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giovedì 24 dicembre 2009

BUONE FESTE A TUTTI GLI ANTIFASCISTI

OLTRE 2300 BIOGRAFIE DI ANTIFASCISTI SUL SITO NAZIONALE DELL' ANPI

Donne e uomini dell'antifascismo,della Resistenza e della guerra di Liberazione

Oltre 2.000 biografie
la maggiore galleria esistente in rete

La galleria dei ritratti delle donne e degli uomini dell'antifascismo, della Resistenza e della Guerra di Liberazione conta oggi ben 2.304 schede biografiche. È un risultato sul quale forse nessuno di noi avrebbe scommesso, tanti anni fa, quando abbiamo intrapreso questo cammino. La nostra si conferma così come la più importante rassegna di biografie di antifascisti esistente in rete.

Dobbiamo questa intensa galleria al lavoro, alla passione e alle ricerche di Fernando Strambaci, giornalista, che a suo tempo fu giovanissimo sappista. A lui il nostro sentito ringraziamento, che estendiamo a quanti, in questi anni, ci hanno aiutato a ricostruire le biografie di antifascisti spesso troppo frettolosamente dimenticati.

Nonostante le sue dimensioni - lo dobbiamo ribadire ancora una volta - la nostra rassegna è ancora necessariamente solo una piccola parte, una autentica goccia nel mare rispetto a quel totale che comunque sempre abbiamo in mente. Nel corso dell'ultima guerra mondiale, infatti, furono decine di migliaia i partigiani che parteciparono attivamente, spesso a prezzo della vita, alla guerra di liberazione dell'Italia dal fascismo e dall'occupante nazista. In questa guerra migliaia e migliaia furono i caduti in combattimento, le vittime delle rappresaglie e delle stragi; i feriti, i mutilati, i torturati, gli arrestati, i deportati nei Lager nazisti, la cui biografia a buon titolo potrebbe essere aggiunta a questa nostra rassegna.

Senza la pretesa di essere esaustivi, ci pare tuttavia di poter dire che questa galleria (nella quale sono comprese tutte le Medaglie d’oro al valor militare della guerra di Liberazione, diciannove delle quali sono state conferite a donne) sia rappresentativa delle mille sfaccettature del movimento partigiano, nel quale confluirono, trovando coesione e unità, uomini e donne di diverso orientamento politico e ideale e di differente ceto sociale, uniti nella determinazione di riscattare la dignità del paese offesa da un ventennio di regime fascista e da una sanguinosa occupazione militare straniera.

Queste biografie sono un omaggio a tutti coloro che in ogni tempo e in ogni condizione seppero mettere i valori della libertà e della democrazia al di sopra di ogni cosa, persino della incolumità propria e dei propri cari.

Consultatele cliccando qui sotto!

http://www.anpi.it/uomini.htm

mercoledì 23 dicembre 2009

ATTACCO ALLA COSTITUZIONE. NELLA FINANZIARIA VERGOGNOSO STOP ALLA GRATUITA' DEL PROCESSO DI LAVORO

Come denuncia il Sen. Felice Casson, il Governo e la maggioranza di centro destra colpiscono i lavoratori cancellando la gratuità del processo di lavoro. In violazione delle norme costituzionali, il Governo ha introdotto nella Legge Finanziaria una norma che prevede il pagamento del contributo unificato per l’iscrizione a ruolo anche per i processi di lavoro. Questo vergognoso balzello è stato introdotto dopo aver respinto l’emendamento presentato dal Sen. Casson.

http://lombardia.anpi.it/media/blogs/lombardia/Gratuita_proc_lavoro-Casson-22_12_09.pdf

NEI LUOGHI DELLA GUERRA PARTIGIANA TRA LA VALSASSINA E LA VALTALEGGIO

CELEBRAZIONE DEL SACRIFICIO DEI MARTIRI DEL POLIGONO

lunedì 21 dicembre 2009

LA VERGOGNA DEL NEGAZIONISMO

Passano gli anni ma i “negazionisti” anche se sono pochi, anzi pochissimi, non demordono mai. Su questo grave e antistorico comportamento Sergio Caivano, del Direttivo dell’ANPI di Sondrio, ha scritto “La vergogna del negazionismo".
Cliccate sul link sottostante.

http://lombardia.anpi.it/media/blogs/lombardia/Il_flagello_del_negazionismo.pdf

TARGHE SULLE GRIGNE : " PARTIGIANI SULLE GRIGNE : NUOVI ITINERARI DELLA MEMORIA "

In Provincia di Lecco si è avviata la seconda fase del Progetto “Partigiani sulle Grigne: nuovi itinerari della Memoria", il Posizionamento delle Targhe. Dopo la pubblicazione della terza guida storico-turistica relativa alla presenza partigiana sulle montagne del lecchese, inizia la nuova fase. Contribuite!

http://lombardia.anpi.it/media/blogs/lombardia/iniziativa_targhe.pdf

VIAGGIO DELLA MEMORIA AL LAGER DI RAVENSBRUCK

L´A.N.P.I. di Trezzano sul Naviglio organizza nel periodo dal 25 Febbraio al 28 Febbraio 2010 un Viaggio della Memoria al Lager di Ravensbrück e alla cittá di Berlino.Il prezzo del viaggio pari a Euro 320.- é comprensivo di viaggio di andata e ritorno in pullman GT, trasferimenti vari, tre pernottamenti in Hotel **** con trattamento di mezza pensione, tasse incluse, visita al Lager di Ravenbrück, visita di un giorno alla cittá di Berlino con tour della cittá in Bus della durata di tre ore e accompagnamento di guida turistica in lingua italiana.
Per informazioni e prenotazioni telefonare al No. 338 5655916

E' SCOMPARSA ISOTTA GAETA

E’ morta nella sua casa che amava, fronte il mare. Sul golfo di Nizza.
Non perdiamo solo una giornalista attiva ed esemplare, non solo una convinta aderente a Stampa Democratica, ma una donna determinata ad affermare anche il ruolo femminile nella società. Era nata a Torino da una famiglia seriamente antifascista, da sempre nella Resistenza. Isotta, giovanissima, fu staffetta partigiana. Il suo impegno fu soprattutto per la libertà e la democrazia e non esitò pertanto a contrastare tutti gli aspetti prepotenti e oscurantisti della politica e della società. E, proprio per questo, fu sempre in prima fila per difendere l’autonomia e la professionalità dei giornalisti. Dalla parte di tutti quei colleghi che in qualunque parte del mondo venivano incarcerati per reati di opinione.
E, anche in Italia, si battè perché nelle carceri fossero fondamentali giustizia, equità e dignità della persona. Nelle fila di Stampa Democratica si impegnò in tutti gli organismi sindacali e ordinistici della categoria: nel Direttivo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, della FNSI, nelle commissioni sindacali, nella commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale, tra i vertici del Circolo della Stampa di Milano. Attualmente era presidente del Festival Internazionale Cinematografico a regia femminile “Sguardoaltrove”
A livello internazionale non mancò mai la sua presenza. Organizzò la prima visita di giornaliste in Cina. Creò la Rete Italiana delle Giornaliste Europee. Ideò il Coordinamento Europeo dei Circoli della Stampa. Ma sostenne anche iniziative in Francia e a Nizza in particolare, convinta che Italia e Francia avevano insieme un ruolo europeo. Si adoperò perché fosse esaltato l’impegno dell’Esercito Italiano durante la seconda guerra mondiale a difesa delle comunità israelitiche. Volle che, a ricordo, sia nel Consolato Italiano a Nizza che a S. Martin Vesubie, fossero poste lapidi a memoria dell’impegno umano del nostro esercito. Non dimenticò mai il ruolo che ebbe di partigiana antifascista e, con Bianca Guidetti Serra e Lydia Franceschi pubblicò “L’altra metà della Resistenza” per valorizzare l’importanza della donna nella lotta di liberazione. Grande fu la sua soddisfazione e l’emozione quando il Comune di Cinisello Balsamo celebrò il 62° anniversario del 25 Aprile nominandola “Giornalista Partigiana della 107° Brigata Garibaldi” nel corso di un convegno che la inorgoglì: “Il dovere e il prezzo della libertà”. Isotta ha concluso in silenzio la sua vita. Quella vita che l’aveva vista sempre sulle barricate.

tratto da: Stampa Democratica fondata da Walter Tobagi - Sempre da una parte sola. Quella dei giornalisti.

lunedì 14 dicembre 2009

L' ANPI PROVINCIALE DI BOLOGNA PROTESTA CONTRO "IL SANGUE DEI VINTI"

Il Comitato Direttivo dell’ANPI provinciale di Bologna esprime una forte protesta per la scelta della direzione RAI di trasmettere sulla rete Uno, in due puntate (domenica 6 e lunedì 7 dicembre u.s.) il film “Il sangue dei Vinti” tratto da un libro del giornalista e scrittore Giampaolo Pansa.
Si è offerta agli spettatori una descrizione falsata di un periodo storico comprendente la tragedia vissuta dal nostro Paese, trascinato in una guerra disastrosa dalla dittatura fascista e dal ruolo repressivo esercitato dalla Repubblica di Salò durante l’occupazione tedesca. A milioni di spettatori è stato celato il tradimento mussoliniano, e messo in ombra l’azione servile dei repubblichini sotto la bandiera hitleriana, presentando in modo ambiguo i caratteri della Lotta di Liberazione.

