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giovedì 31 marzo 2011

MILANO NERA

L'ultima in ordine di tempo, in vista delle prossime elezioni amministrative, è stata la richiesta di Roberto Jonghi Lavarini ai vertici del Pdl di essere candidato alla presidenza della circoscrizione del centro storico di Milano. L'auto-investitura è stata ufficializzata con un comunicato in cui lo stesso Jonghi Lavarini ha reso noto il sostegno da parte di associazioni come Destrafuturo (in realtà la corrente da lui stesso fondata all'interno del Pdl), ma soprattutto di alcuni ordini professionali, tra cui l'Ampe (Assoedilizia), l'Unione dei piccoli proprietari immobiliari e l'Associazione nazionale degli amministratori condominiali. Si poteva pensare a una delle sue solite sparate, ma è arrivata da parte di Massimo Corsaro, vice capogruppo Pdl alla Camera, la conferma che il partito sta valutando la proposta.
Roberto Jonghi Lavarini, 38 anni, dal 1994 consulente immobiliare nella società di famiglia, meglio conosciuto come il «barone nero», è una delle figure più note del neofascismo milanese. Tra i fondatori di Cuore nero e grande organizzatore di commemorazioni della Marcia su Roma, oltre che di spedizioni a Predappio sulla tomba del duce, si vanta di aderire alla Fondazione Augusto Pinochet e di intrattenere rapporti con l'Npd, il partito neonazista tedesco, e con la destra razzista boera in Sudafrica.
La sua iniziativa più recente è stata il 23 marzo scorso al Cimitero Monumentale davanti a una cripta edificata nel ventennio dove sono state raccolte le spoglie di alcuni squadristi milanesi, per celebrare con i reduci della Rsi il 92° anniversario di fondazione dei Fasci di combattimento, ovvero omaggiare i manganellatori e gli assassini che accompagnarono con le loro violenze l'ascesa al potere di Mussolini. Ma quel che ultimamente più connota l'azione di Roberto Jonghi Lavarini è un forte presenzialismo a tutte le iniziative e feste di gruppi di nobili e ordini cavallereschi. Vantando un titolo (barone di Urnavas), il tentativo sembrerebbe quello di voler rappresentare, si dice con l'approvazione del principe Vittorio Emanuele di Savoia, le associazioni e i circoli dei nobili «militanti», cioè di quella minoranza di aristocratici che ancora tiene a titoli e stemmi senza più alcun valore. Ambienti reazionari legati persino ai discendenti degli Asburgo o dei Borbone.
Il filo nero è rappresentato dal centro studi Patria e Libertà del conte Fernando Crociani Baglioni (patrizio romano), centro di cui Jonghi Lavarini è vice presidente, al quale continuano ad aderire nobili e non solo da tutta Italia. Si tratta oramai di un vero e proprio partito aristocratico, lo stesso che ha invitato Berlusconi a feste sia Roma sia a Palermo (grottesco il 5 marzo scorso il gran Ballo del Gattopardo nel salone di Palazzo Principi Resuttano con abiti dell'Ottocento, ospiti gli antichi rappresentanti dei regni preunitari), e che ora spinge per avere dei suoi rappresentanti in politica, ovviamente nel Pdl.
Una «nobiltà nera» attiva grazie a figure come il principe «papalino» Lillo Sforza Ruspoli di Cerveteri (più volte candidato coll'Msi, Forza nuova e alle scorse elezioni europee con la Lega nord), il principe «carlista» Sisto Ugo Borbone di Parma, il conte Giuseppe Manzoni di Chiosca e Poggiolo (tra i promotori di un comitato per «Foggia città martire« a seguito dei bombardamenti anglo-americani nella seconda guerra mondiale), il conte Ludovico Boetti Villanis Audifredi (ex deputato missino di Torino), il conte Alessandro Romei Longhena (paracadutista AnpdI e della Fiamma), l'anzianissimo principe Alexander Comneno Otranto di Bisanzio (ex volontario nelle SS italiane), il principe Andrea Scirè Borghese (nipote del comandante della Decima Mas), la principessa Beatrice Feo Filangeri di Cutò e la contessa Anna Maria Teodorani (nipote di Mussolini), ma anche il conte Gianluca Bonazzi di Sannicandro, ora segretario lombardo della Fiamma tricolore, il conte Gianfilippo Brambilla di Carpiano, amico della famiglia Rauti, e il conte Fulvio Moneta Caglio de Suvich, capogruppo prima di An e poi del Pdl, in zona 1 a Milano.
A fare da sponda nel capoluogo lombardo, insieme a Jonghi Lavarini, Stefano Di Martino, vice presidente del consiglio comunale, monarchico di lungo corso, promotore sabato 19 marzo di un convegno per il 150° dell'Unità d'Italia a Palazzo Marino con i reduci della Repubblica sociale italiana, i discendenti degli ascari e alcuni ufficiali del «Regno italiano in Albania», presenti il sindaco Letizia Moratti e il ministro della difesa Ignazio La Russa. Il successivo corteo in piazza Duomo, per deporre una corona al monumento di Vittorio Emanuele II, ha visto sfilare, al suono della «marcia reale», i labari della Decima Mas a fianco delle bandiere sabaude.
Il tutto sullo sfondo della campagna per le prossime elezioni comunali dove il cartello che si sta componendo attorno al sindaco uscente si configurerebbe pesantemente marcato da sigle e personaggi provenienti dal neofascismo. E se al momento non si è ancora riusciti a stringere un accordo con La Destra di Storace, un patto è già stato invece sottoscritto con la Fiamma Tricolore, che tra i propri candidati annovererà Gabriele Leccisi, figlio di Domenico, il trafugatore della salma di Mussolini nell'aprile del 1946. Ma è direttamente nel Pdl che si giocherà la partita tra chi, espressione dell'estrema destra, potrà realisticamente puntare al consiglio comunale. I candidati-concorrenti saranno due: Antonluca Romano, rappresentante «ufficiale» della destra sociale di Gianni Alemanno (guidata a Milano da Carlo Fidanza e Paola Frassinetti) e Marco Clemente sostenuto da diversi ex An, dalle curve dello stadio, dai rimasugli di Cuore nero e Casa Pound.
Il gruppo Hammer-Lealtà e Azione non ha ancora deciso quale dei due appoggiare. Francesco Cappuccio ha definitivamente abbandonato sia Casa Pound sia il Centro Identitario di Borghezio, diventando responsabile dello Spazio Ritter, giostrandosi fra La Destra di Storace e i Circoli Nuova Italia di Alemanno. Lino Guaglianone, ex Nar, e l'avvocato Piero Porciani, dal canto loro sosterranno invece Marco Osnato, il cognato del coordinatore provinciale del Pdl Romano La Russa, nonché dirigente Aler attraverso cui è stata concessa una sede, in viale Brianza, proprio al gruppo neonazista degli Hammer.
Forza nuova in controtendenza andrà per conto proprio. Ma è dentro l'alleanza che appoggerà Letizia Moratti che sta confluendo gran parte dell'estrema destra milanese. Tra nostalgici del Re e fascisti.


