lavoro che ogni giorno si incontrano nei luoghi più disparati, continuano ad avere una rappresentanza insignificante là dove si esercitano ruoli di direzione nelle più varie attività.

Infine, ciò che più allarma, è la persistenza di un’idea della donna come corpo e bellezza quale principale mezzo vincente per avere successo nella vita. I modelli velenosi sparsi negli ultimi anni in ogni modo per convincere le ragazze che l’uso del corpo è il fondamento di ogni strategia per farsi strada nella vita e ottenere rapidamente riconoscimenti e ricchezza, sono penetrati profondamente nel costume, nell’inconsapevolezza della perdita di dignità e libertà che queste scelte comportano.

L’ANPI, ha tra i suoi iscritti molte donne che sono state in prima fila nella Resistenza come nei movimenti che hanno accompagnato e talvolta guidato le conquiste di questi settant’anni. Oggi, allarmata per l’incerto futuro che si prospetta alle giovani generazioni, vuole ricordare a chi si appresta a progettare il proprio avvenire, che la generazione protagonista della Guerra di Liberazione e della ricostruzione, si trovò a fare i conti con macerie materiali e morali non meno pesanti delle attuali, e che tuttavia riuscì a rimettere in piedi l’Italia attraverso un impegno personale e collettivo senza precedenti.

L’ANPI lavora perché questo tessuto connettivo si ricostituisca e continua ad essere impegnata, accanto a tutte le donne che reagiscono a questo stato di cose, perché riprenda il cammino iniziato tanti anni fa, con tante speranze".

UNA MAIL PER DIRE NO ALLE FOTO DI MUSSOLINI E DELLA PETACCI


Una mail per contestare il sindaco nostalgico di Mezzegra

Molte le mail che chiedono al sindaco di Mezzegra di fare marcia indietro sulla decisione di aggiungere, alla lapide che segna il luogo della morte di Mussolini, anche il nome della Petacci e le foto dei due. Questo perchè molti cittadini e l'Anpi si sono mobilitati per esprimere il proprio dissenso per quella che appare “Una azione meramente nostalgica”.

«Ogni anno – ha raccontato Lella Greppi, promotore, insieme a Daniela Poncia e Diana Giossi, dell’iniziativa – giungono alla lapide già esistente una folla di nostalgici da tutta Italia, mentre il parroco celebra una messa di suffragio alla fine della quale si assiste a saluti romani e vecchi slogan fascisti. Il nulla-osta dato dal Sindaco alla posa della nuova lapide a noi è sembrato offensivo per tutti quei cittadini che considerano la caduta del fascismo il momento fondante del nostro Stato democratico».

La loro idea è semplice: invitano a spedire al sindaco, Claudia Lingeri, una mail con un testo da loro predisposto. Ne è nato un nutrito passaparola telematico che sta coinvolgendo, sul web, anche entità molto lontane da quelle prettamente locali. Il testo della mail, con l’invito a partecipare all’iniziativa, è stato pubblicato anche sul sito ufficiale dell’Anpi (associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Enna, all’altro estremo della Penisola.

«A pochi giorni dall'avvio del passaparola – ha dichiarato Lella - siamo già ad un centinaio di mail inviate, o almeno tante sono le persone che hanno ritenuto di farcelo sapere. Una bella soddisfazione. L’iniziativa durerà ancora a lungo nella speranza di ottenere ascolto. Mi piacerebbe leggere sui muri dei miei paesi messaggi di vita, di pace, o nomi di persone che meritano di essere ricordate per il loro impegno nel campo civile, sociale, artistico, culturale, invece che quelli di chi portò l'Italia al dolore, alla miseria, all'odio fraterno».

“Riteniamo che un Sindaco – si legge nel testo della mail -, rappresentante delle istituzioni, dovrebbe aver chiara la distinzione tra chi ha portato l'Italia verso la tragedia della guerra, inseguendo le nefandezze naziste, e chi imbracciò le armi per riconquistare la pace e un futuro di libertà per sé e per i propri figli. Questi ultimi caduti vanno pubblicamente ricordati, ad alimentare la riconoscenza di chi ancora oggi in questa pace può vivere”.

http://www.vaol.it/it/notizie/lapide-mussolini-comune-di-mezzegra-invaso-da-mail-di-protesta.html

http://www.vaol.it/it/notizie/mezzegra-anche-la-petacci-sulla-lapide-del-duce-anpi-insorge.html

Questo il testo della lettera inviata al sindaco.

"Egregio Sindaco,
riteniamo che la foto di Mussolini, pur in abiti civili, e di Claretta Petacci in un luogo di pubblico passaggio, sia offensiva per tutti quei cittadini, residenti o meno, che considerano la Resistenza - con la caduta del fascismo- il momento fondante del nostro Stato democratico.
Se conservare la memoria della nostra storia è cosa fondamentale e sacrosanta, altro è l'avallo istituzionale ad una iniziativa meramente nostalgica.
Riteniamo che un Sindaco, rappresentante delle istituzioni, dovrebbe aver chiara la distinzione tra chi ha portato l'Italia verso la tragedia della guerra per brama di potere, inseguendo le nefandezze naziste, e chi -uomini e donne- imbracciò le armi per riconquistare la pace e un futuro di libertà per sè e per i propri figli.
Questi ultimi caduti vanno pubblicamente ricordati. I loro nomi e le loro effigi apposte in luoghi pubblici, ad alimentare la riconoscenza di chi, ancora oggi e speriamo per sempre, in questa pace può vivere.
Gli altri morti, quelli che condussero l'Italia in guerra, che torturarono e perseguitarono, che consentirono pogrom e devastazioni con la morte di tanti civili innocenti, vengano ricordati, da chi lo desidera, in privato senza ostentazione.
Pertanto la invitiamo a ritirare il nulla-osta concesso.
Ringraziandola per l'attenzione porgiamo distinti saluti."