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lunedì 30 settembre 2013

VLADIMIRO FERRARI

 

Un'importante iniziativa dell'ANPI di Monza, a 10 anni dalla scomparsa di Vladimiro Ferrari, partigiano e presidente dell'ANPI per circa 20 anni.
 

 

domenica 29 settembre 2013

SMURAGLIA SULLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE

La cosiddetta Commissione dei “saggi” nominata dal Governo per predisporre una bozza di riforme costituzionali, ha depositato – dopo un breve soggiorno marino a Francavilla – il proprio lavoro, in tempi addirittura anticipati rispetto all’attività del Parlamento, che è ancora alla prima lettura del disegno di legge costituzionale sulla procedura.
Ci sarà tempo di esaminare questo documento con la necessaria attenzione, ma fin d’ora, almeno due osservazioni si impongono.
La prima: tutti dovrebbero rilevare la tangibile anomalia di questo documento. La revisione della Costituzione è un tipico lavoro del Parlamento, disciplinato dall’art. 138 della Costituzione, che prescrive una serie di cautele e garanzie perché la Costituzione non possa essere riformata in modo incoerente e con maggioranze occasionali. Il Governo, secondo la prassi, dovrebbe restare estraneo a questo lavoro; al più potrebbe dire la sua nel corso della discussione, ma senza interferenze su un lavoro tipicamente parlamentare.
Invece, qui si è nominato un comitato di “saggi” (chissà che titolo di studio occorre per essere definito “saggio”?) col compito di stendere una sorta di bozza sulle principali questioni di cui si discuterà e che alcuni ritengono degne di un’attenzione particolare ai fini – appunto – dell’ipotetica riforma della Costituzione. I “saggi” (scelti con criteri non solo qualitativi, ma anche di appartenenza a specifiche aree politiche) hanno lavorato, su alcuni punti si sono trovati d’accordo e su altri no, ed hanno presentato la loro “bozza”; che dovrebbe servire a che cosa? Presumibilmente, nel pensiero di chi ha “inventato” questo procedimento inusuale, a fornire la base della futura discussione parlamentare, in qualche modo impegnativa per i parlamentari, che peraltro, di materiale ne hanno più che a sufficienza e il Parlamento è attrezzato per consentire l’approfondimento dei problemi per coloro che vogliano discutere (e alla fine votare) consapevolmente.
Ed allora bisogna dire che questa è un’anomalia decisamente grande e grave, da respingere con forza, non solo per ragioni giuridiche, ma anche sulla base della logica e del buonsenso.
Ho sentito alcuni parlamentari dire “adesso vediamo questa bozza, e poi si vedrà”; mi ha colpito il fatto che non gridassero allo scandalo e non avvertissero l’offesa che, implicitamente, è stata al Parlamento.
Bisognerà richiamare l’attenzione su questo punto, che è davvero di principio.
La seconda: da un primo, pur sommario, esame, emerge che i “saggi” hanno ritenuto che per “rafforzare il Parlamento”, bisognerebbe fare alcune modifiche fondamentali: ridurre il numero dei parlamentari, superare il bicameralismo paritario; regolare meglio il procedimento legislativo e, più rigorosamente, quello della decretazione d’urgenza.
Fin qui, in linea di massima, nulla di veramente nuovo, perché della riduzione del numero di parlamentari si parla da anni (e tutti si dichiarano d’accordo, ma dovrebbero rendersi conto che non basta ridurre il numero, bisogna organizzare meglio le presenze, il lavoro e la partecipazione effettiva, nelle Commissioni e in Aula) e così pure della differenziazione del lavoro tra le due Assemblee (sulla quale, ugualmente, c’è accordo di massima, ma con grandi differenza sulle soluzioni concrete). Quindi, il Parlamento dovrà lavorare a fondo, su questi temi, nel senso ora indicato. Ancora, non ci sono grandi problemi per una diversa e più efficace ripartizione delle competenze, che chiarisca bene la situazione ed eviti la conflittualità che in questi anni è stata parecchia e dannosa.
Ma il punto fondamentale è che i “saggi” non si sono trovati d’accordo sul presidenzialismo (che speriamo venga definitivamente accantonato) ed hanno ripiegato su un rafforzamento dell’esecutivo, ponendo come obiettivo la realizzazione di un “governo parlamentare del primo Ministro”.
In realtà, vengono presentate tre soluzioni possibili, ma è chiaro che quella su cui si punta è la terza (quella che ho ora indicato), accompagnata da una coerente legge elettorale.
In estrema sintesi, da una sola consultazione degli elettori dovrebbero emergere sia la maggioranza parlamentare, sia l’indicazione del Presidente del Consiglio. Inoltre il primoMinistro potrebbe chiedere il voto, a data fissa, dei disegni di legge del Governo; il Primo Ministro potrebbe essere sfiduciato solo con una mozione di sfiducia costruttiva (maggioranza qualificata e indicazione del nuovo Presidente). La stessa procedura dovrebbe essere seguita quando il Primo Ministro pone la questione di fiducia su un provvedimento e non la ottiene.
Mi fermo qui, perché il ragionamento diventerebbe troppo complesso ed è chiaro che sul tema bisognerà tornare in prosieguo. Si vuole solo segnalare che nella più benevola delle ipotesi, si proporrebbe comunque un forte rafforzamento dell’esecutivo, non solo per il fatto che il Presidente del Consiglio sarebbe già indicato dal popolo, all’interno di una specifica maggioranza, ma anche e soprattutto perché col sistema descritto, l’agenda parlamentare sarebbe nelle mani del Governo, che potrebbe costringere l’Assemblea ad occuparsi praticamente (o almeno prioritariamente) dei soli disegni di legge proposti dal Governo. Con buona pace del “rafforzamento” del sistema parlamentare, che invece ne risulterebbe fortemente indebolito.
Sono soltanto prime osservazioni, che ho voluto formulare perché si cominci a capire qual è la reale posta in gioco, che cosa viene prospettato al Parlamento per il suo lavoro, che peraltro comincerebbe solo dopo la definitiva approvazione, in seconda lettura, del disegno di legge che stravolge il senso dell’art. 138 della Costituzione, e dopo l’eventuale referendum.
Insomma, i cittadini aguzzino l’ingegno, si informino, si documentino e poi alzino la guardia.
Ancora una volta lo ripeto: non siamo conservatori, la Costituzione si può modificare, ma solo in coerenza col complesso del sistema e solo nelle forme volute dal legislatore costituente.
Tutto il resto rappresenta un serio pericolo, che occorre evitare, non per chiudere definitivamente la partita, ma per affrontare seriamente i due problemi veri:
 