tratto da osservatoriodemocratico.org

mercoledì 30 marzo 2011

MONZA E BRIANZA AL CONGRESSO NAZIONALE DELL'ANPI

Si è svolto a Torino il 15° congresso nazionale dell'ANPI.
Per la provncia di Monza e Brianza hanno partecipato come delegati il partigiano e presidente onorario Egeo Mantovani, il presidente effettivo Loris Maconi, la vicepresidente Patrizia Zocchio, Paola Pozzoli presidente della sezione di Carate Brianza e Sergio Cucci presidente della sezione di Bovisio Masciago.

Pubblichiamo i video degli interventi di Pozzoli e Zocchio e la lettera aperta di Cucci.







Di seguito la lettera aperta a tutta l'ANPI da parte di Sergio Cucci.

" Quattro mesi fa alcuni lavoratori immigrati salirono su una gru a Brescia e sulla Torre della ex Carlo Erba a Milano per rivendicare il permesso di soggiorno, il diritto alla dignità, al lavoro, alla vita. Da quella vicenda ci è sorta la domanda su come possiamo sviluppare al meglio concretamente l’intervento dell’A.N.P.I. contro il razzismo dilagante.
In Italia ci sono sempre stati episodi di intolleranza verso gli “stranieri” e i “diversi” (nomadi, disabili ecc.). Oggi, a differenza del passato, questi episodi non solo hanno spesso un largo seguito, ma sono di fatto istituzionalizzati dai partiti di governo, Lega Nord e PDL. E dalle amministrazioni locali guidate sempre dal centro destra.
Senza avere, secondo noi, una risposta adeguata dell’Italia democratica.
Ricordiamo la legge Bossi-Fini (la madre della politica anti – immigrati), l’ invenzione del reato di clandestinità, i C.I.E., veri e propri luoghi di sospensione del diritto . A livello locale: la schedatura delle impronte digitali dei bambini rom a Milano (contro la quale ci fu una ferma risposta dei partiti e delle associazioni democratiche, A.N.P.I. in testa). I rastrellamenti dei cosiddetti clandestini . I numerosi provvedimenti per negare agli immigrati il diritto alla cittadinanza, alla residenza, alla casa, all’istruzione, alla salute ecc. ecc.. Il razzismo e l’intolleranza sono un problema quotidiano anche per i giovani immigrati. Bambini e ragazzi di colore spesso si trovano a subire provocazioni da parte di loro coetanei “bianchi” nelle scuole. Anche il linguaggio comune usato per parlare degli immigrati è spesso uno stimolo al razzismo. Pensate all’uso del termine“extracomunitario”. O quando le amministrazioni locali elogiano carabinieri e polizia locale per avere “scovato” dei clandestini come fossero animali molesti.
Ma il razzismo non riguarda soltanto immigrati e nomadi. Nel novembre scorso tre deputati del P.D. denunciarono che a Roma, su una dispensa di diritto costituzionale del Comune, c’era scritto : "L'articolo 3 della Costituzione nella prima parte enuncia il principio di uguaglianza. Non bisogna però considerare uguali a noi persone in condizioni inferiori alle nostre (handicappati)".
Questa la situazione in cui è sbocciata la protesta degli immigrati di Brescia e Milano.
Una lotta che ha rappresentato una grossa novità nel nostro paese.
Hanno scelto una forma di lotta estrema, molto, molto dura sul piano della sofferenza umana. Gli immigrati di Milano hanno vissuto sulla Torre 28 giorni, quasi un mese, di cui moltissimi sotto diluvi frequenti ed i primi rigidi freddi dell’inverno in arrivo. Una sofferenza inaudita.
La solidarietà ricevuta dall’Italia democratica è stata secondo noi insufficiente. Ci risulta che soltanto Emergency e qualche altra associazione hanno fornito aiuto e solidarietà. I sindacati li hanno supportati un po’ con le “trattative” con la prefettura. E poco poco altro. Alcune sezioni dell’A.N.P.I. di Milano, della provincia di Monza e Brianza e qualcun’altra del comasco e del pavese hanno dato piccoli contributi, concreti e politici. Ma nulla di più. Pensiamo che la sottovalutazione di questa lotta sia stato un errore. Pensiamo che sia stato un errore leggere questa vicenda come un episodio di umana disperazione, come ormai ne succedono tanti. Siamo convinti che sia stata un tentativo importante per il riconoscimento dei diritti degli immigrati e contro il razzismo. Se l’Italia democratica avesse supportato con tutti i mezzi questa lotta, dandone ben altro risalto, politico e culturale, forse anche l’esito della stessa sarebbe stato diverso, almeno dal punto di vista culturale.
Il Congresso deve indicare cosa vuole dire essere la “coscienza critica dei partiti”. La lotta degli immigrati di Via Imbonati, ci induce a chiedervi se non sia a volte opportuno, impegnarci in certi casi concretamente per la difesa di condizioni di vita reali, siano lavoratori, siano immigrati o altro. Ci domandiamo se davvero raccogliamo il testimone dei partigiani, se non interveniamo a volte anche direttamente nelle situazioni reali. La lotta degli immigrati, con gli immigrati, per l’uguaglianza, contro il razzismo, secondo noi è una lotta di grande importanza politica e culturale, oltre che di rilevanza nazionale e merita, secondo noi un impegno diverso.

