.

.

giovedì 3 maggio 2012

SFILATE NEOFASCISTE A MILANO

L'ANPI di Milano denuncia le sfilate neofasciste. La denuncia della segreteria dell'ANPI Provinciale di Milano si riferisce a quanto avviente, ormai da anni, il 29 aprile per commemorare Ramelli e Pedenovi in Piazzale Susa: "croci celtiche, saluti romani, divise nere, simboli funerei della repubblica di Salò, come testimoniato ampiamente dalle fotografie pubblicate sui principali quotidiani italiani". L'ANPI Provinciale di Milano ha da sempre espresso la sua ferma condanna della feroce aggressione nei confronti del diciassettenne missino Sergio Ramelli, morto dopo oltre trenta giorni di atroce agonia e dell'uccisione del consigliere provinciale del Movimento Sociale Italiano, Enrico Pedenovi. E si ricorda: "Nella seduta del Consiglio Comunale del 24 settembre 1985, l'allora Presidente dell'ANPI Provinciale di Milano Tino Casali nel denunciare "la vile uccisione del giovane missino Ramelli avvenuta nel 1975 e nell'auspicare che venisse fatta piena luce su quell'episodio come su altri gravi fatti di sangue che avevano drammaticamente colpito la nostra città (uccisione di Claudio Varalli, Alberto Brasili, Gaetano Amoroso, Fausto e Iaio ad opera di neofascisti) e offuscata la coscienza dei valori di fondo che regolano i nostri ordinamenti democratici" si chiedeva "quale poteva essere l'etica morale e politica, che spingeva quei giovani di venti anni di una parte o dell'altra, ad aggredire e persino ad uccidere a sangue freddo dei loro coetanei". "Nessuno nega il diritto legittimo - si sottolinea - di ricordare giovani, come Ramelli, vittime della violenza, purchè esso si svolga nel rigoroso rispetto dei principi e delle regole democratiche. Ciò che condanniamo e che riteniamo inaccettabili sono le sfilate che ogni anno si svolgono per commemorare Ramelli e Pedenovi in Piazzale Susa, con croci celtiche, saluti romani, divise nere, simboli funerei della repubblica di Salò, come testimoniato ampiamente dalle fotografie pubblicate sui principali quotidiani italiani". "Riteniamo che tutto ciò, oltre ad offendere la memoria di Milano, Città medaglia d'Oro della Resistenza, si pone in aperto contrasto con il carattere antifascista della nostra Costituzione, con quanto prevede la XII disposizione transitoria e finale della Carta Costituzione che vieta "la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito fascista" e con quanto stabilito dalle leggi Scelba e Mancino. Chiediamo quindi alle autorità che i responsabili di queste manifestazioni di aperta apologia di fascismo vengano identificati e denunciati, e alle Forze preposte alla difesa dell'ordine pubblico che le tetre sfilate che puntualmente ogni 29 Aprile hanno luogo nelle vie della nostra città vengano vietate, perché profondamente offensive del carattere antifascista di Milano e della memoria di chi ha sacrificato la propria giovane vita per restituire la libertà e la democrazia al nostro Paese".

4 commenti:

