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domenica 28 agosto 2011

NO AL RADUNO DI SKINHEADS NAZIFASCISTI, ITALIANI ED EUROPEI

Una grave offesa sta per essere arrecata al comune di Revine Lago e a tutte quelle valli vittoriesi che sono state il centro eroico della lotta contro il nazifascismo, compartecipi della Medaglia d'Oro al valor Militare attribuita alla Città di Vittorio Veneto.

Un gruppo di skinheads nazifascisti, italiani ed europei, si incontrerà in un campeggio sul lago di Revine con l’intento di far risorgere le macabre idee di Hitler e Mussolini che la storia ha sconfitto per garantire libertà e progresso.

"Vista la grave crisi economica, politica e morale del paese - si spiega in un comunicato dell'Anpi - tali raduni sono inopportuni perchè si fondano su valori di intolleranza razziale che alimentano lo scontro sociale e impediscono le necessarie politiche innovative volte a garantire più giustizia e più lavoro. Il raduno nazifascista non è un incontro innocuo, si tratta di individui i cui obiettivi da eliminare sono ancora una volta gli ebrei, gli immigrati e gli omosessuali".

"Gli skinheads - si sottolinea - sono portatori delle stesse idee che hanno causato la guerra, le leggi razziali e i campi di sterminio. Non sono perciò insignificanti nostalgici come non lo è il terrorista norvegese che rifacendosi a quelle medesime idee di odio e imbevuto di fanatismo religioso ha compiuto la strage ad Oslo in Norvegia togliendo la vita a più di 80 giovani innocenti".

"A questi visionari - sirileva ancora - si è aggiunto anche l’europarlamentare Mario Borghezio, recentemente sospeso dalla Lega Nord per aver pubblicamente ammesso di approvare le idee dello sterminatore di Oslo. Questo è uno degli “illustri ospiti” dell’incontro di Revine. Sottovalutare questi rigurgiti di violenza nazifascista è imperdonabile!"

Poi una domanda cjhe molti cittadini si fanno: "Chiediamo alle autorità di governo, al ministro degli interni Maroni, al Prefetto e alle autorità locali: è opportuno autorizzare tale raduno?"

La presa di poisizione si conclude con un impegno preciso: "L’ANPI, con tutte le forze democratiche del Vittoriese fin da subito e nel prossimo futuro eserciteranno un’azione adeguata di informazione in tutta la zona affinchè si ritorni allo spirito della Resistenza e dell’antifascismo per sostenere e difendere i valori della Costituzione".

La nota dell'Anpi si conclude con un elenco che deve far riflettere, quello dei caduti del comune di Revine Lago per la libertà.

Grava Armando, partigiano della Brg Tollot-Div. N. Nannetti. Catturato venne torturato per le vie dei paesi di Revine e Lago di fronte alla madre e alla sorella da una “infermiera” ausiliaria fascista.

Carlet Valentino. Internato a Bronersdorf in Germania e dichiarato disperso.

Grava Federico. Partigiano della Brg. Calvi-Div. Belluno. Catturato a Milano, deportato, moriva a Gunsen in Germania.

Losego Luigino. Partigiano, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Caduto il 20 dicembre 1944 a Caluso (TO).

Mel Pietro. Catturato a Milano e internato.

Moz Ernesto. Internato dai tedeschi morto a Buchenwald in Germania.

Piol Giovanni. Partigiano della Brg. Tollot.

Piol Mario. Partigiano Brg. Tollot. Medaglia d’argento al Valor Militare. Ferito ingaggiava disperata difesa per coprire la ritirata dei suoi durante un rastrellamento.

Aderisco alla protesta: ANPI Vittorio V., CGIL Vittorio V., CISL Treviso, Federazione della Sinistra, Italia dei Valori, Partito Democratico, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Vittoriese.

venerdì 26 agosto 2011

L'ANPI SOSTIENE LO SCIOPERO GENERALE INDETTO DALLA CGIL



L’ANPI, nel denunciare l’iniquità di una manovra finanziaria che comprime pesantemente i diritti del lavoro, manifesta il proprio sostegno allo sciopero indetto dalla CGIL per il 6 settembre prossimo. Occorre un no unitario e responsabile a provvedimenti che, lontano dal risolvere efficacemente la crisi che attraversa il Paese, producono come unico risultato l’aggravamento delle già precarie condizioni di lavoro di tanti italiani.