Il razzismo era uno degli elementi principali del nazifascismo. Oggi per noi, prima ancora che a livello politico, pensiamo che sia tornato ad essere un’ emergenza sociale e culturale. Frutto avvelenato della globalizzazione fondata sull’accentramento delle ricchezze e sulla povertà dilagante. Frutto di una società, italiana, ma non solo, che in maniera sempre più estesa sostituisce i valori di eguaglianza e solidarietà con l’egoismo generalizzato e l’indifferenza. Dis-valori già visti in passato e che hanno portato danni incalcolabili. Come affrontiamo questa emergenza? "

GUERRA IN LIBIA

L’Anpi è senza esitazione dalla parte dei popoli che si liberano da quei regimi dittatoriali e oppressivi che giungono a sparare sui propri concittadini. Il Mediterraneo e il Medio Oriente possono essere all’alba di una nuova stagione. Per questo sono assai grandi le responsabilità delle organizzazioni democratiche, dei governi, degli organismi sovranazionali.

Prendiamo atto della risoluzione dell’ONU per la Libia, in difesa di quel popolo, ma siamo fermamente convinti che “l’Italia ripudia la guerra come mezzo per la soluzione delle controversie internazionali.” Non si esce dalle crisi attuali e nemmeno si aiuta la costruzione di nuove realtà statuali democratiche né con la guerra dall’alto né dal basso.

Devono tornare pienamente in campo la diplomazia, la politica e la cooperazione internazionale, colpevolmente assenti finora, per responsabilità dei governi UE – Italia in prima fila – che pure si erano impegnati per favorire la creazione di una area di cooperazione economica e istituzionale. Questo processo va ripreso e messo al centro di una nuova politica nel Mediterraneo. A questa politicapotranno collegarsi i nuovi gruppi dirigenti che quei Paesi e quei popoli sceglieranno in piena autonomia e libertà.

martedì 29 marzo 2011

NO ALLA GIORNATA DELLA SOLIDARIETA' IN CASERMA

Il prossimo 27 aprile, per il secondo anno, l'Associazione Nicola Ciardelli Onlus promuove e organizza, con il Comune di Pisa, la Giornata della Solidarietà per ricordare il maggiore Nicola Ciardelli morto a Nassiriya nel corso della missione “Antica Babilonia”. Destinatari della “Giornata della Solidarietà” sono tutti gli allievi, dai 3 a 13 anni di età, che frequentano le scuole d'infanzia, le primarie, e le secondarie di primo grado del Comune di Pisa.
Sebbene l’iniziativa richiami valori universalmente condivisi quali la pace, la solidarietà e la memoria, non ci trova affatto concordi per le modalità organizzative scelte dall’Amministrazione Comunale.
La “Giornata della Solidarietà” si tiene all’interno della caserma Gamerra, e le attività delle Giornata sono svolte con la collaborazione e l'assistenza del personale militare.
Noi crediamo che la scelta di associare valori importanti come pace, solidarietà e memoria con un luogo denso di significato e di messaggi simbolici come una caserma possa creare nei bambini e nelle bambine un’associazione spontanea e acritica fra quelli che sono i valori della giornata e i compiti in cui sono utilizzate le Forze Armate. In particolare se la caserma è, come in questo caso, sede di un reparto speciale che è stato e sarà impegnato in missioni militari all'estero la cui conformità con l’articolo 11 della Costituzione è oggetto di acceso dibattito.
Il coinvolgimento delle classi in orario scolastico ci sembra un’appropriazione decisionale che limita la libertà e la prerogativa di ogni genitore di educare i figli secondo la propria visione di cosa siano la pace e la solidarietà, rendendo la scuola pubblica fonte di messaggi ambigui su un tema spinoso quale i rapporti fra gli eserciti e la pace.
I genitori non hanno avuto la possibilità di partecipare al processo decisionale, partecipazione che sarebbe stata tanto più importante quanto più sono piccoli i bambini e le bambine cui l’iniziativa si rivolge. Come la pedagogia e la didattica più avanzate ci insegnano l’Educazione alla Pace ha contenuti e modalità diversi per ogni fascia di età e si sviluppa progressivamente dall’educazione alla convivenza civile nelle relazioni quotidiane per giungere solo verso la fine del ciclo dell’obbligo ad affrontare con i necessari strumenti critici il nesso problematico tra pace e uso delle armi.
La scelta del Comune di Pisa di privilegiare una modalità organizzativa che associa la solidarietà alla caserma, e di non ascoltare le voci critiche già sollevate l'anno passato ha escluso gran parte del ricchissimo tessuto associativo pisano, impegnato da sempre sui valori della pace, della nonviolenza e dei diritti dell'infanzia.
La promozione della solidarietà ha una storia che non può essere ignorata: i suoi luoghi sono stati finora le scuole, le associazioni, le parrocchie, il mondo del volontariato, e la stessa Pisa si è connotata negli anni per la ricchezza di questo tessuto solidale.
Chiediamo pertanto all’Assessora alle Politiche Socio-educative e Scolastiche e al Sindaco del Comune di Pisa, come genitori, associazioni, cittadini e cittadine, che l’iniziativa del 27 aprile:
si svolga in una sede destinata ad attività civili, che sia organizzata da personale esclusivamente civile, e che consenta quindi la partecipazione di tutte le realtà cittadine che si occupano di solidarietà;
oppure, in seconda istanza:
non si tenga in orario scolastico, in modo che ognuno possa scegliere liberamente se farvi partecipare i propri figli.

