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lunedì 10 ottobre 2011

PICCOLI NEONAZISTI CRESCONO. ANCHE IN BRIANZA.



Sembrerebbe proprio che accomodarsi sotto l'ombrello del Popolo della libertà paghi. In tutti i sensi. Quantomeno tra Milano e la Brianza. È ciò che sta avvenendo per la sezione italiana degli Hammer, una sorta di network neonazista presente in diversi paesi europei, tra gli altri in Inghilterra, Spagna, Francia, Olanda e Svizzera, originato da fuoriusciti dal Ku Klux Klan del Texas nella seconda metà degli anni Ottanta per imporre la «supremazia della razza bianca». Negli Stati Uniti gli Hammerskin (questa la dizione esatta) sono conosciuti per aver assaltato sinagoghe, compiuto brutali pestaggi e assassinato alcuni giovani di colore. Dopo l’ennesimo accoltellamento di un afroamericano, nel 1999 in California un tribunale penale li definì «una gang di strada».
Ogni «fazione» deve essere composta da almeno sei membri, ma per diventare Hammerskin ed entrare in quella che viene considerata «l’élite dell’élite» del movimento naziskin, è necessario seguire una lunga trafila: essere presentato da uno della setta e sottoporsi a un periodo di prova. Solo alla fine si potrà ricevere l’agognata toppa con i due martelli, nell’immaginario Hammerskin un'arma per abbattere i muri a protezione delle minoranze etniche e religiose, e tatuarsi lo stesso simbolo su una parte visibile del corpo, collo o avambraccio. In Italia la «fazione madre» degli Hammerskin è da sempre quella milanese. Una cinquantina i militanti, compresi gli aderenti ad Ambrosiana skinheads e a Brianza skin, loro affiliati. L’importanza della gang milanese è stata di recente confermata, il 29 maggio 2010, quando a Cinisello Balsamo si tennero le celebrazioni per il ventesimo anniversario della costituzione della loro rete europea. Sotto un tendone nero, vicino allo svincolo dell'autostrada, si radunarono oltre 400 teste rasate provenienti da diversi paesi.

Favori e coperture
Ora, dopo anni di vicissitudini, causa arresti e condanne per svariati episodi di violenza che avevano visto protagonisti diversi Hammer, la scelta di collocarsi nell'orbita del Pdl. Da qui, in successione, una serie di favori e protezioni. Prima la riapertura, in una ex carrozzeria, nell'ottobre 2008, dopo due anni di inattività, della cosiddetta Skinhouse, alla periferia di Bollate, poi, nel settembre 2010, dietro il paravento della pseudo associazione culturale Lealtà azione, ma soprattutto grazie all'interessamento del vice coordinatore cittadino del Pdl Marco Osnato, nonché dirigente dell'Aler (Azienda lombarda per l'edilizia residenziale), l'inaugurazione di una nuova sede per «contrastare l’invasione di immigrati e zingari», in viale Brianza a poche centinaia di metri sia dalla stazione Centrale sia da piazzale Loreto. A firmare il contratto Norberto Scordo già condannato insieme ai due fratelli Todisco, Alessandro e Franco, per aver aggredito a martellate nel 1992 due giovani, un ragazzo e una ragazza di 18 anni, usciti dal Centro sociale Leoncavallo, nel 2001 a cinque mesi per istigazione all’odio razziale (gli fu anche sequestrata un’agenda su cui aveva scritto «Io sono neonazista e me ne vanto», «Ebrei al rogo e negri di contorno») e a sei mesi per direttissima, nel luglio 2008, per un'aggressione alle colonne di San Lorenzo ai danni di alcuni punkabbestia. La prima conferenza tenutasi in viale Brianza, il 3 novembre successivo, fu dedicata alla figura dell’ex generale delle Waffen-SS Leon Degrelle. Surreali, in questo contesto, le dichiarazioni di alcuni loro esponenti: «Noi non siamo assolutamente nazisti e nessuno di noi ha mai avuto denunce per aggressioni».

