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sabato 9 ottobre 2010

NO AL PROFESSORE DI TERAMO CHE NEGA L'OLOCAUSTO


No dell’Anpi al “negazionismo” dichiarato dal prof. Moffa mentre teneva un master universitario a Teramo. Per Claudio Ruffini, fiduciario provinciale dell’Anpi di Teramo, le dichiarazioni del docente “sono di assoluta gravità e denotano una trattazione superficiale di un argomento così storicamente complesso”. “L’olocausto – si sottolinea – è una realtà indiscutibile, testimoniata da “oceani” di saggi, scrittori, storici, fino alle testimonianze dirette dei sopravvissuti. Non vi è Stato democratico o istituzione internazionale che si sia mai sognato di negare uno degli accadimenti più tragici della recente storia dell’umanità”.
“Moffa – sottolinea Claudio Ruffini – ha deciso di passare alla storia come tra i pochi che si allineano con le posizioni dell’Iran di Ahmadinejad, di cui tra l’altro nel suo blog dice di essere un estimatore. Negando l’Olocausto si mina invece la democrazia occidentale e si crea un clima di tensione che mette in discussione persino le ragioni stesse della nascita dello Stato di Israele, ovvero l’unico Stato democratico in Medio-Oriente”.
“Credo – aggiunge il fiduciario dell’Anpi – che il prof. Moffa cerchi solo visibilità personale e per il suo Master. Una pubblicità che non fa onore all’Università degli studi di Teramo e ad una Provincia di Teramo insignita dal Presidente Ciampi di una medaglia al valor civile per la resistenza contro i nazifascisti.
“Rivolgo un appello al Rettore e al Senato Accademico – continua – affinché il prof. Moffa si astenga dal creare un caso mediatico danneggiando il prestigio e la storia del nostro ateneo. Non chiediamo assolutamente la sua espulsione, ma soltanto che si attenga alla didattica prevista dal Master sul Medio Oriente. Le sue convinzioni personali, suffragate dal nulla, ledono la dignità umana di chi ha vissuto quella tragedia e contrastano apertamente con il pensiero storico sulla verità dell’ Olocausto che si è largamente affermato nel nostro Paese, nelle Università, nei Licei e negli Istituti italiani”.
Per Costantino Di Sante, storico dell’Anpi Teramo, “le parole del prof. Moffa ci indignano come associazione partigiana perché pronunciate all’interno dell’ateneo di una regione nella quale il fascismo attivò ben quindici campi di internamento. In diverse di queste strutture, oltre ad antifascisti e partigiani, vi furono rinchiusi centinaia di ebrei. Molti di essi furono deportati e sterminati ad Auschwitz. Il prof. Moffa offende la loro memoria e la storia personale di tanti partigiani e patrioti d’Abruzzo che li aiutarono, a rischio della propria vita, a sfuggire alla persecuzione dei nazifascisti”.

1 commento:

  1. ritengo opportuno inserire il reato di negazionsimo.
    La libertà di ricerca non ha nulla a che fare con tesi che negano milioni di morti allo scopo di trasformare gli ebrei da vittime in autori di una cospirazione sulla falsa riga dei vecchi pregiudizi antisemiti. Per costruire una menzogna occorre poco tempo. E ancora più breve è lo spazio necessario per utilizzarla come arma ideologica di oppressione.
    Quanto alla capacità del mondo accademico di opporsi a queste derive occorrerebbe un minimo di autocritica. Pur essendo a conoscenza del fatto che il Moffa da anni propagandava le sue posizioni negazioniste dagli illustri cattedratici non si sono alzate le doverose rimostranze salvo quando la polemica ha assunto rilevanza pubblica. Non è improbabile pensare che sull'onda di questo malinteso concetto di libertà di ricerca il Moffa continuerà a trovare asilo in qualche università pubblica, lautamente retribuito con i soldi dei contribuenti.

    Il dopo Moffa: è opportuno sanzionare il negazionismo della Shoah come reato?

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