Primi Firmatari:

Gruppo Franz Jagerstatter per la nonviolenza, Arciragazzi Pisa, Casa della Donna, Centro Gandhi Onlus, Campagna Ponti non Muri-Pax Christi, Legambiente Pisa, Un Ponte per...(Pisa), Fratelli dell'Uomo Pisa, Rete Radiè Resch Pisa, Assopace Pisa, Associazione le Dieci Lune, Ingegneria Senza Frontiere Pisa, Associazione Cooperazione centro Nord-Sud "Il Chicco di Senape", Gruppo Emergency Pisa, Arci Servizio Civile Pontedera

Tratto da nocaserma.blogspot.com

LE PAROLE DI LIDIA MENAPACE RELATIVAMENTE ALLA QUESTIONE

"Care e cari
ho letto con scandalo la notizia, e con ammirazione la presa di posizione dei genitori: ferma democratica, razionale, e soprattutto rispettosa delle bambine e dei bambini, che non possono essere strumentalizzati a questo modo.
Vorrei prendere parte a questa importantissima lotta e perciò sottoscrivo toto corde ciò che è incluso nell'appello. Non posso del resto dimenticare che quando ero al Senato mi occupai di una fosca vicenda accaduta proprio alla caserma della Folgore a un paracadutista siciliano (Scieri) la cui morte è ancora avvolta in inquietanti "misteri".
Comunque nella formazione delle generazioni avvenire non dobbiamo mai scostarci dal dettato della nostra Costituzione che, pur rispettando ovviamente tutti i morti, ci obbliga a farci opinioni e ad esprimere giudizi critici. In particolare sull'andazzo davvero intollerabile per il quale, mentre noi sappiamo che si deve "ripudiare" la guerra, sia quella aggressiva degli altri popoli (che pure usammo durante il fascismo), sia quella che si propone come “strumento di risoluzione di controversie internazionali”, non ci curiamo che questo civilissimo e inderogabile ordine costituzionale sia inverato soprattutto con la costruzione di una cultura di pace. Una cultura che miri esplicitamente a scegliere una politica che sia coerente tra mezzi e fini.
Le persone della mia età che per percorsi di riflessione ed esperienze di vita volentieri dichiarano "Ora e sempre Resistenza" lo fanno anche per affermare che quell'importante periodo della nostra storia ci portò a riflettere sull'uso dei mezzi, e si fondò soprattutto sulla formazione di coscienze democratiche e attive, anche fino alla scelta nonviolenta (ad esempio Dossetti non usò mai personalmente armi e fu comandante partigiano e nemmeno io, che pure ottenni il brevetto di partigiana combattente col grado di sottotenente).
Di fronte a possibili involuzioni politiche e a coinvolgimenti dell'Europa nelle pericolose crisi nel Mediterraneo è anche più necessario affermare appunto il ripudio della guerra e la ricerca di forme politiche e di culture efficaci a inverare il dettato costituzionale. Anche perché le armi e il militarismo cui si ricorre nei periodi di crisi (anche tra le due guerre mondiali del resto) non possono più nascondere che, quanto più sono orrendamente distruttive, e ipocritamente dichiarate mezzi "umanitari"(!), tanto più sono inutili: è corruzione usarli nella formazione dei piccoli e dei ragazzi e ragazze.
Per questo la vicenda che denunciate deve uscire dal ristretto ambiente in cui è nata, prima che sia fatta diventare un modello da prendere a esempio. Ciao, Lidia"


Lidia Menapace è nata a Novara nel 1924. Ha partecipato alla Resistenza come staffetta partigiana, con una scelta non violenta che rispetterà in seguito e contrassegnerà la sua vita e la sua attività politica; si è poi impegnata nel movimento cattolico di base: pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto", è stata presente alle più rilevanti esperienze politiche e culturali della sinistra critica. E’ stata consigliera comunale a Roma e a Bolzano, consigliera provinciale in Sudtirolo e regionale del Lazio. Nella legislatura 2006-2008 è stata eletta Senatrice. È tra le voci più significative della cultura delle donne e dei movimenti di solidarietà e di liberazione.

PIZZINATO : "OFFESA ALLA CITTA' DI MILANO"

Pizzinato furioso " offesa alla città di Milano capitale della Resistenza”.

NON crede sue orecchie, Antonio Pizzinato, presidente regionale dell'Anpi, quando gli dicono che davanti a Palazzo Marino ci sono le insegne della X Mas mentre si intona l'inno di Mameli per l'inizio di un convegno sui 150 anni dell'Unità d'Italia. «GLI stendardi e i reduci della brigata fascista in Comune? È una ferita insanabile e un'offesa alla città di Milano, capitale della Resistenza». È incredulo e indignato Antonio Pizzinato, 79 anni, presidente regionale dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani, nel giorno in cui sfilano davanti al Comune di Milano i vessilli della X Mas, uno spettacolo a cui sperava di non dover mai assistere. Senatore, l'invito alla pacificazione nazionale è venuto anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
«Sì, ma non confondiamo la pacificazione con la rimozione e la cancellazione della storia. Il rispetto è per tutti i morti, ma così si riabilita chi ha ucciso e torturato i combattenti per la libertà del Paese. Come diceva Arrigo Boldrini, il "comandante Bulow", "Noi abbiamo combattuto per la nostra libertà, per quella degli indifferenti e per quella di chi era contrario". Ma non si può parificare gli alleati dei nazisti, né tantomeno onorarli, tanto più quest'anno». Perché? «Perché abbiamo appena festeggiato i 150 anni dell'Unità d'Italia e Milano ha avuto un ruolo determinante in questa storia, a partire dalle Cinque Giornate del '48 fino alla Resistenza nella quale caddero oltre 2800 partigiani - ricordati alla Loggia dei Mercanti e al Campo della Gloria - per non parlare delle migliaia di deportati, degli arrestati, di quelli che fecero gli scioperi del '43 e '44, così come non si possono dimenticare i quindici fucilati dell'agosto '44, dirigenti del comitato clandestino della Falck, della Ercole Marelli e della Borletti. È in memoria di tutta questa gente che la X Mas deve stare lontana da Milano». Eppure il ministro alla Difesa Ignazio La Russa e il sindaco Letizia Moratti non hanno trovato nulla da dire, anzi. «È questa la vergogna maggiore. Che la riabilitazione venga da parte di un ministro della Repubblica italiana che ha giurato fedeltà alla Costituzione, e che lo faccia il sindaco della città Medaglia d'oro della Resistenza. Questa è l'onta indicibile. Ma non si ricordano cosa fece la X Mas all'Albergo Regina? Forse no, visto che il Comune non ha ritenuto nemmeno di mettere una targa a memoria». Lo ricordi lei che cosa succedeva all'Albergo Regina. «Era lì che venivano torturati e uccisi i combattenti per la libertà. Ma la lapide l'hanno dovuta mettere i cittadini perché le istituzioni non l'hanno fatto». Vogliono invece mettere una lapide in memoria di Luisa Ferida... «Quella che stava con i torturatori della repubblica di Salò? Mi sembra incredibile. Non è nemmeno revisionismo, è la cancellazione della storia da parte di alti rappresentanti delle istituzioni nazionali, che dovrebbero esser fedeli alla Costituzione e che invece riabilitano chi diede fuoco a interi paesi per rappresaglia, chi bruciò vive le famiglie dei partigiani e impiccò i combattenti per la libertà». Che cosa si può fare? «Siamo alla vigilia del 25 aprile, io sono molto preoccupato per i segnali che vedo in giro. Ne discuteremo la settimana prossima nel venticinquesimo congresso nazionale dell'Anpi a Torino. Serve un nuovo impegno per far vivere i valori della Resistenza».