Tale trasmissione ha rappresentato un insulto al sacrificio ed alla memoria delle decine di migliaia di partigiani e cittadini torturati con efferatezza, uccisi, deportati nei lager, proprio nello stesso mese di dicembre in cui il programma è stato messo in onda.
La distorsione degli eventi è apparsa ancor più marcata nella parte – intollerabile –successiva alla Liberazione quando si è infangata in misura sconcia la Resistenza , cui sono stati addossati deprecabili episodi avvenuti nell’immediato dopoguerra ed ai quali essa è stata del tutto estranea.
L’ANPI provinciale di Bologna condanna nettamente l’iniziativa della direzione RAI, richiama l’attenzione dello schieramento democratico ed antifascista contro i pericoli di tale vero e proprio rigurgito revisionista teso a snaturare la realtà storica. Sollecita la messa a punto nelle tre reti pubbliche italiane di una programmazione onesta e veritiera per accompagnare, nei primi mesi del 2010, al 65° anniversario della Lotta di Liberazione combattuta dai partigiani, dai militari dell’esercito di Liberazione e dai militari deportati nei lager dai tedeschi con l’appoggio dei repubblichini.
Ciò affinché le nuove generazioni abbiano coscienza di pagine fondamentali della nostra storia, dalle quali sono nate la Repubblica e la Costituzione.

MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO : LE PAROLE DI ARMANDO COSSUTTA

Carissimi,
l’ANPI – l’associazione dei partigiani e degli antifascisti – si sente di avere tutti i titoli (storici, politici e morali) per potersi rivolgere al nostro popolo e chiedergli di unirsi contro i pericoli del razzismo. Sono pericoli reali, sono pericoli gravi, che si inquadrano in un contesto generale di attacco al regime democratico.
La situazione è molto seria. Ed io sento una grande responsabilità. Di esprimere qui innanzi tutto una volontà di protesta, anzi di resistenza e nello stesso tempo di attenta riflessione. Oggi la democrazia è in pericolo per l’attacco aperto delle destre ed anche perché è stata indebolita una battaglia culturale considerata non fondamentale, giudicata persino in parte ormai “antica”, rendendo inadeguata la consapevolezza del pericolo.
Le destre di cui parliamo sono destre “costituzionalmente eversive”: un giudizio lucido, tremendo.
Sono costituzionalmente eversive perché, per la prima volta nella storia della Repubblica, sovvertono apertamente la forma e la sostanza del dettato costituzionale, come dimostrano gli attacchi ai soggetti storici della rappresentanza, dal Parlamento, ai sindacati, ai partiti e persino alla Corte Costituzionale ed al Capo dello Stato, in un conflitto senza precedenti sulla giustizia. E l’attacco violentissimo di ieri da parte di Berlusconi rasenta persino l’alto tradimento.
I connotati di questa destra sono il plebiscitarismo ed il populismo, che in nome del valore del suffragio universale scardinano gli assetti costituzionali dei poteri. Sono i connotati dei nuovi regimi autoritari di massa dai quali derivano le politiche economiche e sociali “di classe”; l’attacco alla scuola pubblica ed alla stessa laicità dello Stato, ai diritti fondamentali di espressione, al costume ed al tenore di vita del popolo italiano; l’attacco all’eguaglianza, che è fondamento di libertà e di giustizia. Fondamento della democrazia.
Intanto la crisi continua a colpire i più deboli, i licenziamenti si susseguono, i disoccupati aumentano. Ed i poveri sono ormai milioni e milioni, cittadini disperati di ogni regione, di ogni sesso, di ogni età, di ogni colore.
Non insisto. Ma desidero aggiungere che io considero grave la situazione anche perché, come ho detto all’inizio, c’è stata una inadeguata consapevolezza delle trasformazioni profonde che stavano avvenendo, delle cause, delle responsabilità,e che ritengo derivi dall’indebolimento di quello che considero il “pensiero forte”, quello costituzionalista, che nei decenni passati aveva permeato la società, che non solo aveva costruito emancipazione sociale, crescita civile, ma che aveva anche rappresentato una bussola per una cultura critica, una cultura politica rigorosa.
Dentro a questo pensiero c’era la memoria della nostra storia, c’erano principi, valori, l’idea di una società ma anche di una comunità, la difesa di un patto sociale che aveva costruito non solo diritti e conquiste di libertà, ma che aveva anche saputo costruire convivenza tra le persone. Da tempo questo “pensiero forte” si è disperso, accanto all’idea di una modernizzazione che tutto avrebbe cambiato.
Nella nostra protesta, nella nostra resistenza, intendiamo recuperare questa riflessione, per tutti, e lo diciamo anche per le forze democratiche e di sinistra!
In questo senso ritengo che la manifestazione di sabato scorso a Roma sia stata un’occasione importante. Migliaia e migliaia di giovani, di anziani, di cittadini hanno sfilato, rispondendo ad un appello “in rete”, al di fuori dei partiti.
Una straordinaria dimostrazione di forza e di consapevolezza, in nome della difesa della legalità, della democrazia, dei diritti. E che è stata anche l’espressione di una critica alla politica, ai partiti, ai loro ritardi, tatticismi, autoreferenzialità. Questa critica deve essere ascoltata.
Ma occorre oggi andare avanti, guardare avanti, occorre ascoltare ma anche unire, allargare la mobilitazione, unire le proteste, l’indignazione, per costruire insieme una straordinaria stagione di resistenza politica, culturale, di passioni, impegno, intelligenze. In nome di quel “pensiero forte” che non può essere disperso, e che deve essere per tutti prioritario. A questa responsabilità l’Anpi si intende spendere.
Per questo oggi abbiamo scelto di parlare di razzismo, di nominare il razzismo come la conseguenza più devastante delle derive antidemocratiche. Il razzismo non è fenomeno episodico, tutt’altro. Il razzismo è la manifestazione più devastante della perdita delle radici fondamentali della convivenza civile, il segno della trasformazione della cultura dominante, di un pensiero pervasivo delle coscienze che rischia di inficiare ogni prospettiva di progresso, di emancipazione sociale, di sviluppo democratico.
L’Italia ha già conosciuto il razzismo, durante il fascismo con le vergognose leggi razziali, ma anche durante le trasformazioni economiche negli anni del boom economico, con gli immigrati dal Sud al Nord, con i “terroni” vilipesi e discriminati.
Sappiamo che il razzismo è stato il prodotto tragico di regimi autoritari, ma è anche il prodotto di società che restano istituzionalmente e formalmente democratiche, quando il tessuto sociale si collassa, e le sue parti si separano, si divaricano.
La crisi economica, le paure sociali, quando non trovano risposte di progresso, generano mostri. E la violenza, l’intolleranza, il razzismo rischiano di diventare il cemento di un nuovo pensiero costruito sul “noi” e sul “loro”, gli uni contrapposti agli altri, in un’idea di società e di comunità ristretta, su sentimenti di appartenenza ristretta.
Oggi la Lega cavalca queste tendenze. Si pone alla testa di un movimento reazionario, xenofobo, oscurantista, volgare, rozzo; rappresenta il condiziona mento più pesante della politica del governo e fa del territorio, del sangue, della razza la sua nuova bandiera; perseguita, irride, denigra e divide.
“Noi” e “loro”, è la sua concezione.
Ed il “noi” diventa l’unica maggioranza che interessa, quella fatta da “uguali a noi”. I diritti diventano “nostri” contro quelli di qualcun altro. E solo i diritti “nostri” sono i diritti. I diritti non sono più i diritti di tutti.
Ed ecco allora i diritti del Nord contro il Sud, i diritti della scuola privata piuttosto che pubblica. I diritti delle famiglie “normali” contro quelle dei gay o delle lesbiche. I diritti degli italiani contro quelli degli immigrati.
Qui sta la legittimazione culturale del razzismo.
Ma qui sta anche la legittimazione culturale e sociale dell’autoritarismo per cui i diritti della maggioranza politica valgono di più di quelli della minoranza dell’opposizione; per cui il presidente del Consiglio può confondere il consenso con l’immunità, può pensare che con la maggioranza si possono cambiare le regole, si può decidere di fare qualunque cosa.
Autoritarismo, populismo, razzismo chiamano il nostro popolo ad un allarme democratico.
Quando un ragazzo che si drogava viene picchiato a morte in cella; quando a Roma bande organizzate escono alla caccia di gay o di rumeni; quando si respingono barconi di immigrati con donne e bambini; quando in una città si costruiscono muri per dividere i quartieri; quando si gettano sulla strada i bambini rom; quando si chiede di celebrare il “Natale bianco” e si attacca persino il cardinale Tettamanzi, accusandolo di essere un “iman”; quando il Parlamento vota il reato di immigrazione clandestina e il lodo Alfano e poi cerca di imporre leggi che comunque garantiscano al premier di non andare mai in tribunale – mai, né per i soldi mal acquisiti né per provata corruzione, e neppure per probabile collusione con la mafia; quando avviene tutto questo la democrazia è in pericolo.
Sotto il fascismo le camicie nere, le squadracce, le leggi razziali hanno trovato per un lungo periodo una legittimazione diffusa; oggi questo pericolo ritorna. Attorno a queste appartenenze identitarie tornano le ideologie dell’esclusione: in passato per censo, per razza, per sesso; oggi per “diversità”!
Il pericolo è grave e ci colpisce tutti.
Mai vi è stato un momento così difficile per la democrazia italiana. Il Paese è in abbandono. Per questo è importante la vostra presenza qui. Voi siete le forme autorganizzate della partecipazione sociale, della consapevolezza sociale che resiste. Spetta a voi, spetta all’ANPI – forte di un prestigio morale immenso – non fare disperdere la memoria storica, ma anche il compito di continuare la battaglia: ieri per la libertà e l’indipendenza della patria, oggi per la difesa della democrazia, per l’attuazione rigorosa della Costituzione, per lo Stato di diritto, per il lavoro, per la solidarietà umana (solidarietà non intesa come carità ma come responsabilità di tutti, gli uni per gli altri e verso la società), per l’eguaglianza, intesa innanzitutto come reciprocità.
L’ANPI è coscienza critica della Nazione. Essa non è soltanto una antica, grande associazione commemorativa, ma è una moderna associazione di massa, democratica, nazionale, popolare, che guarda ai bisogni del Paese, che guarda con fiducia e con grande impegno ai propri figli, quali costruttori di un futuro nobile e giusto.
L’ANPI chiama oggi i partigiani, i patrioti, gli antifascisti e tutti i democratici a scendere in campo. Basta! È ora di cambiare. Come vecchio partigiano ed uomo di sinistra ho sempre pensato alla democrazia come bene supremo, condizione di un progresso fondato su una politica eticamente forte, e penso ancora oggi alla democrazia, minacciata e calpestata, come condizione della convivenza tra le donne e gli uomini, in un mondo plurale, multietnico e multi religioso, e perciò profondamente, veramente unitario: il mondo che abbiamo voluto costruire con la vittoria del 25 aprile, la nascita della Repubblica, l’approvazione della Costituzione. E che rimane il nostro obiettivo.

