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mercoledì 3 novembre 2010

RESISTERE AI TAGLI, INTERVISTA A LUCIANO GUERZONI

RESISTERE ai tagli...

"Resistere" ai tagli. Un taglio drastico sta per abbattersi sui contributi alle associazioni partigiane. Lo denuncia la segreteria nazionale dell'Anpi. Un effetto della crisi? Non solo. L'associazione nazionale partigiani stima che i fondi destinati all'Anpi si fermeranno a 73.500 euro, contro i 165.000 del 2009. "Per giustificare questa discriminazione - denuncia l'associazione - il governo ha manomesso il numero degli iscritti, attribuendocene 44.000 anziché i 105.000 reali". L'Anpi descrive una situazione "studiata per mettere a tacere l'antifascismo". Abbiamo chiesto un parere a Luciano Guerzoni, ex senatore e presidente della Regione Emilia, oggi nella segreteria nazionale Anpi. Qual è, innanzitutto, il ruolo che l'associazione dei partigiani svolge oggi in Italia? Perché ritenete particolarmente gravi i tagli dei fondi che arrivano dal governo?
L'associazione dei partigiani svolge un "ruolo attivo" di memoria dell'antifascismo e della Resistenza. Il nostro lavoro consiste in un intervento politico e di formazione culturale delle nuove generazioni ai valori della Costituzione. Un ruolo che, evidentemente, dà fastidio alle destre: ecco perché ci hanno colpito così duramente. In quale altro modo potremmo infatti definire questo tentativo del Governo di ridurci al silenzio? Come spiegare altrimenti la volontà di mettere a tacere l'antifascismo organizzato, la memoria della Resistenza, l'impegno dell'Anpi nella difesa e nella promozione della Costituzione? Diamo così tanto fastidio al governo che sono arrivati persino al punto di manomettere il numero degli iscritti. Nell'anno, tra l'altro, in cui registriamo il record di nuovi arrivi...

Proprio nel 2009, infatti, l'Anpi ha avuto un "boom" di iscrizioni, soprattutto tra i giovani. Una vera e propria rivoluzione, anagrafica e culturale, per un'associazione di partigiani: come spiega questa rinnovata attenzione per i temi dell'antifascismo?
Io ho la sensazione che sia proprio per questo boom di iscrizioni delle nuove generazioni che il governo abbia deciso di colpirci. Cresce di giorno in giorno il numero di ragazzi e ragazze che si rivolge a noi per reagire al clima politico e sociale insopportabile in cui versa questo Paese. Una parte bella, importante e sempre più ampia dei giovani si sta avvicinando ai temi del fascismo, della Resistenza, insomma alle fonti primarie della democrazia italiana. E probabilmente, ripeto, questo non va bene a chi ci governa.

Perché crede che i tagli siano un tentativo ridurre l'Anpi al silenzio? Qual è la "scomoda verità" di cui l'associazione si fa portatrice?
Il nostro impegno quotidiano, nelle scuole e non solo, è quello di far conoscere i valori su cui si fonda la democrazia italiana, ovvero quelli della giustizia, dell'eguaglianza, dell'essere tutti uguali di fronte alla legge. Cerchiamo di portare avanti la cultura dell'essere piuttosto che dell'apparire, il valore della riflessione, dell'approfondimento, dell'importanza della formazione di una coscienza critica e attenta. Per chi ci governa si tratta evidentemente di disvalori che bisogna invece cercare di contrastare e combattere. Ma l'Anpi, con Libera e con tante altre associazioni, sarà sempre in campo per combattere questa vera e propria aggressione alle fonti della democrazia italiana. Nemmeno tagli così drastici potranno fermarci.

Parlare di antifascismo e di memoria della Resistenza fa quindi ancora paura dopo più di 60 anni?
Certo. Come si può interpretare diversamente una discriminazione così palese, così grossolana, così netta da parte del governo? Abbiamo la metà degli iscritti di tutte le associazioni di partigiani e ci hanno dato appena il 10% del contributo totale. È un'operazione certamente attuata con criterio. Ma siamo pronti a reagire con forza e tenacia, prima politicamente, poi con una grande sottoscrizione per sostenere il nostro congresso nazionale. Il 15 marzo 2011 saremo a Torino, nella cornice delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, pronti e decisi, ancor più dopo questo attacco, a portare avanti la nostra missione.

Tratto dal sito Anpi Barona

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