La Repubblica 20 marzo 2011

MORATTI E LA RUSSA CHIEDANO SCUSA AI MILANESI

MORATTI E LA RUSSA VERGOGNA !



Milano. Le insegne della Decima Mas in piazza della Scala.
Le insegne della brigata fascista presenti al convegno organizzato per i 150 anni dell'Unità
 d'Italia cui hanno partecipato il sindaco Moratti e il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Svetta il labaro della Flottiglia Decima Mas in piazza della Scala durante l'esecuzione dell'inno di Mameli.
I rappresentanti dell'unità speciale hanno partecipato con la loro insegna al convegno organizzato oggi a Palazzo Marino dal consigliere comunale del Pdl, Stefano Di Martino, sul tema "150esimo dell'Unità d'Italia dal Risorgimento alle Missioni di pace".
All'incontro, a cui hanno preso parte anche tutte le altre associazioni di combattenti, sono intervenuti il sindaco, Letizia Moratti, e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Al primo cittadino è stato consegnato lo storico tricolore rinvenuto nel 1942 durante la campagna di Russia e riportato da un combattente in Italia l'anno successivo, oltre a una targa dell'associazione degli artiglieri.

Sottolineando la necessità di una pacificazione nazionale, il ministro La Russa nel corso del convegno ha citato una massima di Giorgio Almirante, lo storico segretario dell' Msi: "Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria", citazione che è stata accolta da un grande applauso della platea.

Decisamente critica la posizione del centrosinistra che parla di una grave ferita provocata alla città a poche settimane dalla ricorrenza del 25 aprile. In consiglio provinciale Caputo dichiara : "Il sindaco di Milano, città medaglia d'oro della Resistenza che tanti martiri ha donato per la liberazione del nostro Paese dalla dominazione nazi-fascista, prima tace e non si oppone alla decisione del Consiglio di Zona 8 di dedicare una lapide all'attrice del ventennio Ferida, coinvolta nelle agghiaccianti vicende di Villa Triste, e oggi partecipa ad un convegno a Palazzo Marino in cui sono rappresentati i reduci della Decima Mas e della Repubblica Sociale Italiana.". Proteste anche dall'Anpi, l'associazione nazionale partigiani che nei giorni scorsi aveva preso pubblicamente posizione in particolare contro l'ipotesi di dedicare una lapide alla Ferida.


Repubblica Milano

TARGA ALLA FERIDA, LA RISPOSTA DI SMURAGLIA

MILANO, LA DESTRA RIABILITA LA BANDA KOCH

Mentre in Italia si commemora il 150° dell'unità, il consiglio di zona 8 mercoledì 16marzo 2011, in seconda convocazione (per non avere problemi con il numero legale), è stato convocato per discutere la proposta di intitolazione di una targa in memoria di Luisa Ferida, attrice aderente alla repubblica di Salò e partecipe, con Osvaldo Valenti, alle attività di tortura della famigerata banda Koch all'interno di villa Triste a Milano.
Questo è il testo approvato dalla maggioranza di destra del consiglio di zona, con 13 voti contro 11 dell'opposizione:
"In questo luogo, il 30/4/ 1945 venne assassinata, benchè incinta, LUISA FERIDA, famosa attrice di teatro e di cinema. A lei e a tutte le vittime dell'odio e della violenza causate da ideologie totalitarie e antidemocratiche è dedicata questa targa, affinchè mai più nella storia si ripetano simili nefandezze".
La targa e le motivazioni sono sconcertanti, un insulto alla storia e alla memoria per l'Italia e Milano, un atto gravissimo e di inaudita arroganza e ignoranza, e fascismo,una provocazione che offende tutte le vittime torturate e ammazzate dalla banda Koch, una delle più orrende squadracce del fascismo in Italia.
Milano democratica e antifascista reagisca a questa destra, non si può rimanere indifferenti.

ANPI Sezioni ZONA OTTO.
Comitato ANTIFASCISTA ZONA OTTO.
Coordinamento sezioni ANPI Milano zona 6.
Comitato ANTIFASCISTA per la difesa della Democrazia zona sei. Milano.

domenica 13 marzo 2011

IN RICORDO DI MARCO CESANA

Pubblichiamo i video della serata in ricordo del nostro Presidente onorario, Marco Cesana.
Purtroppo la memory card ci ha piantato in asso durante il corso dell'iniziativa, per cui mancano l'ultima parte del intervento del presidente dell'Anpi provinciale di Monza e Brianza, Loris Maconi e dell'esibizione del Coro La Baita.














150° UNITA' D' ITALIA A CARATE BRIANZA

150° A LIMBIATE

venerdì 11 marzo 2011

SBANDATI, E' ANCORA APERTO IL BANDO MUSICALE

SBANDATI,PER NON DIMENTICARE.

CANZONI DI LOTTA TRA IL VECCHIO E IL NUOVO MONDO.