1. APPORTARE ALLA COSTITUZIONE LE MODIFICHE GIÀ MATURE E CHE NON ALTERINO IL SISTEMA, MA SEMPLICEMENTE LO RAZIONALIZZINO.
 
2. RIPRENDERE CON FORZA UN DISCORSO CHE SEMBRA APPASSITO, IN QUESTO GRANDE PARLARE DI RIFORME: QUELLO DELL’ATTUAZIONE PIENA DELLE NORME COSTITUZIONALI E REALIZZAZIONE EFFETTIVA DEI PRINCÌPI E DEI VALORI RECEPITI NELLA COSTITUZIONE. E’ NOTO A CHIUNQUE CHE, IN GRAN PARTE, LA COSTITUZIONE NON È APPLICATA (BASTI CONFRONTARE L’ART. 1 CON L’ESERCITO DI DISOCCUPATI E PRECARI CHE VIVE ED AUMENTA NEL NOSTRO PAESE, TANTO PER FARE UN ESEMPIO): È DUNQUE ORA CHE CI SI DECIDA A CAPIRE CHE QUESTO È IL COMPITO PRIMARIO DI UN PARLAMENTO E DI UN GOVERNO CHE VOGLIANO ESSERE DAVVERO CORRISPONDENTI AI PRINCÌPI COSTITUZIONALI ED ALLE ESIGENZE DI SOLIDARIETÀ ED EQUITÀ CHE DA ESSI DERIVANO.