Resta fermo per l’ANPI, in ogni caso, l’obiettivo imprescindibile dell’unità sindacale, particolarmente importante e decisiva in momenti così difficili per la vita del Paese.

Il Comitato Nazionale ANPI

lunedì 22 agosto 2011

RISPETTO DELLA NOSTRA STORIA

Onorevoli Presidenti,

quando i quotidiani hanno dato notizia del progetto di inserire - tra le varie misure della più recente manovra - anche l'accorpamento delle festività laiche infrasettimanali alla domenica successiva, il Comitato Nazionale dell'ANPI ha espresso subito la più viva preoccupazione con un comunicato che faceva riferimento, in modo particolare, a tre festività di eccezionale rilievo e valore storico (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno).

Peraltro, le misure in questione sono entrate nel decreto ed ora dovranno essere esaminate, con le altre, in sede parlamentare.

Nel frattempo, ci sono pervenute - da ogni parte d'Italia - manifestazioni di esplicito dissenso rispetto a quel tipo di misure, accompagnate anche dall'opinione di non pochi economisti, secondo i quali l'incidenza delle stesse, sul piano economico, sarebbe sostanzialmente irrilevante. C'è un diffuso allarme, al riguardo di queste misure, in gran parte del mondo democratico e dei cittadini che credono all'importanza di alcuni valori imprescindibili.

L'ANPI, ovviamente, è consapevole della necessità della pronta adozione di misure anche drastiche, per affrontare la grave crisi che si sta attraversando (non solo in Italia) ed evitare il peggio, convinta che solo misure che rispondano a criteri di equità e ragionevolezza possono essere recepite ed attuate con la necessaria convinzione e il conseguente impegno da parte di tutti.

Ma l'equità non si realizza soltanto sul terreno economico-sociale. Di essa fanno parte anche valori fondamentali, di natura storico-politica, che riguardano l'intera collettività nazionale; prescindere da essi o negarli, significherebbe negare la nostra stessa storia, le origini della nostra libertà e della democrazia e misconoscere lo stesso significato del lavoro, posto giustamente a fondamento della Repubblica ed al quale è dedicata una festa che appartiene alla tradizione di tutti.

E' stato giustamente rilevato, da un illustre giurista (Alessandro Pace), che i francesi non accetterebbero mai di spostare la data del 14 luglio, così come gli americani non prenderebbero neppure in considerazione l'idea di spostare il "giorno dell'indipendenza" o il "giorno del ringraziamento". E ciò perché è diffusa, in loro, la consapevolezza che "la celebrazione di certi avvenimenti costituisce un fattore di integrazione dell'ordinamento statale, la cui sostanziale unità, pur nella diversità delle idee, è nell'interesse generale preservare".

Per tornare a noi, va detto, in particolare, che, fra le feste " laiche " che si vorrebbero spostare, quella del 25 aprile - festa nazionale e dunque di tutti - assume un significato del tutto particolare perché ricorda non solo la liberazione dalla dittatura e dall'invasione nazista, ma anche quelle centinaia di migliaia di cittadini che si sono sacrificati per la nostra libertà. Non possiamo confondere questi significati e questi valori in una giornata festiva qualsiasi, senza che essi perdano gran parte della loro stessa valenza e senza rischiare di offendere la memoria dei nostri caduti.

Se è vero - come molti specialisti sostengono - che si tratta di misure di valore economico insignificante, non dovrebbe essere difficile sostituirle con altre di maggiore efficacia economica, nel rispetto però di quella equità, storicamente intesa, a cui ho fatto cenno, oltreché all'esigenza ordinaria di equità economico- sociale.

Mi permetto, perciò, a nome dell'ANPI Nazionale, di invitare tutti i Gruppi parlamentari ad una riflessione attenta e serena sulla questione che l'ANPI ha doverosamente sollevato e la cui sostanza confido che potrà essere accolta senza difficoltà. Se così sarà, ne guadagnerà l'intera collettività nazionale, pronta ad affrontare, quando necessario, anche importanti sacrifici, ma nel rispetto della nostra storia e dei valori che devono unirci perché sono alla base della Costituzione e della stessa convivenza democratica.

Ringraziando per l'attenzione, invio i migliori saluti.