E ieri come oggi il canto ci accompagna, è nostro fratello e sorella nel difficile cammino che deve vedere ancora compiersi l’anelito di libertà e giustizia sociale / politica che tutti noi auspichiamo… “Di nuovo come un tempo, sopra l’Italia intera, fischia il vento e infuria la bufera”


BANDO DI SELEZIONE PER LE ESIBIZIONI MUSICALI
DEL 3ª FESTIVAL PROVINCIALE DI RESISTENZA
DI MONZA E BRIANZA
22-26 giugno 2011
Besana Brianza

L’ A.N.P.I. Provinciale Monza e Brianza indice un Bando di selezione da tenersi in occasione del Festival Provinciale di Monza e Brianza, suddiviso in quattro categorie, con premiazione dei selezionati.

Il 3ª FESTIVAL PROVINCIALE DI RESISTENZA si pone come scopo, con la presente iniziativa, di mettere a confronto differenti esperienze musicali sulla tematica della lotta di liberazione partigiana, rilanciando la riflessione su valori e motivazioni della lotta partigiana, della Costituzione e del solco di democrazia tracciato a costo di sofferenze e gravi sacrifici.

L’A.N.P.I. con questa iniziativa vorrebbe andare oltre i soli fatti storici; vorrebbe avviare una riflessione sui sentimenti e le speranze della generazione che ha lottato per un’Italia libera e democratica e confrontarle con la generazione che si affaccia ora a tracciare la propria di Storia, nella rivalutazione di valori comuni, di sogni condivisi, di auspicabili cambiamenti.

Il bando offre due modalità operative per affrontare il concorso.

• Rivisitazione di canzoni della Resistenza: potranno essere utilizzati brani ( per intero o parzialmente) del periodo della Resistenza partigiana, per costruire la propria performance, adattandoli al proprio stile musicale, al fine di rendere con l’esecuzione una propria chiave di lettura.

• Racconti in musica sul tema del periodo a cavallo tra il 1940 ed il 1944: potranno essere inventate canzoni narrative, strutture musicali evocative che esprimano artisticamente il rapporto tra un ieri da non dimenticare ed un oggi tutto da costruire.

Il bando è rivolto a:

• gruppi musicali giovanili, senza obbligo di organico definito in tipologie di strumenti, che realizzino una demo da presentare al concorso; i componenti devono avere al massimo un’età anagrafica compresa entro i 22 anni;

• gruppi musicali o vocali provenienti dalle scuole secondarie di 1° e 2° grado, coadiuvati da un Docente della scuola d’appartenenza;

• musicisti amatoriali, singoli o in gruppo, di musica classica di età anagrafica compresa entro i 22 anni;

• gruppi over 22 anni, sia amatoriali che professionali.

Il primo premio consiste nell’importo di euro 500 e nella pubblicazione del brano in una raccolta su CD/DVD

SENZA MEMORIA UN POPOLO E’ INCOSCIENTE

Ma la memoria, senza una visione del futuro è commemorativa o nostalgica.

L'A.N.P.I. con questa iniziativa vorrebbe andare oltre la necessaria memoria.

“Sbandati” è un’occasione per avviare una riflessione con la generazione che si affaccia ora a tracciare la propria Storia.

I valori della Resistenza, della Costituzione e della democrazia possono diventare esperienza musicale di confronto.

A.N.P.I. Monza e Brianza ci sta provando.

Vuoi aiutarci in questa avventura?

Visita il sito www.sbandanpi.it per informazioni, premi e per scaricare la scheda di iscrizione.

150 PROPOSTE PER L' ITALIA

INCANTO ITALIA

12 MARZO A MILANO IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE E DELLA SCUOLA PUBBLICA

Anche a Milano, sabato 12 Marzo, è fissata una manifestazione in difesa della Costituzione e della Scuola Pubblica.
L'iniziativa si colloca nell'ambito di una mobilitazione nazionale che avrà come epicentro Roma (http://www.adifesadellacostituzione.it/) ed è aperta a chiunque creda che la Costituzione sia una somma di diritti e di doveri per tutte le cittadine e tutti i cittadini che sono sovrani nel proprio paese, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ organizzata per difendere i valori della legalità repubblicana – troppo spesso impunemente violati – e della dignità costituzionale che non dev’essere calpestata. Vuole ribadire la necessità della certezza del diritto, che è il primo bene pubblico indispensabile per ciascun cittadino, di qualunque schieramento. Per questo motivo si preferisce non vi siano simboli riconducibili a partiti o sindacati, nel rispetto dell’iniziativa che vuol’essere trasversale ed aperta a chiunque vi si riconosca.
Unica bandiera ammessa sarà il Tricolore, unico simbolo la Costituzione della Repubblica Italiana.
A Milano, la manifestazione si svolgerà in Largo Cairoli, con inizio alle ore 15.
Sul palco saranno chiamati ad intervenire esponenti dei movimenti della società civile, del mondo delle professioni, della scuola pubblica, della ricerca, della cultura. Personaggi noti si alterneranno a semplici cittadini attivi nel mondo della scuola e del lavoro.

Tra i primi relatori già confermati:
Vincenzo Consolo - Gioacchino Genchi - Nando dalla Chiesa - Salvatore Borsellino - Guido Scorza - Jorge Carazas - Daniele Biacchessi - Dario Fo - Mario Agostinelli - Marilisa D'Amico

domenica 6 marzo 2011

QUESTO E' IL FIORE DEL PARTIGIANO

6 MARZO : FOTO E VIDEO DELLA CELEBRAZIONE ANNIVERSARIO FUCILAZIONE PARTIGIANI CARATESI








I bellissimi lavori degli alunni delle classi quinte delle scuole primarie di Carate Brianza e i video della celebrazione civile tenutasi a Carate il 6 marzo in occasione dell'anniversario della fucilazione dei Partigiani avvenuta il 9 marzo 1945

Nel prima parte l'intervento del sindaco di Carate Brianza, Marco Pipino.

Nella seconda il discorso del sindaco di Pessano con Bornago, Giuseppe Caridi.