L'ossessione dei lupi
Solo pochi giorni fa, il 22 settembre, è stata invece la volta di Monza, dove in pieno centro, in via Dante, (a pochi metri dalla sede della Cisl), è stato aperto un altro spazio con vetrina sulla via. Nuovamente sotto le insegne di Lealtà azione, con tanto di gladio nel simbolo. Il sito internet, tra una citazione del poeta antisemita Ezra Pound e del fondatore della Guardia di ferro rumena Cornelius Codreanu, si collega sia alle edizioni Ritter (la principale casa editrice in Italia di pubblicazioni naziste) sia all'associazione Militia di Como (promotrice nel gennaio scorso di un incontro con Stefano Delle Chiaie). A presenziare in pochi, ma molti i messaggi dal Pdl, tra loro la consigliera provinciale Roberta Capostosti. D'altro canto a un'iniziativa del maggio scorso erano già intervenuti il senatore Alfredo Mantica e l'onorevole Carlo Fidanza insieme all'assessore allo Sport e eventi del comune di Monza, l'ex An Andrea Arbizzoni.
Non dimentichiamo neanche che nelle ultime elezioni comunali di Milano, gli Hammer sostennero ufficialmente nella lista del Pdl il segretario cittadino di Azione giovani, Antonluca Romano, poi non eletto. «I lupi sono arrivati», questo era il titolo della locandina pensata per l'inaugurazione. Sarà un caso, ma l'idea dell'“uomo lupo” rimanda all'organizzazione del “lupo mannaro” (Werwolf), costituita sul finire della seconda guerra mondiale dalle SS e animata dai giovani della Hilterjugend per condurre azioni di sabotaggio e guerriglia nei territori occupati dagli Alleati. Un piccolo tragico mito tutto interno all'immaginario di estrema destra.
Ma la piccola rete degli Hammer non ha solo aperto sedi, ha anche tentato in questi ultimi mesi di allargare il proprio raggio d'azione sfruttando come sempre i buoni uffici di ex esponenti di Alleanza nazionale: nel marzo scorso una conferenza prevista nella sala consiliare di Magenta, con il vice sindaco del Pdl, è stata annullata solo all'ultimo momento a causa delle proteste dell'Anpi e dei partiti antifascisti. In giugno si è tenuto un raduno in Valchiavenna con l'intervento musicale di Skoll, un cantautore il cui nome d’arte, per sua stessa ammissione, si ispirerebbe a un «lupo feroce» della mitologia germanica, dedito «alla violenta cancellazione della vita sulla terra azzannando il pianeta e riempiendo l’universo di spruzzi di sangue». Davvero un'ossessione, quella dei lupi.

tratto da ossservatoriodemocratico.org



MANGANELLATE AGLI ANTIFASCISTI DELLA BARONA



Milano, 8 ottobre 2011 - Ci sono stati momenti di tensione al presidio, organizzato da Anpi e Cgil in piazza Miani nel quartiere Barona di Milano, indetto per protestare contro l'apertura di una sede della Fiamma Tricolore in via Tosi, a poca distanza dal luogo della manifestazione.

Gruppi antifascisti e forze dell'ordine sono entrati in contatto quando alcuni partecipanti al presidio hanno deciso di muoversi in corteo (un centinaio di persone). Dopo una lunga trattativa, al rifiuto di concedere il permesso di muoversi, alcuni manifestanti hanno comunque provato a partire. A quel punto sono avvenute due-tre brevi schermaglie con le forze dell'ordine sul posto.

I manifestanti antifascisti lamentano due contusi : uno dei due è il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini, colpito da un manganello al capo e medicato nel vicino Pronto Soccorso dell'ospedale San Paolo.

A scatenare il confronto tra manifestanti e forze dell'ordine dunque sarebbe stata la richiesta dei primi di potersi muovere dal presidio autorizzato contro l'apertura di una sede della Fiamma Tricolore in zona, in un breve corteo nel quartiere Barona ''stando pero' ad ampia distanza dalla sede della Fiamma Tricolore'', hanno spiegato i manifestanti. A cercare di intavolare una trattativa con le forze dell'ordine a presidio della piazza, affinche' arrivasse il via libera al corteo e' stato il segretario della Camera del Lavoro Onorio Rosati. Al rifiuto della Questura di concedere il permesso, i militanti del vicino centro sociale Zam (che hanno partecipato all'iniziativa organizzata da Anpi e Cgil) avevano deciso di fare ritorno nel loro spazio occupato proprio in corteo, fatto che ha innescato la reazione delle forze dell'ordine.

Poco lontano, tra eco di canzonette del Ventennio e sventolio di bandiere di partito o con la croce celtica, è stata
inaugurata la nuova sede della Fiamma Tricolore-Destra Sociale. Il locale si trova in uno scantinato in via Tosi, nel quartiere popolare della Barona. In una trentina si sono presentati per ascoltare l'intervento del segretario nazionale Luca Romagnoli e del proprietario dello spazio, nonche' segretario provinciale del partito, l'avvocato Gabriele Leccisi. Il figlio di Domenico, che fu deputato Msi e autore del trafugamento della salma di Mussolini, ha annunciato ''la resurrezione a Milano della vera Fiamma Tricolore che segna la continuita' con la Repubblica sociale''. Per Leccisi la crisi economica aiutera' i militanti a ''riconquistare le posizioni perse. Andremo in tutti i quartieri della citta'''...

Nella sede, uno stanzone senza finestre, ma con bancone bar, le librerie stracolme dei piu' diversi volumi, tavoli e sedie, non mancano bandiere e gadget che rimandano al Fascismo. Dalle bandiere con aquila e fascio agli stickers con scritte come 'Boia chi molla', 'Me ne frego', 'Credere obbedire combattere' scritto sotto il volto del Duce e una t-shirt 'L'Italia agli italiani"

tratto da Il Giorno

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Si consiglia la visione del video pubblicato nel link de Il Fatto Quotidiano.

http://anpibarona.blogspot.com/2011/10/barona-presidio-antifascista-rassegna.html