Viva la Repubblica nata dalla Resistenza, fondata sul lavoro, sulla libertà, sulla giustizia,sull’eguaglianza; viva la Repubblica democratica italiana!

Armando Cossutta,
Vicepresidente Nazionale Vicario ANPI

SCOMPARSO ERNESTO TRECCANI

Nato a Milano il 26 agosto 1920, deceduto a Milano il 27 novembre 2009, pittore.

Figlio di Giovanni (l’industriale bresciano fondatore dell’omonima Grande Enciclopedia), il futuro Maestro seguiva ancora al Politecnico di Milano gli studi di Ingegneria, quando entrò nei gruppi di avanguardia artistica e di fronda verso la cultura fascista. Nel 1938 fondò la rivista Vita giovanile, diventata poi Corrente di vita giovanile e infine semplicemente Corrente, che diresse sino alla sua soppressione, da parte del regime, nel 1940.
Ernesto Treccani, che era entrato intanto a far parte dell’organizzazione clandestina del Partito comunista, aveva aperto a Milano una Galleria d’arte che aveva chiamato appunto “Corrente” nella quale espose le proprie opere e quelle dei pittori che si erano riuniti intorno a lui.
Alla fine del 1943, arrestato dalla polizia fascista e rilasciato grazie all’intervento del padre, sospese quest’attività per partecipare alla Resistenza clandestina.
Gli anni dell’immediato secondo dopoguerra videro il pittore milanese impegnato in importanti iniziative culturali, che portarono alla nascita de “Il 45”, che redasse con Raffaellino De Grada, Numero, Pittura. Treccani è stato anche redattore della rivista Realismo e, nei decenni successivi, è stato al centro della battaglia realista, mettendo in primo piano i temi della Resistenza, dell’occupazione delle terre, delle condizioni di vita dei contadini meridionali e delle lotte dei lavoratori dei centri industriali del Nord.
La sua prima “personale” è del 1949, alla “Galleria del Milione”; del 1950 la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia; del 1956 la sua prima esposizione all’estero, alla Leicester Gallery di Londra.
È degli anni Settanta la creazione a Milano della “Fondazione Corrente”, nella quale Ernesto Treccani ha raccolto una ricca documentazione sulla storia dei movimenti artistici italiani contro il fascismo. Proprio la facciata della sede della Fondazione, alla metà degli anni Ottanta, è stata rivestita da Treccani con le 2.000 formelle in ceramica (considerate una delle sue opere più importanti), che hanno fatto chiamare l’edificio “La casa delle rondini”.
Dal 1954 il famoso pittore è stato membro, sino allo scioglimento del suo partito, della Commissione Centrale di Controllo del PCI.

SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO


Erano più di 3.000 le persone in piazza sabato 12 dicembre a Mirano (Ve) alla manifestazione indetta dall’Anpi per dire no al razzismo, in ricordo delle leggi razziali e della barbarie nazifascista. Un lungo e vivace corteo di donne, ragazzi, partigiani, sindaci, esponenti di partiti e sindacati con bandiere, striscioni, medaglieri hanno percorso le vie del paesino veneto, prima di giungere in piazza Martiri dove alle 15.30 sono iniziati gli interventi.

http://www.anpi.it/manif/mirano_121209/index.htm

NO ALLA VIOLENZA

La Presidenza e la Segreteria Nazionale dell’ANPI esprimono la loro decisa condanna nei confronti del gesto insano con il quale è stato ferito il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nell’esprimere un augurio per un pronto ristabilimento in salute, l’ANPI rileva che, allorché il contrasto e perfino il conflitto tra diverse concezioni della politica sfociano nella violenza, si verificano un imbarbarimento e un degrado dei rapporti dai quali non possono che derivare profondi guasti per l’intera comunità nazionale. Questa è la lezione che il passato doloroso della nostra storia insegna.
Ciò sia detto quale ammonimento, anche se il gesto che ha colpito il Presidente del Consiglio è stato compiuto da uno squilibrato. La dialettica e le contrapposizioni politiche, sia detto una volta per tutte, debbono sempre essere esercitate in forma democratica, per una elementare ragione di coerenza con la conquista delle libertà sancite dalla nostra Costituzione.

Presidenza e Segreteria Nazionale Anpi

venerdì 11 dicembre 2009

COMMEMORAZIONE DI SALVATRICE BENINCASA

65° ANNIVERSARIO DELL' ECCIDIO DI VALAPERTA

LA DEMOCRAZIA ITALIANA E' IN PERICOLO

A seguito delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, cresce la preoccupazione dell' ANPI.

"Le eversive e volgari aggressioni del Presidente del Consiglio alla Corte Costituzionale ed alle Istituzioni di garanzia suscitano la giusta, forte e indignata riprovazione e protesta di tutti gli antifascisti e di tutti i democratici.

Per la democrazia italiana il momento è difficile.

In nome della Resistenza e della Costituzione si levi forte il monito dei partigiani, dei patrioti, e della più ampia unità degli antifascisti e dei democratici".

Presidenza e Segreteria Nazionale Anpi


venerdì 4 dicembre 2009

VAURO PER L' ANPI



MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO DEL 12 DICEMBRE

NO B-DAY

La Presidenza e la Segreteria Nazionale dell’ANPI, nel sottolineare l’esigenza dell’unità tra tutte le forze antifasciste e democratiche, auspica che la manifestazione “No B day” del 5 dicembre prossimo possa costituire una positiva occasione per riaffermare con compostezza, serietà e forza:

- il valore irrinunciabile della legalità e dell’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge;
- l’urgente necessità di una politica economica e sociale adeguata alla tutela dell’occupazione, del lavoro e delle fasce più deboli;
- il più rigoroso rispetto della Costituzione e delle autonome funzioni delle istituzioni repubblicane e dei poteri di garanzia, presupposto essenziale su cui si fonda la nostra democrazia conquistata dalla Resistenza.

PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

martedì 1 dicembre 2009

PIAZZA FONTANA : COMUNICATO OPERATIVO DELL' ANPI PROVINCIALE ALLE SEDI LOCALI

Celebrazione del 40° della strage di Piazza Fontana.

il programma delle iniziative è stato definito congiuntamente dal :

• Comitato Permanente Antifascista milanese,
• l'Associazione familiari delle vittime,
• il Comune di Milano,

per la celebrazione del 40° anniversario della strage di Piazza Fontana.

La manifestazione con corteo si svolgerà il

12 dicembre (al momento della strage) in Piazza Fontana.

Lo svolgimento della stessa prevede:

- ore 15,00 concentramento in Piazza della Scala - Milano;
- ore 15,30 partenza del corteo per Piazza Fontana;
- ore 16,47 deposizione delle corone alle lapidi in ricordo delle vittime;
- ore 17,00 interventi.

Per le sezioni ANPI di Monza e Brianza il ritrovo è fissato alle ore 15,00 in piazza della Scala vicino al portone d'ingresso del Comune di Milano (palazzo Marino).

lunedì 30 novembre 2009

ANPI DI BOVISIO MASCIAGO : PRESENTAZIONE DEL LIBRO " LA RESISTENZA IN BRIANZA " DI PIETRO ARIENTI






Iniziativa organizzata nel novantesimo anniversario della nascita di Vincenzo Pappalettera. Nato a Milano il 28/11/1919. Arrestato a Bovisio il 2/11/1944. Deportato da Milano il 22/11/1944. Matricola 6465. Deportato da Bolzano l' 8/1/1945 a Mauthausen. Liberato a Mauthausen il 5/5/1945. Morto a Cesano Maderno il 01/12/1998
La serata si è svolta venerdì 27 novembre presso la palazzina dello sport e del tempo libero di Bovisio Masciago.
Pietro Arienti ha presentato il libro "LA RESISTENZA IN BRIANZA 1943-1945".
Questa ricerca ha portato alla luce la Resistenza in Brianza, sfatando il luogo comune che gli eventi della seconda guerra mondiale l'abbiano toccata solo marginalmente. L'autore ricostruisce in modo documentato l'evoluzione dell'attività resistenziale dalle difficoltà iniziali, all'individuazione della forma appropriata d’opposizione e combattimento fino all'apporto determinante delle formazioni partigiane brianzole nel corso dell'insurrezione dell'aprile 1945.