Nella terza le parole del rappresentante dell'ANPI, Rosella Stucchi, presidente della sezione ANPI di Monza, vicepresidente ANPI provinciale Monza e Brianza, figlia del capitano Giovanni Battista Stucchi, alta figura della Resistenza.







venerdì 4 marzo 2011

ANNIVERSARIO DELLA FUCILAZIONE DEI PARTIGIANI CARATESI

L’Amministrazione Comunale in collaborazione con il Comitato Unitario Antifascista e per la Difesa delle Istituzioni Repubblicane organizza le seguenti iniziative:

DOMENICA 6 MARZO 2011 -celebrazione civile

Ore 9.30 -S. Messa in Chiesa Prepositurale

Ore 10.30 – Al “Monumento alla Resistenza”, Piazza C. Battisti.
Commemorazione alla presenza delle Autorità cittadine di Carate Brianza,Pessano con Bornago e Rosella Stucchi, rappresentante dell'ANPI.
Corteo al cimitero per deporre le corone sulle tombe dei Partigiani caduti.

In caso di maltempo la manifestazione civile si terrà presso la Sala
Consiliare del Municipio.

DOMENICA 13 MARZO

Ore 9.00 -Dal piazzale del Municipio partenza per Pessano dove alle ore
10.00 avrà inizio la manifestazione

MEDAGLIA D' ONORE AL PARTIGIANO BETTINI DI BOVISIO MASCIAGO

LE DONNE PROTAGONISTE DEL CAMBIAMENTO

“8 marzo 2011: le donne protagoniste del cambiamento”. Questo il filo conduttore di un documento diffuso dalla presidenza, segreteria e Comitato nazionale dell’Anpi alla vigilia della festa della donna. “Nella lotta partigiana, nella Resistenza, le donne hanno avviato da protagoniste, alla pari degli uomini, un cammino di emancipazione e liberazione che, proseguito negli ultimi 60 anni, ha segnato la società italiana di conquiste di giustizia, di libertà e di civiltà”. “Donne – si sottolinea - di generazioni diverse che insieme lavorano, con sentito impegno civile, all'interno di un'associazione nata dopo la Resistenza. Questa “singolarità” fa dell'ANPI un luogo di valori forti e profondi che uniscono il filo della vita di tante generazioni”.
“Tenendo per mano questo prezioso filo che le ha fatte incontrare – aggiunge - le donne dell’ANPI lavorano su proposte ed iniziative culturali e sociali attraverso le quali portano avanti gli ideali e i principi sanciti dalla Carta Costituzionale”.
“Lavorando insieme si sono conosciute, confrontate e reciprocamente arricchite delle loro differenze. Attraverso le loro diverse esperienze cercano di favorire e stimolare un processo di ricomposizione e di solidarietà tra le donne, di individuazione di comuni obiettivi, di ampliamento della partecipazione attiva”.
“Dignità, rispetto di sé, libertà e coraggio delle proprie scelte, responsabilità verso se stesse e gli altri; difesa e potenziamento dei diritti sociali e di cittadinanza, a cominciare dal diritto al lavoro e ai servizi sociali; condivisione dei problemi e degli obiettivi da
raggiungere, pari dignità tra donne e uomini: questo è ciò che si deve affermare e promuovere”.
“In un momento – si rileva - di emergenza democratica, sociale e civile del Paese, come quello attuale, c’è una grande necessità della cultura, degli obiettivi, delle lotte di liberazione delle donne. Esse avvertono il bisogno di contribuire al cambiamento culturale del nostro Paese, sentono la necessità di agire in fretta per superare l'emergenza in cui si trovano, emergenza che rende l'Italia un Paese bloccato a logiche di interessi di parte”.
“Dopo il successo del 13 febbraio – si sottolinea - si deve andare avanti con la stessa forza e la stessa convinzione; per questo le donne dell’ANPI si sono date l'obiettivo di creare in ogni territorio una rete con le associazioni femminili, sociali e culturali, con i sindacati, con i partiti antifascisti, col volontariato, con le donne portatrici di competenze specifiche. “Questa –si conclude - è la nostra Associazione e questo sono le donne che ne fanno parte, e con tali convincimenti e sentimenti l’otto marzo saremo al fianco di tutte coloro che si riconoscono in questi valori”.

giovedì 3 marzo 2011

REVOCATO IL CONVEGNO DI ESTREMA DESTRA

Dopo l'intervento dell'Anpi revocato il convegno del gruppo di estrema destra "Patria Nostra".

La 3 Circoscrizione di Torino non ospiterà il convegno del movimento di estrema destra Patria Nostra. Dopo l'allarme lanciato dalla presidenza provinciale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, il presidente della Circoscrizione, Michele Paolino, ha firmato la revoca della concessione della sala a Patria Nostra, che non ha mai nascosto (dichiarandolo anche nelle interviste) di essere legata all'ideologia fascista.
Il convegno doveva svolgersi proprio nel quartiere Borgo San Paolo, lo stesso dell'eroe della Resistenza Dante Di Nanni.
La revoca è arrivata per motivi di ordine pubblico.

MARNATE, NO ALL'INTITOLAZIONE DI UNA VIA AD ALMIRANTE


L’Anpi provinciale di Varese è intervenuta con un’aspra polemica nei confronti della decisione del sindaco di Marnate Celestino Cerana, che ha deciso di intitolare una via a Giorgio Almirante.

«Il comitato provinciale di Varese dell’associazione nazionale partigiani d’Italia», recita il comunicato ufficiale dell’Anpi, «Esprime una vibrata protesta per una scelta che contraddice la storia di una località che ha visto, durante la lotta di resistenza, l’attiva presenza di una formazione partigiana, “La Costanzia”, di Matrice Cattolica».

«La decisione assunta è una offesa alla memoria di tanti ebrei ed antifascisti caduti durante le repressioni fasciste di carattere antisemita», prosegue l’Anpi, «Sostenute da Giorgio Almirante con i suoi scritti e la sua attività dichiaratamente razzista. I partigiani e gli antifascisti si augurano che tale decisione sia revocata anche per svelenire il clima di contrapposizione non certo favorevole allo sviluppo di un dibattito democratico».