Il Presidente Nazionale dell’ANPI

Carlo Smuraglia

giovedì 18 agosto 2011

ATTACCO AL 25 APRILE, INTERVIENE L' ANED

Si allarga la protesta per la proposta di cancellare la festa della liberazione (25 aprile), quella conseguente del 2 giugno (festa della Repubblica), passando dall'abolizione del 1°maggio (festa dei lavoratori).

L'Aned, l'Associazione nazionale ex deportati attraverso con un articolo del vicepresidente, Dario venegoni, ha sottolineato la sua totale contrarietà (http://www.deportati.it/news/25aprile.html).

Qui di seguito pubblichiamo inoltre il testo della lettera aperta che Andrea De Maria, già sindaco di Marzabotto, attuale responsabile nazionale PD Nuove forme di organizzazione e comunicazione politica, ha mandato a Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi.

"Carissimo Presidente,

voglio comunicarti il mio più convinto sostegno alla posizione assunta dal Comitato nazionale dell’Anpi, a seguito dell’intenzione del Governo di mettere in discussione le festività previste nei giorni del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno. Come giustamente sottolineate si tratterebbe di un provvedimento di scarsissima efficacia sul piano economico, ma molto grave su quello dell’identità del Paese. Resistenza, lavoro ed equità sociale, Costituzione e Repubblica non sono vuote parole, ma le basi su cui la nostra Italia democratica trova le ragioni della sua coesione e, a maggior ragione in un momento così difficile, valori fondamentali di riferimento per tutti gli italiani. Sminuirne il significato sarebbe davvero grave e inaccettabile.

Chi ti scrive oggi ricopre una responsabilità nel Partito Democratico, ma è stato molti anni Sindaco di Marzabotto. Non posso non sottolineare il sacrificio di sangue che è stato pagato perché in Italia si tornasse a festeggiare il 1° maggio e per poter vivere quelle due giornate di libertà, il 25 aprile e il 2 giugno, dopo gli anni terribili della dittatura e della guerra. Non è un caso quindi che l’Anpi sia così autorevolmente intervenuto e auspico che tanti, come sta positivamente accadendo, si uniscano a questa battaglia.”

Ecco infine l'articolo di Dario Venegoni visitabile presso il sito dell'Associazione ex deportati (http://www.deportati.it/news/25aprile.html). Il commento è stato pubblicato sabato 13 agosto 2011 sulla pagina ANED di Facebook.


"Quando la casa brucia non si può andare tanto per il sottile. Se bisogna vendere i gioielli di famiglia, si vendono. E certamente non spetta a una associazione come quella degli ex deportati nei campi nazisti di valutare nel merito, misura per misura, le proposte del governo in materia economica.

Tra queste proposte ce n’è una che ci tocca però molto da vicino: quella di accorpare alla domenica più vicina tutte le festività civili del calendario. Si parla del 25 aprile, del 1° maggio, del 2 giugno, tre date che il governo di centrodestra ha dimostrato a più riprese di non digerire.

Ricordiamo tutti quando il ministro della Difesa La Russa dichiarò che lui il 25 aprile lo festeggia andando a porre un fiore sulle tombe dei “suoi” caduti, quelli della Repubblica sociale italiana. E che il presidente del Consiglio ha sempre disertato – tranne una volta, in Abruzzo, in piena campagna elettorale – le celebrazioni del 25 aprile, bollandole come “di parte”. Per non dire dello sciagurato voto con il quale in commissione, alla Camera, la maggioranza ha dato parere favorevole all’ennesimo tentativo di equiparare i militi repubblichini, alleati di Hitler, ai partigiani che hanno contribuito a ridare la libertà al nostro Paese.

Un governo che non ha mai riconosciuto il valore fondante della data del 25 aprile per la riconquistata democrazia oggi approfitta della crisi finanziaria – da esso stesso clamorosamente sottovalutata – per cercare di cancellare questa data dal calendario civile. Quello stesso esecutivo, all’interno del quale un importante ministro fece sapere che lui col Tricolore ci si “pulisce il culo” tenta di cancellare la festa della Repubblica, evidente ostacolo alla grossolana propaganda secessionistica della Lega.