DONNE, ANTIFASCISMO E DEMOCRAZIA : RICORDANDO NILDE JOTTI




Questo è il testo di Marisa Rodano letto in occasione dell'iniziativa Anpi a 10 anni dalla morte di Nilde Jotti

Sono passati 10 anni dalla morte di Nilde Jotti; ma dieci anni drammatici e difficili. Siamo veramente entrati in un altro millennio. Quale è oggi il contesto in cui ci troviamo a ricordarla?
Un contesto difficile per le donne, segnato da un attacco contro le conquiste ottenute:

-pensiamo alla parità di retribuzione: impressionanti i dati sulle disparità salariali emerse, pochi giorni fa, dalla assemblea delle consigliere di parità

-al diritto al lavoro: tra i lavoratori precari, la maggioranza sono donne; l’Italia è agli ultimi posti in Europa per la presenza delle donne nel mondo del lavoro

-sono sotto attacco anche la tutela della maternità, l’autodeterminazione nella maternità, nella procreazione assistita, nell’interruzione volontaria di gravidanza: ultimo episodio di questi giorni l’assurdo voto in senato contro la commercializzazione della pillola RU486

-permane la sottorappresentazione ai vertici della politica e delle istituzioni, in tutti i luoghi decisionali, (che provoca un impoverimento della democrazia), un trend opposto a quello che, nell’ormai lontano 1979 , con la elezione di Nilde alla Presidenza della Camera dei Deputati sembrava si stesse aprendo.

Insomma vengono minacciate le conquiste che le donne hanno ottenuto in anni e anni di lotte e a cui Nilde Jotti aveva dedicato tanta passione e tanta parte della sua attività. “ Credo di poter affermare – ha scritto lei stessa – di aver dedicato molta parte della mia vita politica alla battaglia delle donne e di questo sono molto orgogliosa.”

Questi diritti e queste conquiste sono minacciate anche dal preoccupante e crescente rigurgito della violenza maschile sulle donne, contro cui proprio oggi le donne scendono in piazza a Roma. Un tema di cui si parla molto in questi giorni, perché vi è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma di cui si tace il resto dell’anno.

Giustamente invece nel suo editoriale di due giorni fa Concita de Gregorio sottolineava che razzismo,violenza e sguaiataggine verbale creano un clima che incita gli uomini alla violenza e che tende a conculcare la presenza delle donne nella vita sociale, economica e culturale. Donne viste come prede, come oggetti, non come cittadine con pari diritti.

Siamo in presenza, infine, di una presentazione mediatica della figura femminile lontana dalla realtà, che ripropone vecchissimi stereotipi e tende a veicolare, come è scritto nel documento dell’ANPI, “la mercificazione del corpo femminile, come scorciatoia per il successo e persino per l’accesso alla politica”, di indicare – cito sempre dal documento dell’ANPI - “una strada illusoria, che rischia di “bruciare” una generazione di donne e che comporta un pesante arretramento del livello civile, sociale e culturale del Paese.” Non è chi non veda come tali stereotipi siano l’opposto della figura femminile che Nilde ha impersonato.
Ma oggi ricordiamo Nilde Jotti anche in un contesto drammatico per il paese, contesto segnato dai ripetuti subdoli tentativi di cancellare i principi di quella Costituzione, cui Nilde aveva dato un così importante contributo, e di sostituirvi una presunta costituzione reale di tipo plebiscitario, un regime tendenzialmente autoritario, in cui verrebbe annullato l’equilibrio tra i poteri.
Giusto e opportuno dunque dedicare a Nilde Jotti la campagna nazionale che l’Anpi lancia oggi su “Donne, antifascismo, democrazia - dalla memoria al futuro”.

Una campagna che parte in un momento opportuno non solo per far fronte ai pericoli che ci minacciano, ma anche perchè sembra presente un inizio di reazione da parte delle donne. Infatti, dopo il dibattito aperto quest’estate sulle colonne dell’Unità sul “silenzio delle donne”, sembra che le donne intendano far risentire la propria voce.

Alcuni episodi sono significativi, anche se poco raccolti dal mondo mediatico.
Alcuni esempi:
- La grande partecipazione all’assemblea promossa alla casa delle donne dalle promotrici dell’appello di Repubblica “le altre donne”
- La conclusione della staffetta dell’UDI contro il femminicidio a piazza della Loggia a Brescia
- L’elenco pubblicato su Affari e Finanza di lunedì 23 nov delle donne degne di stare nei consigli di amministrazione

Sono solo alcuni esempi: resta grande la frammentazione e la dispersione, ma c’è fermento. La campagna dell’ANPI può fornire un punto di coagulo, un collante al desiderio di reagire.

E’ infatti una campagna che si prefigge, come ha ben detto Eletta Bertani - – cito sempre dal documento dell’ANPI - di “riprendere, in questa fase di grave involuzione, il filo di un percorso storico nel corso del quale le donne hanno acquisito una nuova idea di sé, sono state protagoniste di grandi movimenti ed hanno conquistato: diritti, autonomia e un ruolo nella società….” di “riaprire un confronto tra le donne, tra le generazioni e di individuare, a livello locale e nazionale, obiettivi, forme di reazione e di risposta e di dar corso ad una grande battaglia culturale e politica…. suscitare fiducia e speranza, mobilitare grandi energie e combattere rassegnazione e impotenza” ponendo al centro “i valori, i contenuti, l’immagine e il ruolo della donna nella societa’ che scaturiscono dalla Costituzione e dal percorso delle donne nella democrazia repubblicana. Valori, contenuti ed obiettivi nei quali può riconoscersi la maggioranza delle donne italiane”.
Chi, meglio di Nilde Jotti può impersonare quei valori? chi meglio di Nilde costituire il modello di donna da indicare alle nuove generazioni?

Ripenso a quando l’ho conosciuta, a Firenze, al primo Congresso dell’UDI, quello della fusione con i GDD.
Una ragazza, era nata il 10 aprile del 1920 – eravamo quasi coetanee, io sono del ‘gennaio ’21 - laureata all’Università cattolica, figlia di un ferroviere, proveniente da una di quelle famiglie emiliane, che erano pronte a mille sacrifici per far studiare i figli e persino le figlie. Nilde prima lavorò per mantenersi agli studi, poi riuscì ad andare alla U. cattolica di Milano, grazie a un borsa di studio acquisita per meriti scolastici.
Una ragazza che veniva dall’esperienza della resistenza e dei gruppi di difesa della donna ed era già consigliere comunale di R.E.

Eletta nel ’46 alla Costituente, Nilde faceva parte di quella nutrita pattuglia di giovanissimi , che il PCI aveva voluto affiancare ai militanti e alle militanti storiche che venivano dai lunghi anni dell’esilio, del carcere e del confino. 1 E questa giovanissima divenne una madre della Repubblica: perché la nostra repubblica non ha solo padri, ma anche madri….
Nilde ha avuto, infatti, un ruolo fondamentale nella elaborazione della nostra Costituzione, facendo parte della Commissione dei ’75, ed essendo relatrice, assieme a un parlamentare DC molto conservatore, Camillo Corsanego, sui problemi della famiglia. avevano, come è facile immaginare, idee assai diverse, e perciò presentarono due relazioni distinte. Le formulazioni che Nilde proponeva, che non sono quelle poi adottate definitivamente sono molto più vicine, sebbene vecchie di 60 anni, a quello che pensiamo oggi. Nilde era stata d’accordo che la questione del divorzio non venisse inserita nella carta costituzionale; non la riteneva matura.

Ma fu Nilde a insistere, al X Congresso del PCI, contro le timidezze e le tiepidezze di molti, perché ci si decidesse ormai a affrontare la questione, e poi per l’approvazione della legge in parlamento e la sua conferma nel referendum.
Nilde Jotti contribuì alla elaborazione dell’articolo 3 della Costituzione, l’articolo che sancisce la pari dignità sociale ed eguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini, «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali»; cui segue la basilare affermazione del secondo comma: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana». [Principio totalmente nuovo, unico anche rispetto alle coeve carte costituzionali antifasciste», quella francese del ’46, quella della RF di Germania del ’49, che segna il passaggio dal sistema liberale al sistema democratico, a una democrazia segnata da contenuti di progresso sociale…]

Erano state le donne costituenti a ottenere che il sesso fosse collocato all’inizio dell’elencazione e a voler precisare, inserendo l’inciso «di fatto», la natura e l’ampiezza degli ostacoli che dovevano essere rimossi. Non è dunque casuale che i movimenti delle donne, nel corso di molti decenni, abbiano fatto riferimento soprattutto a questo articolo.
Nel corso della sua lunga vita politica, Nilde divenne anche l’autorevole presidente di Montecitorio.
Ma forse non tutti si rendono conto della straordinarietà di questo fatto.

Io ho ancora ben presente l’emozione che tutte noi, donne, provammo quel giorno del 1979, - sono passati ben 30 anni - quando fu eletta presidente della Camera dei deputati. Era la prima volta nella storia italiana che una donna e per giunta una dirigente comunista, di un partito dell’opposizione, veniva chiamata a un così alto incarico.
Un incarico, quello di presidente della Camera – altro fatto straordinario – che lei ha ricoperto per ben 13 anni, rieletta per tre legislature; una così lunga permanenza nell’incarico non ha precedenti nella storia del Parlamento italiano, a riprova della stima e della fiducia che aveva conquistato nell’assemblea.

Non soltanto, dunque, una donna che presiedeva la Camera, ma una donna che lo ha fatto con straordinaria capacità, conquistando stima e apprezzamento, rendendo onore alle donne, anche in anni difficili, in momenti di aspro confronto parlamentare, (si pensi all’ostruzionismo radicale, non privo di volgari attacchi alla sua persona, nel novembre del 1981).quelli della prima grave crisi della democrazia italiana, e della stessa funzionalità del parlamento, seguita all’assassinio di Aldo Moro. E Nilde, con coraggio e prudenza, mise mano a una riforma del regolamento per cercare di uscire dallo stallo per coniugare rappresentanza e capacità di decisione.
La sua sensibilità, direi la sua passione, nata alla Costituente, per i problemi istituzionali, è stata una costante del suo impegno fino agli ultimi anni, ad esempio nella Commissione bicamerale sulla riforma della Costituzione. Proprio lei, che era stata magna pars nella elaborazione della Costituzione era consapevole che occorrevano norme nuove per armonizzare l’autorità del Parlamento con l’efficienza dell’Esecutivo e i poteri delle Regioni; ma, come risulta chiaro nel suo ultimo discorso parlamentare del ’98, un anno prima della sua morte, rimase sempre schierata nella difesa dei lineamenti fondamentali della Costituzione del ’48, contraria a modifiche che potessero alterare l’equilibrio tra i poteri dello Stato e aprire la strada a derive autoritarie.