L’Anpi di Varese ha il sostegno anche dell’Anpi di Gallarate. Ieri l’amministrazione comunale aveva già paventato un ripensamento.

Tratto da Varesenews

RIGURGITI NEOFASCISTI A RIMINI

Preoccupata presa di posizione dell'Anpi di Rimini rispetto a una catena di iniziative tutte diu chiara marca neofascista.

Ricapitoliamo. Il 5 marzo, il un luogo sconosciuto, si svolgerà un concerto di dubbia e ambigua matrice politico\culturale, mentre il giorno successivo, ci sarà sempre a Rimini la cena per il tesseramento del movimento politico neofascista Forza nuova. "Questa contingenza - spiega in un comunicato il Comitato provinciale dell'Anpi di Rimini - e le modalità semiclandestine dello svolgimento possono far pensare ad uno stretto collegamento tra i due avvenimenti e sono indubbiamente segnali pericolosissimi e inquietanti di rigurgiti neofascisti a Rimini".

"Vari - si spiega ancora - sono stati gli episodi di vandalismo politico di matrice neofascista in questi anni: tra i tanti ricordiamo l'imbrattamento del monumento ai Partigiani di piazza Tre Martiri o il fatto, ancor più grave, sventato grazie al brillante lavoro dei carabinieri, del vero e proprio attentato nei confronti dei componenti del gruppo PAZ, compiuto dagli allora vertici provinciali sempre del movimento di Forza nuova".

"L'Anpi esprime la sua più dura condanna nei confronti di questi avvenimenti e auspica che la stessa presa di posizione venga da parte delle istituzione democratiche della nostra città, sindaco e presidente delle provincia il testa; da parte di tutti partiti che si richiamano ai valori antifascisti e alla Resistenza; dall'associazionismo democratico e dalle forze sindacali e di tutti i singoli cittadini che hanno a cuore il vivere sereno e civile della nostra città".

Si ringraziano, infine, le forze dell'ordine per il lavoro che stanno mettendo in campo per la tutela dell'ordine democratico e della sicurezza di tutti i cittadini.



Comitato provinciale Anpi
A.N.P.I. RIMINI
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Sezione di Rimini
Via IV Novembre 21
47921 Rimini (RN) Italia

Contatti:
tel - fax 054122749
e-mail partigianirimini@yahoo.it
skype anpi.rimini
web http://www.anpi.rimini.it
facebook http://www.facebook.com/anpirimini
twitter https://twitter.com/anpirimini

martedì 1 marzo 2011

NAZI-AFFITTOPOLI

A Milano c’è anche un’Affittopoli nazista. Non ci sono solo gli appartamenti di enti pubblici concessi a prezzi di favore agli amici della politica con qualche santo in paradiso. C’è pure la sede quasi regalata al gruppo degli Hammerskin, coperti dalla sigla “Lealtà-Azione”.
Se gli skinhead si considerano “l’élite giovanile proletaria”, gli Hammerskin vogliono essere “l’élite dell’élite”, i migliori tra gli skinhead, scelti tra quelli che più si distinguono per l’orgoglio di essere skin, la fedeltà ai valori, l’amore per le tradizioni. Nuovi cavalieri di un Medioevo postmoderno, sempre pronti a combattere per la Tradizione, crociati già schierati in difesa dell’Europa bianca e del Sacro Sepolcro in cui riposano Valori ormai ridotti a scheletro.

Sono i più decisi fautori della “supremazia della razza bianca”, nati nella seconda metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan a Dallas, nel Texas, e poi dilagati in Europa, tra concerti di musica pesante e abbondanti bevute di birra. Simbolo, tatuato sul corpo dopo un lungo percorso iniziatico, i due martelli in marcia tratti dal film The Wall, in cui Alan Parker veste d’immagini le musiche dei Pink Floyd. Ma gli Hammerskin ne rovesciano il senso e le intenzioni:il loro doppio
martello rappresenta la forza irresistibile in marcia per abbattere i muri che proteggerebbero le minoranze etniche e religiose che minano la Tradizione e la supremazia della Nazione bianca.

L’ottobre scorso ha fatto scandalo il convegno organizzato da “Lealtà-Azione” su Léon Degrelle, criminale di guerra e comandante di una divisione delle Waffen-SS: a Milano, in una sede gentilmente dall’Aler di Milano (l’ente che gestisce le case popolari). Adesso, dopo molte e reiterate insistenze del consigliere regionale dell’Italia dei valori Stefano Zamponi, l’Aler ha dovuto scoprire le carte. Ha così finalmente consegnato la documentazione sul contratto d’affitto del negozio di viale Brianza 20, a Milano, offerto come sede a “Lealtà-Azione”. Vi si scopre che lo spazio è stato concesso a trattativa privata: dunque il gruppo nazista è stato scelto
espressamente. L’affitto è un vero regalo: 3.302 euro l’anno.

L’intestatario del contratto è Norberto Scordo, leader degli Hammerskin italiani, che ha una storia di tutto rispetto. È stato condannato, insieme ai due fratelli Alessandro e Franco Todisco, per aver aggredito nel 1992 a martellate (appunto) due giovani, un ragazzo e una ragazza di 18 anni, appena usciti dal Centro sociale Leoncavallo. In seguito è stato arrestato per aver pestato a sangue alcuni punkabbestia, alle colonne di San Lorenzo. Processato per direttissima, è stato condannato a sei mesi di carcere.

Ma chi c’è dietro Scordo e la sua banda di fan di birra e nazirock? Alcuni politici del Pdl che fanno da ponte tra il partito di Silvio Berlusconi e le frange neonaziste. Tra questi, Marco Osnato, consigliere comunale a Milano e genero di Romano La Russa, che poi è il fratello del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Osnato è consigliere dell’Aler, è colui che ha permesso che la trattativa privata approdasse a un bel contratto. Tante associazioni di volontariato e d’impegno civile a Milano non riescono a ottenere una sede. Grazie alla spinta di Osnato, invece, gli Hammerskin di Scordo & camerati hanno trovato casa.

Il Fatto Quotidiano, 24 febbraio 2011

RISPETTO PER LA SCUOLA PUBBLICA !