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domenica 25 marzo 2012
CELEBRAZIONE 9 MARZO
MOSTRA "BRIANZA PARTIGIANA"
Pubblichiamo alcuni scatti relativi all'inaugurazione e presentazione della mostra "Brianza partigiana" allestita presso le sale di Villa Cusani dal 3 all'11 marzo 2012.
Un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita dell'iniziativa, ai cittadini intervenuti ed agli autori della mostra: Emanuela Manco,Rossana Valtorta e Leonardo Visco Gilardi.
PROPAGANDA E PROVOCAZIONI FASCISTE A VILLASANTA
L’A.N.P.I. provinciale di Monza e Brianza esprime piena solidarietà alla” Casa dei popoli” e a tutti i democratici e antifascisti di Villasanta per la grave provocazione di cui è stata oggetto nei giorni scorsi.
Purtroppo non si tratta di un episodio isolato. Manifestazioni di intolleranza, legati alla presenza di forze che apertamente si richiamano all’ideologia fascista, si ripetono con pericolosa insistenza nel nostro territorio brianzolo. L’A.N.P.I. sollecita la massima attenzione da parte di tutte le forze democratiche e chiede a tutte le Istituzioni ed alle forze preposte alla salvaguardia dell’ordine pubblico di vigilare sui rischi che la presenza di forze neofasciste possono rappresentare.
Per questo riteniamo grave che amministrazioni locali come quelle di Monza e di Villasanta concedano spazi ad associazioni come ADES, che apertamente dichiarano il loro legame con organizzazioni come Lealtà Azione che, sotto la copertura dell’associazione culturale, si richiamano alle aberranti teorie del fascismo e del nazismo. Questa colpevole sottovalutazione contribuisce ad alimentare un clima favorevole alle teorie revisioniste e negazioniste che, mettendo sullo stesso piano fascismo ed antifascismo, rischiano di attenuare la coscienza di quale tragedia il fascismo ed il nazismo abbiano rappresentato per l’Europa e per l’Italia.
La lettera al giornale di Vimercate del sig. Ponessa, responsabile provinciale di ADES e membro di Lealtà Azione, rappresenta una chiara testimonianza dello spirito di arroganza e di intolleranza che anima la cultura legata a certa destra.
Infatti il sig. Ponessa non trova altri argomenti se non quello di rivolgere insulti alla Dr.ssa Alessandra Kersevan, ricercatrice storica, “colpevole” di contrapporre alle strumentalizzazioni la verità della ricostruzione storica in merito alla tragedia delle foibe.
Non vogliamo creare inutili allarmismi ma intendiamo prendere iniziative nei confronti delle amministrazioni locali, del prefetto e delle forze dell’ordine rinnovando l’invito, fatto nell’autunno scorso con la consegna di un dossier, affinchè questa situazione venga valutata con la giusta attenzione.
A.N.P.I. provinciale di Monza e Brianza
sabato 24 marzo 2012
SBANDANPI, CONCORSO MUSICALE
2° edizione - 2012
“La musica è la risposta al mistero della vita. La più profonda di tutte le arti, esprime i pensieri più profondi di vita”. ( Arthur Schopenhauer)
Il presente scritto vorrebbe affiancare all’iniziativa musicale organizzata dall’A.N.P.I. Provinciale di Monza e Brianza, dal titolo “SBANDANPI”, alcune riflessioni che fungano da stimolo e da proposta a chi tra il pubblico si sente interessato.
La musica e il sociale.
La musica, di qualsiasi genere, si rivela spesso come una fonte inesauribile di informazioni e proposte sul sociale: è come una sorta di “cartina tornasole” del contesto in cui è nata.
. Alcuni brani musicali sono tasselli della storia, parlano di avvenimenti, sono testimoni diretti di un’epoca.
. Musicisti e musiche raccontano di periodi artistico letterari e coincidono con correnti filosofiche, o le disattendono, o le anticipano.
. Molti suoni si combinano rispondendo all’ancestralità dell’essere umano, pescando in archetipi che si perdono nel tempo dei tempi.