La sua attività a livello istituzionale ci offre dunque un insegnamento assai attuale, nel momento in cui siamo tutti chiamati a sventare il pericolo di uno stravolgimento, di fatto, prima ancora che di legge, della nostra Costituzione
Tener viva la memoria di Nilde Jotti, significa anche rinfrescare il ricordo delle lotte delle donne italiane per la loro emancipazione, cui Nilde ha dato un contributo decisivo sia nel lavoro parlamentare che come dirigente dell’UDI(era stata chiamata nel ‘53 a far parte della segreteria nazionale) e responsabile, dal 1961, della Commissione femminile del PCI. Fu lei a realizzare la terza conferenza delle donne comuniste che segnò un punto di svolta del lavoro femminile di partito.
Decisivo fu il suo contributo per riprendere la linea di emancipazione, offuscata negli anni ’48-53 nella durezza della divisione del mondo in blocchi e della contrapposizione in Italia, seguita alla cacciata delle sinistre dal governo nel ’47 e determinante il suo impegno, per affermare l’autonomia dell’UDI.

Parlando al VI Congresso dell’UDI, Nilde ribadiva che autonomia significava “soprattutto e prima di tutto azione aderente alle esigenze delle moltitudini femminili senza alcuna riserva di carattere politico e ideologico, contro tutti gli ostacoli di ordine politico, economico, di costume che ostacolano l’affermazione della personalità femminile.”
Grandissimo fu anche il contributo di Nilde per far approvare in parlamento leggi fondamentali per le donne, quali, ad esempio, la pensione alle casalinghe, il riconoscimento del valore del lavoro delle donne contadine, la riforma del Diritto di famiglia, la legge del ’93 sulla presenza delle donne nelle liste elettorali, intervenendo perché si mantenesse la norma dei due terzi introdotta al Senato contro un emendamento Bonino che voleva abolirla. Sebbene presidente della Camera volle apporre la sua firma alla legge di iniziativa popolare sui tempi.

Sulla legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, rifiutando sia la tesi radicale dell’aborto come diritto civile, sia la pretesa clericale di considerare l’aborto un reato, Nilde si mosse sulla linea (che era anche dell’UDI), della lotta all’aborto clandestino per sconfiggere il ricorso all’aborto, considerato come violenza imposta alle donne; per la gratuità dell’interruzione di gravidanza praticata nelle strutture sanitarie pubbliche; per il diritto delle donne all’autodeterminazione. Quella piattaforma consentì di uscire dalla paralizzante contrapposizione tra una semplice liberalizzazione e la puntigliosa casistica, prevista inizialmente nei testi legislativi proposti dai diversi gruppi politici.

Mi ci sono soffermata per sottolineare come Nilde, su leggi difficili, che investivano problemi delicati e aprivano un forte conflitto, restasse ferma sui principi, ma fosse capace di ascolto e di comprensione per le posizioni diverse dalle sue, diretta a ricercare sul terreno della laicità dello Stato e rifiutando le contrapposizioni ideologiche, una possibile intesa.
Anche per questo, in un momento in cui sono sul tappeto problemi difficili e delicati, che investono la coscienza di ciascuno – si pensi ad esempio – al testamento biologico – Nilde Jotti resta un punto di riferimento importante.

Una attività ricca, un impegno straordinario, durato tutta la vita:
“Ho l’impressione – ha detto nel 1994 – di essere stata una donna fedele a un impegno preso verso me stessa, un impegno preso da quando ho cominciato ad essere una persona. Nessuno che fa politica è soddisfatto del suo lavoro, questa è stata per me sempre una premessa di rigore nel mio lavoro. Ma continuo a guardare alla politica come alla più alta delle eredità. La vivo oggi con lo stesso impegno e lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato. Credo nella politica come strumento indispensabile per cambiare la società e per diffondere nuove idee.

E’ proprio questa visione alta della politica, come attività nobile e disinteressata, come strumento per cambiare la società e per promuovere dignità, diritti, libertà delle donne che fa di Nilde un esempio da proporre alle giovani di oggi.
“Abbiamo parlato delle donne e del grande cambiamento che abbiamo vissuto. – disse Nilde nel 1994 - Come sarebbe stato possibile senza la politica? Alle donne, alle mie compagne , alle amiche credo di aver lasciato in eredità la vocazione a coltivare un’autonomia di pensiero e un grande rispetto per le istituzioni.”
E’ questa eredità che l’ANPI si propone di raccogliere.

domenica 29 novembre 2009

BOLOGNA : CONCERTO NAZI IL 12 DICEMBRE

Ai neofascisti piacciono gli anniversari.
A quanto pare ogni 12 dicembre, nell’anniversario della Strage di Piazza Fontana, cercano di agire qualche miserevole provocazione.

L’anno scorso, il 12 dicembre 2008, CasaPound cercò di presentare a Bologna un libro-intervista al terrorista nero Concutelli, uno dei fondatori di Ordine Nuovo, proprio l’organizzazione che eseguì la strage di Piazza Fontana. Un caso di provocazione esplicita. Anzi, di rivendicazione allusiva.

Quest’anno, sempre in coincidenza con la manifestazione che ricorda la strage, i neofascisti preferiscono invece la provocazione in musica. Il 12 dicembre è infatti previsto a Bologna un concerto della band lucchese «Nessuna Resa» al Club Anni 80 in Via Riva di Reno 3/c. «Il nome Nessuna Resa», ha dichiarato la banda nazirock, «incarna perfettamente il più sano e genuino spirito fascista, cioè quello di non arrendersi mai qualunque o chiunque ti ostacoli».

Per essere “non conformi”, sono davvero privi di fantasia! In realtà questi concerti, musicalmente squallidi, per i neofascisti sono soltanto l’occasione di ronde, violenze, intimidazioni, aggressioni, pestaggi, nelle strade limitrofe all’evento. Come è accaduto a più riprese con le esibizioni dei «Legittima Offesa». È ora di dire basta! Nessun “concerto” fascista avveleni le strade di Bologna!

sabato 28 novembre 2009

CONTINUA IL SODALIZIO TRA ANPI E FOA BOCCACCIO





Programma FESTA DI TESSERAMENTO ANPI 2010

Comunicati

FOA BOCCACCIO e A.N.P.I. di Monza "Sezione Gianni Citterio" rinnovano il proprio sodalizio, motivato dal comune intento di tenere viva la memoria storica della Resistenza antifascista e di attualizzare i suoi valori nell'impegno sul territorio perchè Monza sia una città che, promuovendo ideali di uguaglianza e solidarietà sociale, rifiuta ogni revisionismo, ogni xenofobia, ogni discriminazione.
Pertanto, per il secondo anno consecutivo le due realtà collaborano all'organizzazione della FESTA DI TESSERAMENTO A.N.P.I. 2010, quest'anno pensata su due giorni.

Di seguito il programma dettagliato

MONZA CITTA' APERTA
(6-7 DICEMBRE 2009)
FESTA DI TESSERAMENTO A.N.P.I. 2010

DOMENICA 6 DICEMBRE 2009

A.N.P.I. di Monza "Sezione Gianni Citterio" in collaborazione con il TEATRO ALLA SCALA PERICOLANTE e FOA BOCCACCIO 003 organizza presso la Sala Maddalena (via Santa Maddalena 7 - ingresso gratuito) una serata dedicata al ricordo della strage di Piazza Fontana e dell'assassinio di Pinelli, in coincidenza col quarantesimo anniversario di questi due drammatici episodi.

ore 17:
Proiezione anteprima del documentario sulla Resistenza a Monza e in Brianza a cura della FOA BOCCACCIO

ore 21:
Spettacolo teatrale "Prove di regime" di e con Letizia Giangualano e Rossella Savio (WaitressLab http://www.waitresslab.it/)
Spettacolo teatrale "Quel che è stato è Stato" con Marco Bestetti e Giulia Bacchetta (voice-off Rachele Torri, zia di Pietro Valpreda), adattamento e regia di Giulia Telli, aiuto regia Monica Vignetti (Teatro P)
info :http://www.piazzafontana.com
Proiezione di "Tre ipotesi sulla morte di Pinelli" (1970) di Elio Petri
Mostra "Chi è Stato" a cura di Ars '900 con la supervisione di Aldo Giannuli

LUNEDI' 7 DICEMBRE 2009

A.N.P.I. di Monza "Sezione Gianni Citterio" in collaborazione con FOA BOCCACCIO 003 organizza presso il Circolo Libertà (via Libertà 33 - ingresso gratuito)

ore 21
Concerto con ECO98, MERETRIX PROPAGANDA, IL MARCHESE
...il meglio del rock monzese...
http://www.myspace.com/ilmarchese
http://www.myspace.com/eco98
http://www.myspace.com/meretrixpropaganda


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*QUEL CHE E' STATO E' STATO

Lo spettacolo “Quel che è stato è Stato” è ispirato ai fatti legati alla strage di Piazza Fontana e precisamente alla personale vicenda di uno dei suoi protagonisti: l’anarchico Pietro Valpreda.
Attraverso la testimonianza di Valpreda, riviviamo in lungo flashback la morte del compagno Pinelli, gli attimi successivi alla strage e la sua complicata vicenda giudiziaria, che vide coinvolta in prima persona la zia Rachele Torri, sua unica testimone.