COSTITUZIONE

In relazione ai diversi progetti che si vanno formulando, anche in sede governativa, a riguardo di un sistema di riforme costituzionali, ribadisce la più ferma contrarietà ad ogni modifica, legislativa o di fatto, dell’art. 138 della Costituzione, che – semmai – dovrebbe essere rafforzato e del quale in ogni caso, si impone la più rigorosa applicazione;
conferma il netto convincimento che il procedimento da seguire non può che essere quello parlamentare, attraverso gli strumenti e le commissioni ordinarie, non essendovi ragione alcuna per eventuali nuove formule e strutture, essendo più che sufficiente quanto già previsto dai regolamenti parlamentari;
riafferma l’inopportunità del ricorso ad apporti esterni che in qualche modo incidano sul lavoro parlamentare e che non siano quelli già previsti, attraverso quali si possono acquisire opinioni e contributi di esperti, mediante pareri, consultazioni, audizioni e quant’altro;
conferma la convinzione, più volte espressa, che le riforme possibili auspicabili sono solo quelle che risultano in piena coerenza con i princìpi della prima parte della Costituzione e con la stessa concezione che è alla base della struttura fondamentale della seconda, indicando fra le riforme possibili, diminuzione del numero dei parlamentari, la differenziazione del lavoro delle due Camere, l’abolizione delle province; tutte materie sulle quali esiste già una notevole convergenza e che non pongono problemi di coerenza complessiva;
ribadisce quanto già espresso in varie occasioni, vale a dire la netta opposizione dell’ANPI ad ogni riforma che introduca il presidenzialismo o semipresidenzialismo, non risultano ragioni evidenti per stravolgere il delicato complesso sistema delineato dal legislatore costituente;
conferma ancora una volta, l’assoluta e prioritaria necessità di procedere alla modifica della legge elettorale vigente, da tutti ritenuta inadeguata e annosa;
invita tutti gli organismi dell’ANPI ad impegnarsi a fondo su questi temi, promuovendo dibattiti e confronti, irrobustendo l’informazione ai cittadini, assumendo tutte le iniziative idonee ad ampliare il consenso attorno a queste posizioni, d’intesa con altre associazioni democratiche e con tutte le forme aggregazione di cittadini interessati a problemi di ordine costituzionale, chiarendo soprattutto che non si tratta di restare ancorati a tutti i costi ad sistema immodificabile, ma di impedire ingiustificate alterazioni di esso assicurare che non vengano poste in atto misure pericolose, suscettibili scardinare la profonda ed intima coerenza del sistema costituzionale, senza alcun vantaggio per la democrazia.
 
Anpi Nazionale

FORZA NUOVA SOLIDALE CON ALBA DORATA

 Roberto Fiore, Segretario Nazionale di Forza Nuova, in merito all'arresto del leader di Alba Dorata e di altri deputati nazionalisti greci comunica: “ Forza Nuova condanna senza mezze misure l'arresto di Nikos Michaloliakos, leader di Alba Dorata e di altri deputati nazionalisti greci. Quando un esponente di una forza politica alternativa al sistema, presente in parlamento con numerosi deputati e in continua ascesa nei sondaggi, viene arrestato non per aver commesso un crimine o un qualsiasi altro reato ma perché si vogliono reprimere le sue idee vincenti, è una sconfitta per tutti i popoli europei. L'unica colpa di Alba Dorata è quella di rappresentare una “forza nuova”, pulita ed incorrompibile, un movimento che settimanalmente sfama migliaia di greci, un movimento che si oppone a coloro i quali vorrebbero che la Grecia diventasse una colonia della finanza internazionale. Forza Nuova esprime massima solidarietà ai nostri fratelli di Alba Dorata e siamo pronti a manifestare davanti all'ambasciata greca in Italia e ai consolati per chiedere la libertà dei patrioti nazionalisti greci.
 