La musica, nella nostra società , nel bene o nel male coinvolge tutti, sia nell’universo giovanile che a tutte le età. Provate in un gruppo di giovani a domandare quanti si occupino di pittura, quanti di poesia, quanti di letteratura. Comparate i risultati ottenuti con quanti hanno avuto a che fare con la musica: un metalinguaggio che coinvolge e determina appartenenze, identità. cIn fasi differenti della nostra vita ne restiamo coinvolti sia in forma cosciente che latente, ascoltando o essendone fautori. L’ascolto stesso, per molti musicologi, diviene una modalità del fare musica, date le modalità di scelta, spazio, mezzi che coinvolge.
Sognamo e realizziamo nuovi modelli di sviluppo.
Davanti alle crisi che coinvolgono il XXI° secolo (di ordine sociale, economico, valoriale, etico…) la musica, il fare musica in tutti i sensi, può essere un interessante contenitore per analisi e proposte. Il Rap, come voce del Popolo, il DJ come laboratorio sonoro alla portata di molti, la citazione e la capacità propulsiva di musiche più o meno colte offrono molteplici modalità espressive.
Siamo convinti che la consapevolezza, le scoperte e le possibilità d’alternativa non nascano solo in processi intellettuali “a tavolino”, ma vedano proprio nelle possibilità espressive i loro figli migliori. Provarci è già il desiderio, la voglia ed il personale impegno nel partecipare.
Al qualunquismo populista del “me ne frego”, noi contrapponiamo da sempre “I Care”.
La musica della disobbedienza
Quello che l’A.N.P.I. vorrebbe attivare è un vero e proprio spazio del possibile.
Costruisci un’ ipotesi possibile di percorso musicale che abbia l’antifascismo come referente storico sociale; ti chiediamo di scoprire e riscoprire chi ha donato con generosità la propria vita per la libertà, chi ancora lotta e spera in un mondo più giusto per sé e per le generazioni future.
Ieri, come oggi ... “Avevamo vent’anni e oltre il ponte ... tutto il male avevamo di fronte ... a vent’anni la vita è oltre il ponte”
Grazie per l’attenzione
Pippo Biassoni, Musicologo
SBANDANPI 2012
Visita il sito www.sbandanpi.it per informazioni, premi e per scaricare la scheda di iscrizione.
NEOFASCISTI A VILLASANTA
Con la presente comunicazione denunciamo che nella notte fra il 20 ed il 21 marzo 2012, sono state danneggiate la saracinesca, il logo della Casa dei Popoli e la targa del Partito Democratico, con scritte di chiara ispirazione nazi-fascista.
Nel denunciare l’atto vandalico, non vogliamo commentare un gesto che si squalifica da solo.
La nostra attenzione rimane massima.
ANPI sezione Villasanta
Casa dei Popoli
PD Villasanta
martedì 6 marzo 2012
LE DONNE DELLA RESISTENZA, NORI BRAMBILLA PESCE
LE RADICI DELL'8 MARZO NELLA LIBERTA' DELLA DONNA
"Raramente si ricorda quando e come nasce in Italia la festa dell’8 marzo: festa che, più precisamente, rinasce, dopo che il fascismo e la prima guerra mondiale l’avevano cancellata", inizia così una nota del Comitato nazionale Anpi. Che così prosegue:
"La prima volta , si svolge in una Roma da pochi mesi tornata alla libertà e alla pace, mentre metà Paese è ancora impegnato in una feroce guerra contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò sua alleata e complice. Molte donne, rompendo tradizioni e costumi millenari, sono con i partigiani, in montagna e ovunque nelle città e nei piccoli paesi. Partecipano a scioperi contro la guerra, la fame, la mancanza di combustibili. Clandestinamente, sfidano gli occupanti portando mimose sulle tombe dei Caduti per la libertà.
Vogliamo ricordare questo atto di nascita perché lì stanno le radici di quei movimenti che lungo gli anni sono riusciti a conquistare la piena cittadinanza e tutti quei diritti civili che hanno portato le donne ad entrare nella vita, almeno formalmente, con le stesse opportunità degli uomini. Sottolineiamo “formalmente”, perché nella realtà quotidiana trovare lavoro, percorrere una carriera, crescere i figli (e in molti casi persino decidere di metterli al mondo), sono tornati ad essere ostacoli durissimi mentre i salari molto distanti da quelli ricevuti dagli uomini .
E mentre è di buon augurio il fatto che per la prima volta tre donne siano entrate nel nuovo governo per ricoprire incarichi di primo livello, tante donne competenti e appassionate al loro lavoro che ogni giorno si incontrano nei luoghi più disparati, continuano ad avere una rappresentanza insignificante là dove si esercitano ruoli di direzione nelle più varie attività.