Noi non ci stiamo. L’esempio europeo, incautamente evocato dal governo a giustificazione di questa sua proposta, dimostra semmai il contrario: per ogni francese la festa del 14 luglio è fondamento dell’idea stessa di unità nazionale. Ragionando per assurdo, potremmo prendere per buono il riferimento all’Europa fatto da Berlusconi: quando il 14 luglio cesserà di essere festa nazionale in Francia potremo discutere di accorpare alla domenica anche il 25 aprile. Fino ad allora… che non ci provino nemmeno!"



mercoledì 17 agosto 2011

MARGHERITA HACK, VOGLIONO CANCELLARE LA STORIA ITALIANA



Di seguito pubblichiamo il commento della scienziata Margherita Hack alle proposte del governo per fronteggiare la crisi dei mercati finanziari:

"Concordo pienamente con la vostra presa di posizione. Mi sembra che con la scusa del risparmio si procede nella direzione di voler cancellare quelle che sono state le tappe più significative della recente storia d'Italia, della riconquista della democrazia, delle lotte partigiane dopo la buia parentesi della dittatura fascista e delle leggi razziali.

25 aprile, 1 maggio, 2 giugno sono tre date di immenso significato per la nostra democrazia e dobbiamo opporci a questa vergogna."

Margherita Hack

lunedì 15 agosto 2011

NESSUNO TOCCHI IL 25 APRILE !



"Da quanto si apprende dai giornali, tra i provvedimenti che il Governo si accinge ad adottare - in relazione all'aggravarsi della crisi - ci sarebbe quello dell'accorpamento di alcune feste "non concordatarie" nella domenica più vicina oppure al lunedì. Ancora una volta saremmo di fronte ad una misura che molti considerano di scarsissima efficacia e poco corrispondente all'equità e alla ragionevolezza, sempre necessarie quando si richiedono sacrifici. Un provvedimento che, guarda caso, riguarderebbe le uniche festività laiche sopravvissute (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno), dotate di grande significato storico e di notevolissima valenza politica e sociale.
L'ANPI, portatrice e sostenitrice dei valori che quelle festività rappresentano, non può che manifestare la propria, vivissima preoccupazione e chiedere con forza un ripensamento che escluda misure di questo genere, prevedendone altre che siano fornite di sicura e pacifica efficacia, non contrastino con valori storico-politici da tempo consolidati e soprattutto corrispondano a criteri di equità politica e sociale".

IL COMITATO NAZIONALE ANPI


Nell’ennesima “manovra” il Governo ha deliberato, tra i tanti provvedimenti annunciati per far fronte ad una crisi fino a ieri negata e che rischia di travolgerci, di accorpare le “festività civili” nelle giornate di domenica.

Tra queste festività c’è il 25 Aprile.

Il 25 Aprile, come gli Italiani sanno (o dovrebbero sapere), è data sacra alla Patria, perché ricorda la libertà, la democrazia, la civiltà ritrovate (per tutti), la sconfitta del mostro nazifascista, il sacrificio dei tanti italiani che per questo si sono battuti, riscattando ’Italia dalla vergogna e dall’ignominia nazifascista che aveva contribuito a creare.

Vergogna e ignominia che altri Italiani, quelli della “repubblica di Salò”, hanno convintamente sostenuto e, da ultimo, difeso alle dipendenze dei nazisti e contro le scelte del Governo italiano. Italiani, questi ultimi, tra l’altro, che l’attuale Governo vorrebbe, con un disegno di legge in itinere in Parlamento, equiparare ai combattenti per la libertà.

Pensare di cancellare il 25 Aprile, come fosse una qualsiasi sagra paesana, per risparmiare qualche milione, certamente reperibile in modo più giusto e più degno, significa ferire la coscienza civile degli Italiani e recare offesa irreparabile a chi è morto o si è battuto per la civiltà e la dignità della persona. Gesto odioso, in linea, del resto, con la pretesa sopra ricordata di riabilitare il peggiore fascismo, quello razzista e filonazista di Salò.

Chiediamo a tutti gli Italiani di difendere i valori resistenziali contro questo mercatismo d’accatto, incapace di capire che l’Italia può riprendersi solo se spinta dai grandi ideali comuni. Vale molto di più infatti, anche economicamente, la coesione sociale, basata sul senso di identità e di appartenenza, che qualche milione raccattato in malo modo, svilendo quegli ideali e quei i valori.

ORA E SEMPRE IL 25 APRILE (NON ALTRA DATA) RIMANGA IL NOSTRO GIORNO DELLA MEMORIA E DELLA RICONOSCENZA.

​La Presidenza

A.N.P.I Regionale Lombardia