Qui sotto uno dei tanti messaggi di solidarietà da parte dei camerati monzesi

 
 
 
 
 

ALBA DORATA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

Un duro colpo per Alba Dorata, il partito greco di estrema destra che, dopo gli arresti di sabato 28 settembre si ritrova decapitato. Il leader del movimento Nikos Michaloliakos, insieme al portavoce Ilias Kassidiaris, i deputati Ilias Panaglotaros, Ioannis Lagos e al responsabile della sezione di Nikea, (quartiere di Atene) Nikos Patells sono stati arrestati in una retata che ha visto 36 ordini di arresto. L’accusa è di aver messo in piedi una organizzazione criminale. In particolare, di aver deciso l’omicidio del cantante rapper Pavlov Fyssas, compiuto il 17 settembre dal militante Georgos Roupakias.
Il blitz è partito in seguito a una serie di intercettazioni telefoniche condotte dalla sezione antiterrorismo della polizia greca. Le conversazioni tra i membri del partito avrebbero reso evidente il collegamento tra Alba Dorata e l’omicidio di Fyssas, e fatto scattare l’operazione della polizia, decisa al mattino dal procuratore della Corte Suprema Charalambos Vourliotis. Il tipo di accusa utilizzato (quella più grave) non prevede l’autorizzazione parlamentare nemmeno per i parlamentari (che non vengono destituiti). L’elenco, comunque, è lungo: gli arrestati dovranno rispondere anche per omicidio, aggressione, lesioni gravi, ricatto e riciclaggio di denaro. Si aggiunga che, nella perquisizione in casa di Michaloliakos, sono state trovate anche due pistole e un fucile non dichiarati, più 80.000 euro di origine non chiara.

DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE !


mercoledì 4 settembre 2013

APPELLO PER LA PACE


Carate Brianza, 2 settembre 2013
 
APPELLO PER LA PACE

 
Il mondo intero si trova ad un bivio. La grave situazione siriana impone di scegliere quale strada imboccare per fermare i massacri in atto e ristabilire un dialogo fra le parti opposte.

Lo spettro, più che concreto, di un intervento militare minaccia seriamente la pace su scala mondiale.

ACLI, ANPI e CCA di Carate Brianza intendono rivolgere un accorato appello affinchè le istituzioni e le comunità mondiali procedano esclusivamente attraverso la via diplomatica del dialogo e dei negoziati. Il ricorso all’intervento armato, dunque alla guerra, aprirebbe ulteriori scenari di morte, sofferenza e fame, in particolare tra la popolazione inerme.

La Costituzione Italiana, guida sicura della nostra democrazia, all’articolo 11 afferma con estrema chiarezza che “ L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Per tal motivo chiediamo a tutte le forze democratiche, alle associazioni cittadine, ai sindacati ed alla cittadinanza tutta di aderire a questo appello e di partecipare al

 
BANCHETTO DELLA PACE

che si terrà

 
SABATO 7 SETTEMBRE

 
DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 18.00

 
IN PIAZZA BATTISTI

 
A CARATE BRIANZA (MB)
 

Vi invitiamo ad inviare le adesioni all’indirizzo di posta elettronica anpicaratebrianza@libero.it    
 
 
Qui sotto le adesioni, costantemente aggiornate in ordine di arrivo
 
Emergency Brianza
Lista civica L'altra Carate
Sinistra Ecologia Libertà
Partito Democratico
Lista civica Prima Carate
Lega Nord
Associazione Nazionale Marinai d'Italia
Cisl Monza Brianza Lecco
Il Popolo della Libertà
Associazione Giovani Vivere Insieme
Associazione Genitori I.C. Romagnosi
Cgil Monza e Brianza
Partito della Rifondazione Comunista
Lista civica Insieme
Aido Carate Brianza