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venerdì 25 febbraio 2011

LIBIA: NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO


La segreteria nazionale dell'Anpi ha aderito all’appello “Il Mediterraneo dei Gelsomini”.

"La strage che si sta consumando in Libia - si sottolinea in una nota - deve interrogare la coscienza di tutti i sinceri antifascisti e democratici: “non possiamo restare in silenzio” recita l’appello e noi lo sottoscriviamo con forza e profondo senso di responsabilità".

L’ANPI invita quindi i suoi iscritti a mobilitarsi e a partecipare "a tutte quelle iniziative volte a sollecitare i Governi del mondo a porre fine ad
un massacro che uccide la democrazia, la sacrosanta richiesta di democrazia che non può rimanere inascoltata".

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI



FERMIAMO IL MASSACRO IN LIBIA
Pane, lavoro, democrazia, accoglienza
IL MEDITERRANEO DEI GELSOMINI

C’è una Italia che si riconosce nella lezione di coraggio e dignità che arriva dal mondo arabo.

Il profumo dei gelsomini arriva anche nel nostro paese, anche nelle barche piene di giovani con la loro domanda di futuro.

Il messaggio che porta con sé ci dice che non è obbligatorio subire il furto di futuro, il sequestro della democrazia, né la fame di pane, lavoro e libertà.

Ci conferma che è possibile riprendere in mano il proprio destino, e scrivere insieme una nuova storia per il proprio paese e per il mondo intero.

Dimostra che il vento del cambiamento si può alzare anche dove sembra più difficile.

Oggi soffia da una regione rapinata dai colonialismi vecchi e nuovi, oppressa da dirigenti corrotti e venduti, violentata da guerre e terrorismi, troppo spesso contesa, divisa, umiliata.

Alzare la testa si può, anche quando costa immensamente caro, come il prezzo che il popolo libico sta pagando in queste ore per aver sfidato il dittatore.

Siamo tutti coinvolti da ciò che accade aldilà del mare. Le speranze e i timori, i successi e le tragedie delle sollevazioni arabe disegnano anche il nostro futuro.

Viviamo conficcati in mezzo al Mediterraneo ed è da qui che è sempre venuta gran parte della nostra storia.

Non possiamo restare in silenzio, mentre il Governo italiano tace, preoccupato solo di impedire l’arrivo di migranti sulle nostre coste, e ancora difende il colonnello Gheddafi.

Uniamo le nostre voci per chiedere la fine della repressione in Libia e in tutti gli altri paesi coinvolti dalla rivolta dei gelsomini, dallo Yemen al Bahrein fino alla lontana Cina.

Per sostenere i processi democratici in Tunisia e in Egitto e lo smantellamento dei vecchi regimi.

Per rafforzare le società civili democratiche che escono da anni di clandestinità e di esilio.

Per politiche di vero dialogo tra culture e per promuovere i “diritti culturali” delle popolazioni coinvolte.

Per la revisione degli accordi ineguali e ingiusti imposti dalle nostre economie ai vecchi regimi.

Per la fine delle occupazioni e delle guerre in tutta la regione.

Per chiudere la stagione dei respingimenti e di esternalizzazione delle frontiere, la stagione della guerra ai migranti.

Chiediamo che ai migranti della sponda sud sia, in questo frangente eccezionale, concesso immediatamente lo status di protezione temporanea.

Non possiamo tollerare che la reazione italiana ed europea alle rivoluzioni democratiche del mondo arabo sia la costruzione di un muro di navi militari in mezzo al mare.

Ai morti nelle piazze stanno aggiungendo in questi giorni ancora tanti, troppi, morti in mare. È arrivato il momento di dire basta!

Chiediamo a tutti e tutte di firmare questo appello, di farlo girare, di farsi sentire.

Per adesioni:gelsomini2011@gmail.com

giovedì 24 febbraio 2011

sabato 5 febbraio 2011

MOBILITAZIONE PER L'ORGOGLIO COSTITUZIONALE

LE DONNE DELL' ANPI : RESTITUIRE DIGNITA' ALL' ITALIA

“Mobilitiamoci per ridare dignità all’Italia”. Un appello che spontaneamente e contemporaneamente è stato lanciato in diverse città d’Italia e sottoscritto rapidamente da migliaia di uomini e donne.
Un appello che è stato pure rilanciato dalle colonne dell’Unità, dal direttore Concita De Gregorio. Una mobilitazione che ha il completo appoggio dell’Anpi.
E in particolare delle donne iscritte all’Associazione. Che attraverso il coordinamento femminile nazionale hanno diffuso una secca presa di pozione. .
“Come partigiane e come antifasciste siamo con tutte coloro che hanno risposto all’appello doveroso e appassionato de l’Unità. Questo anche a nome delle donne che nella Resistenza, per la propria dignità e per quella del proprio Paese, hanno pagato con la vita e sacrificato la propria giovinezza. Nel loro nome affermiamo con forza che il Presidente del Consiglio: offende ed umilia la loro memoria e le tante che nella democrazia si sono conquistate un nuovo posto nella società e nuovi diritti grazie al proprio impegno, alle proprie capacità, alla propria passione civile. Calpesta la Costituzione ed i valori su cui si basano l’autorevolezza, la credibilità, la dignità delle istituzioni”.
“ Con il suo stile di vita, e la sua idea delle donne, degna del peggiore machismo fascista - conclude il documento del coordinamento femminile nazionale dell’Anpi - lancia ai giovani e alle ragazze di oggi un messaggio devastante. Tutto ciò non è più tollerabile. Se ne deve andare. Ciò che accade interroga ciascuna di noi, la nostra coscienza, la nostra dignità, la nostra responsabilità. Diamo voce e visibilità alla nostra indignazione, diamo voce alle donne “vere”, che non vogliono svendere il proprio bene più prezioso: il rispetto per se stesse e l’amore per il proprio Paese”