Infine, ciò che più allarma, è la persistenza di un’idea della donna come corpo e bellezza quale principale mezzo vincente per avere successo nella vita. I modelli velenosi sparsi negli ultimi anni in ogni modo per convincere le ragazze che l’uso del corpo è il fondamento di ogni strategia per farsi strada nella vita e ottenere rapidamente riconoscimenti e ricchezza, sono penetrati profondamente nel costume, nell’inconsapevolezza della perdita di dignità e libertà che queste scelte comportano.
L’ANPI, ha tra i suoi iscritti molte donne che sono state in prima fila nella Resistenza come nei movimenti che hanno accompagnato e talvolta guidato le conquiste di questi settant’anni. Oggi, allarmata per l’incerto futuro che si prospetta alle giovani generazioni, vuole ricordare a chi si appresta a progettare il proprio avvenire, che la generazione protagonista della Guerra di Liberazione e della ricostruzione, si trovò a fare i conti con macerie materiali e morali non meno pesanti delle attuali, e che tuttavia riuscì a rimettere in piedi l’Italia attraverso un impegno personale e collettivo senza precedenti.
L’ANPI lavora perché questo tessuto connettivo si ricostituisca e continua ad essere impegnata, accanto a tutte le donne che reagiscono a questo stato di cose, perché riprenda il cammino iniziato tanti anni fa, con tante speranze".
"La prima volta , si svolge in una Roma da pochi mesi tornata alla libertà e alla pace, mentre metà Paese è ancora impegnato in una feroce guerra contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò sua alleata e complice. Molte donne, rompendo tradizioni e costumi millenari, sono con i partigiani, in montagna e ovunque nelle città e nei piccoli paesi. Partecipano a scioperi contro la guerra, la fame, la mancanza di combustibili. Clandestinamente, sfidano gli occupanti portando mimose sulle tombe dei Caduti per la libertà.
Vogliamo ricordare questo atto di nascita perché lì stanno le radici di quei movimenti che lungo gli anni sono riusciti a conquistare la piena cittadinanza e tutti quei diritti civili che hanno portato le donne ad entrare nella vita, almeno formalmente, con le stesse opportunità degli uomini. Sottolineiamo “formalmente”, perché nella realtà quotidiana trovare lavoro, percorrere una carriera, crescere i figli (e in molti casi persino decidere di metterli al mondo), sono tornati ad essere ostacoli durissimi mentre i salari molto distanti da quelli ricevuti dagli uomini .
E mentre è di buon augurio il fatto che per la prima volta tre donne siano entrate nel nuovo governo per ricoprire incarichi di primo livello, tante donne competenti e appassionate al loro lavoro che ogni giorno si incontrano nei luoghi più disparati, continuano ad avere una rappresentanza insignificante là dove si esercitano ruoli di direzione nelle più varie attività.
Infine, ciò che più allarma, è la persistenza di un’idea della donna come corpo e bellezza quale principale mezzo vincente per avere successo nella vita. I modelli velenosi sparsi negli ultimi anni in ogni modo per convincere le ragazze che l’uso del corpo è il fondamento di ogni strategia per farsi strada nella vita e ottenere rapidamente riconoscimenti e ricchezza, sono penetrati profondamente nel costume, nell’inconsapevolezza della perdita di dignità e libertà che queste scelte comportano.
L’ANPI, ha tra i suoi iscritti molte donne che sono state in prima fila nella Resistenza come nei movimenti che hanno accompagnato e talvolta guidato le conquiste di questi settant’anni. Oggi, allarmata per l’incerto futuro che si prospetta alle giovani generazioni, vuole ricordare a chi si appresta a progettare il proprio avvenire, che la generazione protagonista della Guerra di Liberazione e della ricostruzione, si trovò a fare i conti con macerie materiali e morali non meno pesanti delle attuali, e che tuttavia riuscì a rimettere in piedi l’Italia attraverso un impegno personale e collettivo senza precedenti.
L’ANPI lavora perché questo tessuto connettivo si ricostituisca e continua ad essere impegnata, accanto a tutte le donne che reagiscono a questo stato di cose, perché riprenda il cammino iniziato tanti anni fa, con tante speranze".