*PROVE LIBERE DI REGIME

Di e con Letizia Giangualano e Rossella Savio, liberamente ispirato a un racconto di Stefano Benni, consulenza registica Angela Rossi.
"La peggiore delle democrazie è sempre meglio della migliore delle dittature" (Sandro Pertini).
Un grande statista, accompagnato dal suo fedele biografo, racconta come ha realizzato il progetto che lo ha portato a creare la potente e stabile democrazia in cui prospera il suo paese. Sì, avete letto bene: democrazia. Non cominciate a fare i dietristi isterici. Rilassatevi.

I "MOV" CANTANO PER L'ANPI




CENA DI AUTOFINANZIAMENTO DELL' ANPI DI MONZA





2^ cena di autofinanziamento

Una serata di gastronomia resistente per finanziare l'ANPI

e... concerto con il gruppo MOV “canzoni in movimento”

Canti della tradizione operaia e della Resistenza

La serata si è svolta sabato 21 novembre 2009 presso A.S.O. Monza.

Nelle foto in alto:

- la festosa tavolata;

- Rosella Stucchi, presidente dell' Anpi sezione di Monza;

- Egeo Mantovani, partigiano, instancabile e insostituibile, colonna portante ed esempio per tutti gli antifascisti.

venerdì 27 novembre 2009

I VIDEO DELLA GIORNATA DI CELEBRAZIONE DI LONGONI

Qui sotto trovate i video girati in occasione della cerimonia organizzata dall' amministrazione comunale caratese per il rientro in patria della salma dell'aviatore Mario Longoni.

n.1 - onore al caduto

n.2 - l' intervento del generale Enrico Camerotto

n.3 - le parole del prevosto Magni

n.4 - il discorso del cappellano militare

n.5 - la preghiera dell'aviatore

n.6 - l'uscita dalla chiesa

n.7 - il corteo

n.8 - l'arrivo al cimitero























LONGONI : ARTICOLO TRATTO DAL GIORNALE "INCONTRO"

Ancora una volta l’amministrazione comunale caratese si trova al centro delle polemiche. L’ultima occasione è scaturita dalla recente iniziativa organizzata dalla stessa con la collaborazione del presidente della locale sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, generale Umberto Raza. Dopo 68 anni dalla morte rientrano a Carate le spoglie dell’aviatore Mario Longoni, classe 1914, caduto sul fronte di guerra russo il 28 agosto 1941. Longoni conseguì a soli 19 anni il brevetto di pilota civile subito sostituito l’anno successivo con quello militare. Tre anni dopo, nel 1936, si trovò già in guerra. Mussolini lo chiamò lungo la litoranea libica, poi in Grecia e in Jugoslavia. Cadde con il suo velivolo durante un combattimento con gli aerei russi divenendo il primo pilota della Regia Aeronautica a perire in Russia. I resti vennero custoditi, anche per precise diposizioni di Mussolini, in un piccolo mausoleo nei pressi di Bucarest. Venne conferita al caratese la medaglia d’argento al valor militare alla memoria, oltre a quella di bronzo già conseguita nella guerra in Albania.
La motivazione della ricompensa al valor militare così recita: “Pilota da caccia abilissimo, già distintosi in brillanti e intense attività in combattimenti e mitragliamenti, partecipava con mirabile slancio ad una serie di attacchi alle basi aeree nemiche, nel mitragliamento n.8 sito nel cuore del territorio avversario infliggeva al nemico decisive e durissime perdite. Cielo di Grecia-Jugoslavia 8 marzo-21 aprile 1941”.
Questo fino a pochi giorni fa. Infatti venerdì 18 settembre la salma di Longoni è rientrata in Italia. L’urna è arrivata all’aeroporto di Linate dove si è svolta una cerimonia ufficiale. Ad accoglierla i familiari, autorità civili e militari e la bandiera di guerra del 51° Stormo di Istrana con la scorta armata. Il giorno successivo l’urna è giunta a Carate. In piazza IV novembre ad accoglierla la fanfara della prima Regione Aerea, il picchetto dell’Aeronautica Militare per la resa degli onori, rappresentanze militari di esercito, carabinieri, bersaglieri, finanzieri ed associazioni d’arma. Grande assente, dopo la morte di altri sei soldati a Kabul, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sostituito dal fratello Romano.
A seguire la Messa celebrata nella chiesa prepositurale. Diverse autorità sono salite sul pulpito ad omaggiare il caduto. Il generale di brigata aerea Enrico Camerotto così ha aperto la cerimonia: “ Siamo felici di poter riabbracciare oggi un eroe che ha reso grande il nome dell’Italia”. Il prevosto Magni, che ha voluto chiedere per Longoni quella “pace che l’aviatore caratese e tutti i caduti nel servizio della pace e della libertà non hanno conosciuto in vita”. E’ stata poi la volta del cappellano militare: “Tutti noi sappiamo di essere debitori a questo giovane e a tutti quelli che come lui si sono sacrificati per la patria. A questa di schiera eroi e di vittime che hanno accompagnato il nostro Mario, da giovedì aggiungiamo i sei paracadutisti caduti a Kabul a causa della barbarie del terrore integralista. Questo pilota e questi parà sono uniti nella morte dall’entusiasmo di aver compiuto la propria missione lontano
dall’ Italia eppure sempre per l’ Italia. Sono usciti dalle nostre case. Le loro vicende hanno cambiato i destini delle nostre famiglie. Il loro eroismo costituisce l’onore del nostro Paese. Con le armi detestabili eppure inevitabili secondo il metro umano e a rischio della vita hanno consentito quella sicurezza che è la condizione indispensabile della nostra prosperità. Tutto questo è grande ma anche tremendo. Tutti preferiscono la pace ma poi non tutti ci mettono qualcosa di importante per costruirla… Rinnovare la sepoltura di questo giovane vicino ai suoi genitori al cimitero significa proclamare di nuovo a gente incerta, ma anche meritevole, che la vita spesa per gli altri è spesa per il regno di Dio. La nostra patria è nei cieli ma le nostre patrie che su questa terra difendiamo a costo della vita sono famiglie e case di un popolo quando c’è giustizia, solidarietà, verità da parte di gente che liberamente dedica la vita ai fratelli”.
Dopo la lettura della preghiera dell’aviatore e la conclusione della celebrazione eucaristica il nipote di Mario Longoni ha letto un messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Un ringraziamento indirizzato al generale Raza e ai parenti dell’aviatore che esprime riconoscenza e gratitudine a nome “ di tutto il Paese per la giovane vita immolata in nome della libertà e della democrazia, valori fondanti della nostra nazione”.
Ho ritenuto necessario riportare le parole precise e più significative dei vari interventi per dare la possibilità al lettore di elaborare una propria opinione.
Per quanto mi riguarda avrei molte cose da dire, tuttavia ritengo più utile che ognuno di voi mediti attentamente sul significato della cerimonia del 19 settembre scorso.
Vorrei concludere con una citazione dal libro “ Se vi sembra poco” di Luciano Scarlini:
“ Si dice che i morti non hanno voce e i vecchi ne hanno una flebile. Diventa ancora più importante, allora, restituire loro la parola e la possibilità di raccontarci com’era la vita durante la dittatura fascista, e quali prove hanno dovuto superare quanti hanno deciso di dedicare la propria esistenza alla causa di libertà”.
Alla vera causa di libertà…

Paola Pozzoli

IL RIENTRO DELLE SPOGLIE DELL' AVIERE CARATESE MARIO LONGONI

Comunicato stampa dell' Anpi di Carate Brianza

L’Anpi di Carate Brianza ritiene doveroso rendere noto alla cittadinanza tutta e alle istituzioni le motivazioni per cui non ritiene opportuno partecipare alle celebrazioni per il rientro delle spoglie dell’aviatore caratese Mario Longoni.
Dopo sessantotto anni dalla morte avvenuta sul fronte di guerra rumeno-russo la salma di Longoni torna nel paese natio. Un atto dovuto soprattutto per i familiari. Siamo fermamente convinti che la morte debba essere rispettata. Tuttavia riteniamo che sia ancor più doveroso rispettare la pace che, sia i caduti sia i familiari, hanno diritto ad avere. Proprio per tal motivo pensiamo che la giornata di celebrazione così come è stata concepita dall’Amministrazione comunale non colga il reale significato del rientro in patria del caduto. L’invito a partecipare giunge dopo che la complessa organizzazione della cerimonia non ha visto il coinvolgimento di altri organismi oltre alla giunta comunale con la collaborazione del generale Raza. Tali iniziative, intrise di retorica patriottica, rischiano addirittura di indirizzare alla cittadinanza ed in particolare alle giovani generazioni un messaggio errato: l’esaltazione della guerra. Una guerra sanguinosa che vide l’Italia fascista schierarsi a fianco della Germania nazista e che condannò a morte centinaia di migliaia di italiani fra cui Longoni.
Anche in questa occasione l’amministrazione comunale ha fatto un uso strumentale della patria e del patriottismo, legandoli a doppio filo all’esaltazione della guerra.
Siamo fortemente dispiaciuti di non poter rendere omaggio al caduto caratese, tuttavia riteniamo indegno della dignità umana l’impiego strumentale del dolore, della morte e delle vite sacrificate in guerra.

giovedì 26 novembre 2009

ADESIONE DELL'ANPI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO IL RAZZISMO



Appello dell'ANPI alla mobilitazione nazionale

Gli antifascisti hanno buona memoria.

