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martedì 11 gennaio 2011

TREVISO. SITO FASCISTA, INCHIESTA DELLA PROCURA

Il sito, contestato dai partigiani, è stato definito ieri dal procuratore Antonio Fojadelli «deprecabile».

A denunciare pubblicamente il sito (www.rsitreviso.blogspot.com) che celebra la repubblica di Salò, è stato il presidente provinciale dei partigiani Umberto Lorenzoni.

«E' vergognoso - ha tuonato il responsabile Anpi - Treviso è l'unica città che permette a un sito come questo di rimanere online, un sito internet che non solo fa propaganda fascista ma si occupa anche dell'organizzazione di manifestazioni fasciste nel nostro territorio».

Ieri mattina è arrivata la risposta della Procura: «Iniziativa deprecabile - ha dichiarato Antonio Fojadelli - Acquisiremo materiale conoscitivo per valutare se si configura una condotta penalmente rilevante».

Immediata la replica di Luciano Sonego, 58 anni, impiegato delle Poste e presidente provinciale di Continuità Ideale: «Sono a disposizione, sono perfettamente pulito. Rispondo alla mia coscienza e ai miei ideali, il resto non mi interessa». E, per inciso: «Non ho alcuna fiducia nella giustizia italiana».

Obiettivo dichiarato dei neorepubblichini è quello di riportare alla luce la verità sulle morti - per mano dei partigiani - dei «ragazzi di Salò». «Il nostro scopo - spiega Sonego - è quello di commemorare le persone che sono state trucidate senza processo dai partigiani durante il "radioso periodo"'43-'45. Noi non facciamo politica, ma abbiamo le nostre convinzioni. Che non ci è permesso esprimere. Certo, tra noi non ci sono comunisti, c'è qualche leghista».

Quanto al saluto fascista, che la legge vieta: «E' un saluto romano», taglia corto Sonego. Continuità Ideale, una settantina di persone che si ritrovano al bar da Coppi di Catena di Villorba, organizza uscite commemorative alle tombe dei propri «martiri»; ad accompagnarli ci sono anche sacerdoti benedicenti.

Tra loro don Floriano Abramovich, il prete trevigiano contestatissimo per le sue posizioni revisioniste sui campi di concentramento.

tratto da La tribuna di Treviso

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