UNA MAIL PER DIRE NO ALLE FOTO DI MUSSOLINI E DELLA PETACCI
Una mail per contestare il sindaco nostalgico di Mezzegra
Molte le mail che chiedono al sindaco di Mezzegra di fare marcia indietro sulla decisione di aggiungere, alla lapide che segna il luogo della morte di Mussolini, anche il nome della Petacci e le foto dei due. Questo perchè molti cittadini e l'Anpi si sono mobilitati per esprimere il proprio dissenso per quella che appare “Una azione meramente nostalgica”.
«Ogni anno – ha raccontato Lella Greppi, promotore, insieme a Daniela Poncia e Diana Giossi, dell’iniziativa – giungono alla lapide già esistente una folla di nostalgici da tutta Italia, mentre il parroco celebra una messa di suffragio alla fine della quale si assiste a saluti romani e vecchi slogan fascisti. Il nulla-osta dato dal Sindaco alla posa della nuova lapide a noi è sembrato offensivo per tutti quei cittadini che considerano la caduta del fascismo il momento fondante del nostro Stato democratico».
La loro idea è semplice: invitano a spedire al sindaco, Claudia Lingeri, una mail con un testo da loro predisposto. Ne è nato un nutrito passaparola telematico che sta coinvolgendo, sul web, anche entità molto lontane da quelle prettamente locali. Il testo della mail, con l’invito a partecipare all’iniziativa, è stato pubblicato anche sul sito ufficiale dell’Anpi (associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Enna, all’altro estremo della Penisola.
«A pochi giorni dall'avvio del passaparola – ha dichiarato Lella - siamo già ad un centinaio di mail inviate, o almeno tante sono le persone che hanno ritenuto di farcelo sapere. Una bella soddisfazione. L’iniziativa durerà ancora a lungo nella speranza di ottenere ascolto. Mi piacerebbe leggere sui muri dei miei paesi messaggi di vita, di pace, o nomi di persone che meritano di essere ricordate per il loro impegno nel campo civile, sociale, artistico, culturale, invece che quelli di chi portò l'Italia al dolore, alla miseria, all'odio fraterno».
“Riteniamo che un Sindaco – si legge nel testo della mail -, rappresentante delle istituzioni, dovrebbe aver chiara la distinzione tra chi ha portato l'Italia verso la tragedia della guerra, inseguendo le nefandezze naziste, e chi imbracciò le armi per riconquistare la pace e un futuro di libertà per sé e per i propri figli. Questi ultimi caduti vanno pubblicamente ricordati, ad alimentare la riconoscenza di chi ancora oggi in questa pace può vivere”.
http://www.vaol.it/it/notizie/lapide-mussolini-comune-di-mezzegra-invaso-da-mail-di-protesta.html
http://www.vaol.it/it/notizie/mezzegra-anche-la-petacci-sulla-lapide-del-duce-anpi-insorge.html
Questo il testo della lettera inviata al sindaco.
"Egregio Sindaco,
riteniamo che la foto di Mussolini, pur in abiti civili, e di Claretta Petacci in un luogo di pubblico passaggio, sia offensiva per tutti quei cittadini, residenti o meno, che considerano la Resistenza - con la caduta del fascismo- il momento fondante del nostro Stato democratico.
Se conservare la memoria della nostra storia è cosa fondamentale e sacrosanta, altro è l'avallo istituzionale ad una iniziativa meramente nostalgica.
Riteniamo che un Sindaco, rappresentante delle istituzioni, dovrebbe aver chiara la distinzione tra chi ha portato l'Italia verso la tragedia della guerra per brama di potere, inseguendo le nefandezze naziste, e chi -uomini e donne- imbracciò le armi per riconquistare la pace e un futuro di libertà per sè e per i propri figli.
Questi ultimi caduti vanno pubblicamente ricordati. I loro nomi e le loro effigi apposte in luoghi pubblici, ad alimentare la riconoscenza di chi, ancora oggi e speriamo per sempre, in questa pace può vivere.
Gli altri morti, quelli che condussero l'Italia in guerra, che torturarono e perseguitarono, che consentirono pogrom e devastazioni con la morte di tanti civili innocenti, vengano ricordati, da chi lo desidera, in privato senza ostentazione.
Pertanto la invitiamo a ritirare il nulla-osta concesso.
Ringraziandola per l'attenzione porgiamo distinti saluti."
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