Manifestazione nazionale contro il razzismo, in ricordo delle vittime delle leggi razziali e della barbarie nazifascista.
Siamo un popolo che ha radici nell’emigrazione. Ne conosciamo la storia, l’urgenza. Il dolore del distacco, l’accoglienza sospettosa, denigratoria. Persecutoria.
Siamo un popolo che ha subito l’assurdità e la violenza di un regime. Un regime che ci ha imposto la guerra e l’oppressione straniera, strappandoci la libertà e la parola per esprimerla. Un regime che ci ha imposto per legge l’odio razziale.
Siamo un popolo che ha perso i suoi figli migliori, per reagire e riconsegnarci a una possibile storia migliore: democrazia, diritti, pace.
Chi ci governa sembra aver perso la memoria.
E tra noi c’è chi con un silenzio cieco, distratto, anche codardo sta trascorrendo indifferente giorni d’abominio. Aprono galere per i mendicanti di pane e libertà. Li respingono alla morte quando chiedono accoglienza. Improvvisano squadre notturne per scovarli. Li denunciano quando hanno bisogno di cure.
Siamo un popolo che, contro tutto questo, ha il dovere di reagire.
Gli antifascisti hanno buona memoria.
L’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dà a questo popolo appuntamento per ritrovare la strada. Insieme. E con la Resistenza e la Costituzione lavorare per il futuro.
Incontriamoci a Mirano (Venezia), Piazza Martiri, sabato 12 dicembre, alle ore 15.
Mirano, tra il 25 luglio 1943 e il 27 aprile 1945: 15 partigiani, per lo più sotto i 23 anni, cuori di libertà, vengono trucidati.
Vogliamo ripartire da qui.

Per informazioni: ANPI Venezia: tel.0415220897 - Serena Ragno: tel. 3396470590 - ANPI Nazionale: Tel. 063212345

Hanno già dato la loro adesione:
• Cgil
• Arci
• Spi-Cgil
• Cisl
• Uil
• Acli
• Anolf
• Antigone
• Arcigay
• Articolo 21
• Associazione Nazionale Giuristi Democratici
• Casa Internazionale delle Donne
• Cesvitem Onlus
• Cipax
• Cipsi
• Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
• Coordinamento nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani
• Emmaus Italia
• Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme
• Libera
• Link - Coordinamento universitario
• Mondo senza guerre e senza violenza
• Tavola della Pace
• Unione degli Studenti
• Rete degli studenti medi
• Unione degli universitari

Un autobus gratuito partirà da Vittorio Veneto, per iniziativa dell'ANPI locale. Per prenotazioni occorre scrivere entro il 5 dicembre 2009 a anpivittorioveneto@gmail.com
PER ADERIRE SCRIVERE A: ufficiostampa@anpi.it

40° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

Programma

CELEBRAZIONI DEL 40° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

3 dicembre 2009
ore 17.00 Presentazione del libro “Una storia quasi soltanto mia” di Licia Pinelli e di Piero Scaramucci (Edizioni Feltrinelli)
Casa della Cultura - Via Borgogna n. 3 - Milano

* 7 dicembre 2009
ore 12.00 Incontro del Presidente della Repubblica con l’Associazione familiari vittime strage di Piazza Fontana 12 dicembre 1969, i componenti del Comitato permanente antifascista contro il terrorismo e le stragi e l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo AIVITER
Presentazione del progetto “Casa della memoria”
Prefettura di Milano - Corso Monforte n. 31 - Milano

9 dicembre 2009
ore 14.30 Convegno “12 dicembre 1969 – 12 dicembre 2009. Ora e sempre in difesa della democrazia”, a cura della Fondazione Di Vittorio e della Camera del Lavoro di Milano
Salone Di Vittorio - Camera del Lavoro - C.so di Porta Vittoria n. 43 - Milano

9 e 10 dicembre 2009
ore 09.30 – 13.00 Visite guidate di studenti all’interno del Monte dei Paschi di Siena ex
Banca Nazionale dell’Agricoltura, al salone dove avvenne la strage
Piazza Fontana n. 4

10 dicembre 2009
ore 15.00 – 17.00 Assemblea unitaria dei Lavoratori del Monte dei Paschi di Siena ex
Banca Nazionale dell’Agricoltura, a cura dei sindacati del settore bancario
Piazza Fontana n. 4

10 dicembre 2009
ore 21.00 Spettacolo teatrale “Segreto di Stato”, tratto dal libro ‘Piazza Fontana nessuno è Stato’, organizzato dal Comune di Bresso
c/o l’hangar dell’aeroporto di Bresso - Via Gramsci n. 1 - Bresso (MI)
Ingresso ad inviti

11 dicembre 2009
ore 20.30 Concerto per ricordare: ”Piazza Fontana 1969-2009”, con i Cameristi e il Coro
di Voci Bianche del Teatro alla Scala, diretto da Alessandro Cadario, a cura dell’Associazione familiari vittime strage di Piazza Fontana 12 dicembre 1969, con il coordinamento tecnico/artistico dell’Associazione Arte&Amicizia
Teatro dal Verme - Via San Giovanni sul Muro, 2 - Milano
Ingresso libero

11 dicembre 2009
ore 21.00 Spettacolo “Mandorle Amare” di Valerio Cattano - Regia di Elio Gimbo,
promosso dal coordinamento nazionale dei lavoratori Fisac-Cgil del gruppo Monte dei Paschi di Siena
Salone Di Vittorio - Camera del Lavoro - C.so di Porta Vittoria n. 43 - Milano
Ingresso ad inviti

12 dicembre 2009
ore 10.00 Comune di Bresso: Intitolazione dell’aula Consiliare alle vittime della strage
Bresso - Via Roma n. 25
ore 12.00 Museo di Milano - Inaugurazione Mostra fotografica
Via Sant’Andrea n. 6 - Milano
ore 15.00 Concentramento in Piazza della Scala
ore 15.30 Partenza del corteo per Piazza Fontana
ore 16.37 Piazza Fontana: Deposizione corone e discorsi - “La città si ferma e ascolta”, comunicazione con mezzi audiovisivi in ricordo della strage
ore 18.30 Riapertura della sede storica di Via Rovello
Il Piccolo Teatro di Milano per le vittime di Piazza Fontana.
Quarant’anni dopo “Considerate questa città” - antologia di letture, da Eschilo a Simone
Weil a cura di Marco Rampoldi, da un’idea di Luca Ronconi
“Vittime” - anteprima nazionale del film documentario di Giovanna
Gagliardo realizzato su iniziativa di AIVITER, MIBAC, Rai Cinema, Rai
Teche - produzione OffSide
Teatro Grassi - Via Rovello n. 2 - Milano
Ingresso libero, prenotazione obbligatoria Tel. 848.800.304 http://www.piccoloteatro.org/

13 dicembre 2009
ore 21.00 Spettacolo teatrale “E saremmo stati salvi. Storia e storie di Piazza Fontana” di Paolo Colombo, con Lella Costa
Salone Di Vittorio - Camera del Lavoro - C.so di Porta Vittoria n. 43 - Milano
Ingresso libero

14 dicembre 2009
ore 21.00 Fondazione Di Vittorio
“dodici - dodici ’69 - la bomba” dall’autunno caldo alla strage di piazza Fontana per il lavoro e la
democrazia. Opera civile con voci, musiche, testimonianze, dalla città e dalle fabbriche realizzato su iniziativa di Tv Days - Milano
Teatro Studio - Via Rivoli n. 6 - Milano
Ingresso libero, prenotazione obbligatoria Tel. 848.800.304 www.piccoloteatro.org
Ciclo di Seminari formativi per docenti e ciclo di incontri per docenti e studenti di scuole
medie superiori, promossi da Raccolte Storiche del Comune di Milano, Istituto Lombardo
di Storia Contemporanea, Fondazione ISEC sul tema ‘Anni Settanta: nuovi modi di vivere
la democrazia, nuove minacce alla democrazia. La strage di Piazza Fontana’.
Formatrice Prof.ssa Cinzia Venturoli
Raccolte Storiche - Palazzo Moriggia - Via Borgonuovo n. 23 - Milano
* da confermare

L'ANPI ADERISCE ALL'APPELLO DI SAVIANO

L'ANPI aderisce all'appello di Saviano lanciato su la Repubblica, nella ferma convinzione che l'eguaglianza di ogni cittadino rispetto alla legge, regola fondamentale dello stato di diritto, non possa essere forzata e deviata per favorire interessi particolari come sta accadendo con tutta e grave evidenza nel caso della proposta di legge sul "processo breve".

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/politica/giustizia-16/40mila-firme/40mila-firme.html

RELAZIONE DELLA PRESIDENZA NAZIONALE

L’attuale situazione politica e la funzione dell’ANPI per la difesa e l’attuazione del nostro sistema democratico