  1. L'Anpi dice di condannare l'uccisione di Ramelli, ma si guarda bene dal dire che è stato ucciso d militanti di sinistra che, come ideali, si rifacevano proprio alla lotta Partigiana e alla Resistenza. (non lo dico io, lo dicono loro....)
    Se davvero si condanna quel fatto, non si dovrebbe essere contro il corteo. Delr esto Sergio Ramelli era di destra quindi credo non si possa pretendere di ricordarlo sventolando bandiere con falce e martello o cantando "bella ciao"....
    Se davvero l'ANPi condannasse quell'episodio, sarebbe in prima fila al corteo e non avrbbe cercato di impedire perfino la proiezione di un documentario dedicato al ragazzo. Oltre a ciò c'è da dire che, se non isogna sventolare simboli, allora non bisognerebbe sventolare la bandiera rossa con falce e martello simbolo dei comunisti, dato che il comunismo nel mondo ha dato vita ad alcune tra le più feroci dittature (Stali, Mao, Fidel Castro....) che hanno provocato milioni di morti, al pari di quella nazifascista.
    mi domando, da sempre, perchè l'ANPI sia contraria allla dittatura nazista e fascista ma non a quella comunista (di cui da sempre o non parla o viene condannata con minore fermezza).
    io a desempio sono contraria a tutte le dittature quindi mi secca parecchio vedere anche quei simboli....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. l'autrice del commento ha dimenticato di dire che le cerimonie "di ricordo" a cui si riferisce si sono trasformate, da anni, in autentiche azioni di aperta apologia di fascismo. Senza farla troppo lunga in ordine ai tentativi di "rovesciare" la Storia, Tiziana dovrebbe semplicemente rendere omaggio a chi ha sacrificato la propria vita per restituire la libertà a noi tutti. Un commento come il suo sarebbe stato possibile se anzichè i partigiani,nel 1945, avesse vinto la RSI, alleata e complice del nazismo?

      Elimina
  2. Io rendo omaggio a chi mi pare, democrazia è anche questo.
    Guarda caso, rendo omaggio agli Alleati, senza di loro i partigiani per quanto meritevoli avrebbero potuto fare ben poco. cosa che invece mi pare non riconoscano mai, addossandosi tutto il merito della Liberazione.
    Per quanto riguarda il mio commento, se dire che essere contrati a tutti i tipi di terrorismo e a tutte le dittature (sia di destra che di sinistra) vuol dire offendere la Resistenza...ebbene, mi pare proprio una conferma che chi parla di libertà di parola e democrazia in realtà non sappia cosa davvero vogliano dire queste parole.
    Dato che con uan reazione del genere, il significato è chiaro: ""libertà di parola..ma solo per chi la pensa come me! Democrazia, rispetto, diritto di dire la propria opinione...ma solo per chi la pensa in un certo modo!" E questo modo, invariabilmente, è di sinistra. Quindi libertà di parola, democrazia e rispetto....ma solo se sei di sinistra. Per tutti gli altri nulla. Anzi, si desidererebbe una nuova dittatura: non certo fascista, per carità...ma comunista sì.
    Quindi, chi ha commentato sopra probabilmente (lo si evince anche dall'articolo) condanna i metodi fascisti, ma solo perchè provenienti da un'ideologia diversa dalla sua; li vagheggia invece, per gli altri, per chi non la pensa come lui, per chi si azzarda anche solo a discostare il proprio pensiero da quello che lui vorrebbe importi d pensare.
    Quindi: liste di proscrizione, torture, arresti, discriminazione per chiunque non adotti in maniera totale e pedissequa- senza un filo di ragionamento proprio- il pensiero di sinistra.
    Chi non lo è va costretto: con la repressione (che però tanto criticate quando viene usata contro i vostri centri sociali), con l'indottrinamento pedissequo, al limite, se proprio non si riesce, con la violenza.
    Proprio come pensavano gli assassini di Ramelli, con cui chi scrive (a dispetto di due frasi che non contano nulla in quanto si vede che sono messe lì per sviare)si mostra d'accordo.
    Questa, sappiatelo, non è democrazia: è solo un'altra dittatura, solo di colore diverso.
    Io l'ho detto molto chiaramente...sono contro TUTTE le dittature....voi, a quanto pare no.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho fatto una semplice domanda e, invece della risposta, vengo accusato di essere complice morale di un assassinio! Personalmente non ho mai frequentato centri sociali, ma credo che siano luoghi da educande al cospetto di tanto cieco e compulsivo fanatismo.
      Che dire?
      Rispondo con Voltaire: "disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto a dirlo".
      Sperando che anche il filosofo francese non venga considerato un pericoloso illuminista.

      Elimina