Cari amici, compagne/i,
il 4 giugno dello scorso anno 2008, poco dopo la caduta del governo Prodi, il successo ottenuto dalla coalizione di centro-destra nelle elezioni del 13-14 aprile e la conseguente formazione del nuovo governo Berlusconi, la nostra Associazione ha sentito il dovere di prendere una posizione decisa e ferma per la difesa e l’attuazione della democrazia nel nostro Paese, così come delineata nella Costituzione.
Nel documento approvato all’unanimità dal nostro Comitato Nazionale, la suddetta presa di posizione veniva collegata alla combattiva tradizione dell’ANPI che, contro ogni tentativo di deviazione dalla nostra via maestra, non ha mai cessato negli anni del dopoguerra, dalla sua costituzione avvenuta nel giugno del 1944 ai giorni nostri, di ispirarsi agli ideali e ai valori della lotta di Liberazione nazionale e di dispiegare un impegno concreto e costruttivo al fine di salvaguardare, e il più possibile inverare, il positivo significato di quella fondamentale, seppur drammatica, fase della nostra storia. Da tempo – possiamo affermare dal 1° governo di questa destra berlusconiana – abbiamo avvertito come necessario, e oggi avvertiamo come sempre più urgente, il richiamo all’essenza, ai valori, alle prospettive di un autentico sistema democratico e quindi intendiamo dare il nostro contributo morale e civile per affrontare i rischi di involuzione che incombono sul nostro presente, per risvegliare le coscienze di buona parte degli Italiani, per costruire un futuro degno di una collettività nazionale che, come la nostra, ha saputo conquistare la libertà contro il fascismo e darsi la Repubblica e la Costituzione, una delle Costituzioni più moderne e lungimiranti dell’intera Europa.
Nel già richiamato documento del 4 giugno 2008 – che invito tutti voi ad aver presente insieme a quello successivamente approvato il 16 novembre dal Consiglio Nazionale di Cervia – si prendeva atto, con cautela e scetticismo, di alcune aperture al dialogo espresse dal Governo nei confronti dell’opposizione, ad esempio in materia di riforme, contemporaneamente sottolineando che i precedenti erano tutt’altro che incoraggianti, come era chiaramente dimostrato dal tentativo di manipolazione della Costituzione operato da un colpo di mano della maggioranza parlamentare nel 2006 e sconfitto, anche per la corale e massiccia partecipazione della nostra Associazione, mediante il referendum del giugno di quell’anno. Un referendum che ha visto una larga maggioranza dei cittadini, pari a oltre il 60% degli aventi diritto, schierarsi in difesa della Costituzione vigente; un referendum, inoltre, che avrebbe dovuto continuare ad essere un punto di riferimento della nostra Comunità Nazionale, troppo presto archiviato o comunque quasi ignorato da tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione.
A più di un anno dall’analisi da noi svolta sulla situazione politica italiana, dobbiamo con sconforto registrare la genuinità del nostro scetticismo. Non solo non si è verificato alcun dialogo costruttivo tra il Governo e l’opposizione parlamentare, ma la realtà del nostro Paese ha visto crescere una crisi politica inedita nella storia repubblicana. È sempre più chiaro ed evidente infatti che questo Governo – e in particolare il Presidente del Consiglio e i suoi sodali – intende fondare un potere assoluto ben lontano dallo stesso concetto di democrazia. Gli attacchi al Presidente della Repubblica, le offese e lo svilimento rivolti alla sinistra (che agli occhi del Premier prende forma in ogni soggetto che si ponga davanti alla sua strada verso l’assolutismo: non solo parlamentari quindi, ma anche magistrati e giornalisti), il populismo perseguito tramite l’accentramento dei poteri mediatici, lo scontro e addirittura le accuse di complotto, in danno del governo e in particolare del suo leader, nei confronti dell’ordine giudiziario (Istituzione alla quale devono essere garantite assolute autonomia e indipendenza, quale fondamento di uno stato di diritto), e il proposito esplicito
di smantellamento della Costituzione sono i segnali più eclatanti di questa corsa verso un potere totalmente strumentale alle esigenze del Premier e sempre più distante dalla sovranità popolare.
È proprio il concetto di sovranità popolare, in quanto soggetto costituente della nostra Carta Fondamentale, l’ostacolo che non può e non deve essere superato dall’attuale Presidente del Consiglio, il quale ritiene erroneamente che una maggioranza di governo abbia il diritto-potere di mettere mano ai principi e alle regole di comportamento politico che definiscono la nostra democrazia. Eppure, se oggi siamo a riflettere su questi principi e su queste regole, e a descrivere uno scenario di inedito imbarbarimento politico, abbiamo il dovere di denunciare la lontananza dal mondo che abbiamo pensato ispirandoci ai valori della lotta di Liberazione nazionale. Ma il nostro compito non si esaurisce certamente qui, poiché oggi come nei momenti più sofferti della Resistenza vi è bisogno di ritrovare l’unità tra tutte le forze politiche e sociali che si ispirano ai valori della giustizia, della libertà e della democrazia.
Come più volte ribadito, l’ANPI non è un partito politico, ma intende svolgere una funzione quanto mai importante per la realtà sociale e civile del nostro Paese. Il ruolo della nostra Associazione deve essere quello di mobilitare forze ed orientamenti politici che abbiano come bussola la democrazia, così come è configurata dalla Costituzione, verso una direzione unitaria. Ciò significa aiutare tutte le forze di opposizione parlamentare, e con esse le parti sociali e i movimenti politico-culturali più consapevoli, affinché valorizzino il progetto di una società che faccia riferimento al sistema democratico, le cui regole fondamentali sono il dialogo, l’alternanza, perfino il conflitto – purché si verifichi nel rispetto delle regole.
Queste nostre posizioni ci spingono ad intervenire direttamente, mediante iniziative pubbliche, quando le scelte del Governo violano la Costituzione e mettono in pericolo i fondamenti della Repubblica, ma altresì a svolgere un ruolo di coscienza critica nei confronti dell’opposizione, promuovendo i valori irrinunciabili dell’Eguaglianza – intesa a partire dall’impegno nel rimuovere gli ostacoli economici e sociali per la piena partecipazione dei lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale –, i diritti individuali delle persone, il Lavoro come fondamento della democrazia, il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e la disponibilità a cedere quote di sovranità per rafforzare la pace e la giustizia tra le nazioni.
Un tempo, quando l’esperienza della Resistenza era viva ed operante nei suoi protagonisti, era molto meno necessario di oggi svolgere un’azione informativa nei confronti delle giovani generazioni, ma ora è diventato nostro dovere e compito morale informare i giovani, non solo per rievocare la nostra storia ma per mobilitarli intorno ai valori della lotta di Liberazione e ad una grande missione di civiltà politica. La scuola, da questo punto di vista, è condizione necessaria ma non sufficiente al fine di conseguire la consapevolezza indispensabile per l’immagine di una società futura che sia una società democratica. Occorre dunque organizzare nelle sedi più propriamente politiche, all’interno delle quali si tratti non soltanto di acquisire conoscenza ma anche di assumere un impegno attivo e concreto, una informazione civile consapevole, orientata a promuovere, attuare e difendere i valori della Costituzione. A questo proposito la costituzione dei Comitati d’onore, collegando con la nostra Associazione personalità di alto profilo etico e culturale, nonché di forte fede nell’inveramento dei principi della democrazia, rappresenta un’azione di stimolo efficace al fine di creare, offrendo un supporto organizzativo, una tribuna di diffusione dei principi che hanno sempre animato la nostra lotta e le nostre posizioni.
L’ANPI saluta come un momento importante per la vita democratica del Paese la vastissima partecipazione della nostra comunità alle “primarie” del Partito Democratico, premessa di una auspicabile ripresa dell’impegno fortemente unitario in quel partito e fra tutte le componenti democratiche della società nazionale.
Anche per questo pensiamo che esistano le condizioni nel nostro Paese per una mobilitazione delle coscienze in grado di dare voce a tutti coloro che assistono con preoccupazione alla negativa deriva in atto e tuttavia non sanno come reagire. Ecco perché la “nuova stagione dell’ANPI” deve essere caratterizzata non tanto da iniziative volte esclusivamente alla celebrazione del passato, quanto piuttosto ad attività che sappiano collegare la nostra gloriosa storia ai problemi politici e culturali del presente.
In quest’ottica assume un significato importante il riferimento non soltanto alle vicende relative ala Resistenza ma anche a quelle antecedenti che compongono un più completo panorama della storia d’Italia e che hanno riguardato la costruzione della nostra Unità nazionale. Si tratta di un quadro che consente in modo più compiuto di riferirci alla nostra storia patria e di ritrovare in essa le vicende, le motivazioni morali, civili e politiche idonee a rendere la maggior parte della nostra comunità nazionale non solo orgogliosa del proprio passato – così come i francesi avranno per sempre il diritto di essere orgogliosi della loro Rivoluzione, che fu portavoce di Libertà e di Giustizia per il mondo intero – ma anche decisa ad operare per rendere il presente la degna continuazione.
Ci sono forze governative che tendono a trascurare le iniziative per celebrare il 150° anniversario dell’unità nazionale; ed altre, come la Lega, che non esitano a schierarsi apertamente contro il Risorgimento ed i suoi protagonisti, a disprezzare il Tricolore, simbolo dell’unità della Patria. Grande, invece, sarà la nostra partecipazione alle celebrazioni per ricordare solennemente il significato storico ed il valore attuale del 150°. Proprio da parte di noi partigiani, antifascisti, cittadini democratici che abbiamo saputo concepire e realizzare la gloriosa Guerra di Liberazione come secondo e conclusivo Risorgimento, contribuendo a portare grandi masse popolari – che furono estraniate dai moti e dagli ideali risorgimentali – ad essere questa volta protagoniste della epopea della Resistenza. Il 25 aprile potrà e dovrà, in questa prospettiva, essere celebrato in piena e brillante comunione col Risorgimento.


Il Presidente Nazionale
Raimondo Ricci

Il vice Presidente vicario Nazionale
Armando Cossutta

AD ANCONA LA SECONDA FESTA NAZIONALE DELL'ANPI

Il XV Congresso dell'ANPI nel febbraio del 2011
Ad Ancona a fine giugno 2010 la Seconda Festa nazionale


Il Comitato Nazionale ANPI, riunitosi a Roma il giorno 29 ottobre, ha deciso la convocazione del Congresso Nazionale per febbraio 2011 preceduto dalla riunione del Consiglio Nazionale, da svolgersi nel febbraio 2010, che ne discuterà impostazione politica e modalità organizzative. II Comitato ha inoltre deliberato che la II Festa Nazionale avrà luogo nel prossimo anno ad Ancona a fine giugno 2010.
Restano confermate:
- l'iniziativa nazionale del 28 novembre a Roma, per ricordare Nilde Iotti nel decennale della sua scomparsa e per lanciare la campagna nazionale "Donne, antifascismo e democrazia";
- la partecipazione dell'ANPI alla manifestazione per il 40° anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano;
- l'iniziativa per il 50° anniversario dei fatti del luglio 1960;
- la campagna nazionale per il rilancio della celebrazione del 25 aprile in tutti i Comuni di Italia;
- la manifestazione del 12 dicembre a Mirano (VE) contro il razzismo;
- la celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.